ACCIAIUOLI, Zanobi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

ACCIAIUOLI, Zanobi

Abele L. Redigonda

Nacque a Firenze da Raffaele d'Agnolo, il 25 maggio 1461. Per il bando che aveva colpito la sua famiglia (1464), rientrò a Firenze a sedici anni e fu educato alla corte dei Medici, in amicizia con i maggiori umanisti del tempo, in particolare con Marsilio Ficino, col Poliziano, che, morente, lo incaricò di raccogliere e di dare alle stampe i suoi epigrammi greci, e con Giovanni Francesco Pico della Mirandola, dei quali godette la stima per la sua erudizione e la padronanza del latino, del greco e dell'ebraico.

Il 24 apr. 1494 fu incarcerato come complice delle trame di Lorenzo e Giovanni de' Medici, suoi cugini, contro Piero de' Medici, ma fuggito Piero da Firenze, con la venuta di Carlo VIII in Toscana, venne liberato. Profondamente scosso dall'avventura politica occorsagli e infiammato dalla predicazione del Savonarola, entrò nell'Ordine domenicano l'8 dic. 1495 (secondo il Litta, Quétif e Chevalier nel 1494), vestito per mano dello stesso Savonarola, allora priore del convento di San Marco. A San Marco, la cui biblioteca era stata arricchita di codici specialmente greci, perfezionò la sua preparazione e poté attendere a varie traduzioni dal greco in latino, dedicandosi anche alla predicazione, come risulta almeno per gli anni 1506-10 da un estratto degli introiti del convento (cfr. Arch. Gen. Pred., S. Sabina, Roma, ser. XIII, Congr. S. Marci Fiorentina [287 ss.], in una scatola non inventariata).

Compagno e amico del cardinale Giovanni de' Medici, allorché questi fu eletto papa nel 1513 lo raggiunse a Roma, dove fu nominato suo familiare ed ebbe affidata la cattedra di lettere umanistiche alla Sapienza. A Roma egli prese dimora nell'ospizio domenicano di San Silvestro a Montecavallo (sul Quirinale). Nel 1515 fu a Napoli in occasione del capitolo generale del suo Ordine; in questa occasione tenne un discorso, dato alle stampe in Napoli probabilmente nello stesso anno, col titolo di Oratio de laudibus Urbis Neapolis.

Morto nel settembre 1518 il prefetto della Biblioteca Vaticana, F. Beroaldo il Giovane, l'A. lo sostituì nella carica. A lui si devono un catalogo della Camera apostolica, il primo inventano del materiale dell'Archivio segreto vaticano, trasferito in Castel S. Angelo, e un nuovo inventanio della Biblioteca Vaticana, di cui la parte relativa agli armadi della biblioteca detta "parva secreta" risale all'ottobre del 1518. Lasciò anche numerose traduzioni dal greco, discorsi, poesie.

A Roma mori il 27 luglio 1519 e fu sepolto in S. Maria sopra Minerva.

Fra le opere: Eusebi Caesariensis Episcopi Opusculum in Hieroclem, Venetiis 1502; Olympiodori in Ecclesiasten Salomonis enarratio, Parisiis 1511; Theodoreti Cyrensis episcopi de curatione graecarum affectionum libri XII, Parisiis 1519; Oratio in laudem Urbis Romae,Romae 1511, dedicata al cardinale Giulio de' Medici. Notevole è la sua traduzione del filosofo S. Giustino, stampata a Parigi nel 1511 (e nuovamente a Basilea nel 1536). Scrisse inoltre molte poesie, di cui un'ampia raccolta è conservata manoscritta alla Biblioteca Riccardiana di Firenze; una sua Metaphrasis poetica è pubblicata in M. Musurus, Carmen admirandum in Platonern, Amstaelodami 1676. Una sua traduzione dell'Etica Nicomachea con scolii e glosse rimase manoscritta (Quétif-Echard).

Fonti e Bibl.: Arch. Gen. Ord. Pred., S. Sabina, Roma, ser. XIV, Lib. Z:S. M. Loddi, Notizie de' soggetti, e cose più memorabili del Convento di S. Marco di Firenze, p. 66 (a. 1495) e pp. 104-105 (a. 1519: in quest'anno è posta la morte dell'A.); L. Alberti, De viris illustribus Ordinis Praedicatorum, Bononiae 1517, f. 154v; Id., Descrittione di tutta Italia, Bologna 1550, f. 43; J. Quétif-J. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum, II, Lutetiae Paris, 1721, pp. 44-46; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1, Brescia 1753, pp. 50-53; W. Roscoe, The Life and Pontificate of Leo the Tenth, IV, Philadelphia 1806, pp. 208-212; J. A. Fabricius, Bibliotheca Latina mediae et infimae aetatis, Florentiae 1858, pp. 3-4; J. Paquier, Jérome Aléandre..., Paris 1900, pp. 118-120, 124; L. v. Pastor. Storia dei Papi, IV, 1, Roma 1908, pp. 421, 486; G. Schnitzer, Savonarola, Milano 1931, I, pp. 417, 420; II, pp. 202, 439, 526, 528; A. Mercati, Storia dei codici Vaticani dei "Libri Carolini", in Opere Minori, IV, Città del Vaticano 1937, p. 136; A. Zucchi, Roma Domenicana, III, Firenze 1941, pp. 63-65; Dict. de Théol. Cath.,I, col. 302; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, col. 266-267.

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