ZENZERO

Enciclopedia Italiana (1937)

ZENZERO (lat. scient. Zingiber officinale L.)

Fabrizio Cortesi

Pianta Monocotiledone della famiglia Zingiberacee; ha un rizoma tubercolato, articolato, da cui nascono ogni anno fusti fogliferi da 3-10 dcm. con foglie alterne, distiche, lanceolato-ensiformi guainanti e fusti fioriferi coperti di squame o catafilli alti 3 dcm., terminati alla sommità con una spiga ovale di fiori accompagnati da brattee. Il calice ha tre divisioni corte, la corolla è anche trimera tubulosa gialla, il labello è porporino macchiato di giallo; vi è un solo stame e il pistillo ha ovario infero 3-loculare munito di stilo e di stimma. Il frutto è costituito da una capsula ovale triangolare con numerosi semi irregolari di colore nerastro.

È pianta originaria dell'India e dell'Asia orientale, oggi coltivata nelle regioni tropicali ma specialmente alle Antille e alla Giamaica. Si moltiplica per frammenti del rizoma.

La droga è costituita dal rizoma (rhizoma zingiberis) e si trova in due forme commerciali: zenzero grigio, che è rivestito dalla corteccia sugherosa, donde l'aspetto rugoso grigiastro della superficie; zenzero bianco, che invece è decorticato e appare di color bianco avorio. Poiché lo zenzero contiene soprattutto un'essenza e una resina molle, che si trovano in speciali idioblasti sparsi in tutto il rizoma, la decorticazione di esso è pratica da condannare, perché se rende la droga più appariscente nell'aspetto, la impoverisce di principî attivi.

Il suo uso in alcuni paesi è medicinale, ma in molti altri lo zenzero è adoperato come droga condimentaria per le sue proprietà stimolanti ed eccitanti.

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