ZENODORO

Enciclopedia Italiana (1937)

ZENODORO

Giacomo Caputo

Scultore del primo secolo dopo Cristo, forse greco d'Asia. Fu anche cesellatore. Divenne celebre come autore di statue colossali, quale il Mercurio del santuario gallico degli Arverni (Puy-de-Dôme), per l'esecuzione del quale dovette impiegare dieci anni. Chiamato da Nerone a Roma, fece il simulacro dell'imperatore di 119 piedi di altezza, che, alla morte del principe, venne consacrato al dio Sole (Plin., Nat. Hist., XXXIV, 45-46). L'altezza varia d'un solo piede (120) nelle indicazioni di Svetonio (Suet., Nero, 31). La statua in un primo tempo fu posta nel vestibolo della Domus aurea; sotto Adriano fu trasportata nella valle fra l'Anfiteatro Flavio e il tempio di Venere e Roma. Infine Commodo le diede la propria effigie e il proprio nome sotto figura d'Ercole.

Abile nella toreutica, Z. imitò in modo perfetto due coppe di mano di Calamide (Plin., Nat. Hist., XXXIV, 47).

Come S. Ferri prospetta, non è improbabile che le qualità stilistiche di Z. si possano direttamente riconoscere attraverso lo studio dei prodotti della scultura fiorita nelle Gallie durante il sec. I d. C., particolarmente in Avallon.

Bibl.: J. Overbeck, Die antiken Schriftquellen, Lipsia 1868, nn. 2185, 2273-2276; H. Brunn, Geschichte der griechischen Künstler, 2ª ed., I, Stoccarda 1889, pp. 420-421, par. 603; C. Huelsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie, IV, col. 589; S. Reinach, Bronzes figurés de la Gaule romaine, Parigi 1894; S. Ferri, Il "Numen Augusti" e la probabile attività di Zenodoro nelle Gallie, Roma 1933.