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(croato Zadar) Città della Croazia (69.556 ab. nel 2001), nella Dalmazia settentrionale, sulla costa del canale omonimo. Il centro è raccolto su una stretta e lunga penisola parallela alla costa, ridotta a isola con lo scavo di un canale al principio del Seicento, e più tardi unita di nuovo alla terraferma. Il sobborgo di Cerarìa, situato sulla sponda nord-orientale del porto, è collegato alla città con un ponte, che limita praticamente il porto, la cui estrema parte interna forma la Valle de’ Ghisi. La città, frequentata località turistica, conserva alcune delle fiorenti industrie del passato (maraschino, pesce inscatolato) e possiede moderni stabilimenti tessili, meccanici e cantieristici. È capoluogo della contea omonima (3646 km2 con 174.595 ab. nel 2008).

Antico centro dei Liburni, la città fu eretta in colonia dai Romani, che la chiamarono Iader. Sotto l’Impero godette di grande prosperità, soprattutto per il commercio del vino e dell’olio. Passata sotto l’Impero d’Oriente (540), nel 7° sec. divenne il centro principale della Dalmazia bizantina. Caduta Ravenna (751), ne ereditò le funzioni di più importante città dell’Adriatico. All’inizio del 9° sec. era capitale del ducato autonomo di Dalmazia e anche quando la sovranità imperiale vi fu ristabilita conservò una posizione preminente. Premuta dagli Slavi, riconobbe al doge Pietro II Orseolo (verso il 1000) il titolo e l’ufficio di duca di Dalmazia, ma cacciati gli Orseolo dal dogado, si sottrasse alla dipendenza da Venezia. Nella seconda metà dell’11° sec. entrò nella giurisdizione ecclesiastica romana e si pose, alternativamente, sotto la protezione di Venezia e di Bisanzio, finché nel 1202 Enrico Dandolo non vi stabilì il dominio della Serenissima. Nel 1358 Z. riprese le funzioni di capitale della Dalmazia, come libero comune e fiorente centro commerciale, ma nel 1409 Venezia ottenne da Ladislao la cessione della Dalmazia, e Z. tornò sotto la signoria di Venezia, che sarebbe durata fino al 1797, quando fu occupata dalle truppe austriache. Nel 1805, per la pace di Presburgo passò con la Dalmazia a Napoleone, entrando poi a far parte del Regno Italico e dal 1809 delle Province Illiriche. L’8 dicembre 1813, dopo un lungo assedio, Z. fu nuovamente occupata dagli Austriaci. Per tutto il 19° sec., e particolarmente nel 1848 e nel 1861, la popolazione di Z. diede prova di sentimenti italiani. Nel novembre 1868 fu dichiarata città libera. Insorta il 29 ottobre 1918, la città fu occupata il 4 novembre da forze italiane. Assegnata all’Italia dal trattato di Rapallo (1920), il 5 gennaio 1921 vi fu proclamata l’annessione all’Italia. Nel corso della Seconda guerra mondiale, Z., eretta nel 1941 (dopo l’accordo tra Italia e Croazia del 18 maggio 1941) a capoluogo della Dalmazia, subì durissimi bombardamenti. Dal settembre 1943 la popolazione italiana cominciò ad abbandonare la città, rifugiandosi a Trieste e di là in altre parti d’Italia. Per il trattato di pace del 10 febbraio 1947 Z. entrò a far parte della Federazione iugoslava nell’ambito della Repubblica di Croazia.

Notevoli i resti della città romana, fra cui il foro lastricato con resti di portici e di edifici pubblici. Il complesso monumentale medievale di Z. è costituito dalla chiesa di S. Donato, forse del 9° sec., su fondazioni di epoca romana (a pianta circolare, con due piani di navate anulari, tre grandi absidi e cupola), e dal duomo, dedicato a S. Anastasia, (12°-13° sec.), su un precedente edificio del 9° sec. (interno a tre navate divise da pilastri con colonne binate e matronei esagoni divisi da lesene, cripta del 9° sec.; all’interno opere del 13°, 14° e 15° sec.). Tra gli altri monumenti: chiesa del monastero di S. Maria (facciata di tipo veneziano, del 15° sec., e campanile romanico; sala capitolare del 12° sec.); S. Simeone; S. Francesco (1282, rimaneggiata); S. Crisogono (12° sec., con notevoli affreschi). Di tipo veneto sono anche gli edifici civili: Palazzo del Capitan Grando (15° sec.); Loggia civica (G.G. Sanmicheli); Porta Terraferma (M. Sanmicheli), e numerose case d’abitazione. Tra i musei, notevoli il Museo archeologico e il Museo dell’arte sacra.

Vedi anche
Dalmazia (serbocr. Dalmacija) Regione della Penisola Balcanica (11.750 km2 con 900.000 ab. circa), largamente aperta (1570 km di linea costiera) sull’Adriatico. Politicamente è divisa tra Croazia (per la massima parte), Bosnia-Erzegovina e Montenegro, pur rappresentando un’entità geografica ben definita, limitata ... Ladislào d'Angiò-Durazzo re di Napoli Figlio di Carlo III (Napoli 1377 - ivi 1414). Successe al padre, assassinato a Buda (1386), sotto la reggenza della madre, Margherita di Durazzo. Nel 1399 riuscì a battere Luigi II d'Angiò, che aveva occupato (1390) gran parte del suo regno. Dovette a lungo lottare contro la prepotenza dei feudatarî, ... Lesina (croato Hvar) Isola dell’arcipelago dalmata (Croazia meridionale; 299 km2 con 12.000 ab. ca.). I canali di Hvar, Korčula (Curzola) e della Neretva (Narenta) la separano dalle isole di Brač (Brazza) e di Korčula e dalla penisola di Pelješac (Sabbioncello). Specie nel versante meridionale sono coltivati ... Pietro Gradenigo Doge di Venezia (1251-1311). Podestà di Capodistria, eletto doge in competizione con I. Tiepolo, esponente del partito popolare, orientò decisamente la sua politica in senso aristocratico, facendo varare la riforma costituzionale nota col nome di serrata del Maggior Consiglio, per cui erano esclusi dal ...
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    Dizionario di Storia (2011)
    Città della Croazia, nella Dalmazia settentrionale. Fu dal 1202 sotto il dominio di Venezia che sarebbe durato, nonostante vari tentativi insurrezionali, fino al 1797. Occupata dalle truppe austriache, con la Pace di Presburgo (1805) passò insieme alla Dalmazia a Napoleone, entrando poi a far parte ...
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    I. Petricioli (serbo-croato Zadar; gr.᾽Ιάδαιϱα, ᾽Ιάδεϱα; lat. Iader; Iadera; Iadra nei docc. medievali) Città della Croazia, ubicata sulla costa orientale del mar Adriatico.Z., già abitato liburnico, venne fortificata dai Romani in età augustea e nella stessa epoca acquisì il consueto impianto urbano ...
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Vocabolario
żara
zara żara s. f. (o ażara o ażżara o anche, più raro, żaro m.) [dall’arabo az-zahr «dado» (da cui anche azzardo); cfr. spagn. azar, fr. hasard], ant. – 1. Gioco d’azzardo con i dadi, molto diffuso durante il medioevo, in varie forme, in...
zaroso
zaroso żaróso agg. [der. di zara], ant. – Azzardoso, rischioso: come che sia per tutti zarosa e difficile ..., per un Ministro ... non è quasi praticabile (Magalotti).
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