zeugma Figura retorica che consiste nel rapportare più membri coordinati e paralleli di una frase a un unico elemento che, in astratto, dovrebbe essere ripetuto per ciascuno di essi (Francesco andò a Milano, Maria a Venezia). In particolare z. è riferito a quei casi in cui l’elemento cui devono essere ricondotti i diversi membri della frase non si adatta perfettamente a ciascuno di essi, producendo così un’incoerenza semantica (in Dante, parlare e lacrimar vedrai insieme, in cui il verbo vedere regge appropriatamente solo lacrimare, non parlare) o sintattica (io andai a Napoli, Claudia a Palermo, in cui la prima persona del verbo si adatta al primo soggetto, ma non al secondo, che richiederebbe la terza). I vari tipi di z. sono specie del fenomeno più generale dell’ellissi.
żèugma s. m. [dal lat. tardo zeugma, gr. ζεῦγμα, propr. «legame, unione», der. del tema di ζεύγνυμι «unire, aggiogare»] (pl. -i). – Una delle cosiddette «figure grammaticali», consistente nel far dipendere da un unico predicato due complementi o due costrutti...