ZOOTECNIA

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

ZOOTECNIA (XXXV, p. 1014; App. II, 11, p. 1140)

Angelo SALERNO

In questi ultimi decennî la z. ha sviluppato le sue conoscenze nel campo dell'alimentazione del bestiame ed in quello della genetica applicata. Per questa ultima, speciale attenzione è stata riportata sulla genetica quantitativa in rapporto alla ereditabilità di alcuni caratteri di interesse zootecnico e sulla trasmissione di fattori di natura patologica. Nelle medie e piccole specie poi, si è giunti alla creazione di razze nuove con caratteristiche funzionali esaltate rispetto ad alcune produzioni.

I primi ad affrontare i problemi di genetica quantitativa sono stati soprattutto S., Wright e R. Fisher, seguiti da I. L. Lush, M.I. Lerner, A. Robertson ed allievi, che hanno sviluppato questa branca nell'ultimo dopoguerra, avvalendosi, nei metodi di indagine, della statistica di popolazione, cioè di associazioni di individui con almeno un carattere in comune. Detta branca è sorta come conseguenza della inapplicabilità degli schemi mendeliani alla soluzione dei fenomeni di ereditarietà e sebbene non tutti siano d'accordo sulla bontà dei metodi proposti e sulla opportunità di abbandonare i vecchi sistemi di indagine, resta acquisito il fatto che data la natura poligenica dei caratteri di interesse zootecnico, la strada tracciata dalla genetica quantitativa può fornire indubbiamente migliori risultati.

Infatti la valutazione di un riproduttore diviene possibile con l'applicazione delle conoscenze di genetica di popolazione che permettono di scindere quantitativamente le parti spettanti al genotipo ed al fenotipo.

Si è giunti così alla determinazione del grado della ereditabilità, indicato per convenzione con h2. I valori approssimativi di h2, per alcuni caretteri, sono i seguenti:

Alle citate conoscenze si ricollegano anche l'esame della discendenza ed il significato dottrinale e pratico attribuito dai genetisti zootecnici al coefficiente di regressione di A. Robertson e J.M. Rendell (1950), nonché la valutazione genetica dei riproduttori (I. Johansson e A. Robertson 1952). È dimostrato che, in caso di ereditabilità elevata, il fenotipo è misura sufficiente del genotipo ed il contrario avviene in caso di bassa ereditabilità. Morley ritiene che l'esame genetico della discendenza sia indispensabile allorquando la ereditabilità non supera il 60%.

A tali considerazioni resta legata anche l'importanza della fecondazione artificiale che può essere vantaggiosamente applicata quando si affrontano problemi diretti a provare la discendenza ed a verificare la presenza o meno, in seno al patrimonio ereditario, di genofattori abnormi (caratteri disvitali).

Nel campo applicativo e pratico, notevoli progressi sono stati fatti con la creazione di nuove razze, specialmente nei suini e nei polli. Così in America Winters è riuscito a riunire nel Minnesota n. 1 alcune caratteristiche positive della Landrace danese e della Tamworth e nel Minnesota n. 2 le caratteristiche della Yorkshire canadese e della Poland China. Sempre in America, altre razze suine sono state formate come la Hamprace′ Beltsville n. 1, Beltsville n. 2, Maryland n. 1, ecc. Per i polli basta citare i risultati ottenuti da accorti pollicultori che sono riusciti a creare nuove razze e linee, come la Cornish, la Maestà, la Vantress, la Arbor Acres e la Nichols, tutte da incrocio per carne. Nelle due specie, suini e polli, grandi vantaggi vengono ritratti dalla creazione di ibridi genetici F1, che sfruttando il fenomeno della eterosi consentono grandi applicazioni nel campo della produzione della carne con risultati pratici di notevole rilievo così come avviene nel campo dei vegetali soprattutto con i mais ibridi.

Per la eredità patologica, parecchie sono le novità riscontrate. Gilman ad es. (1953) descrive dei casi di ernia ombelicale ereditaria, in bovine Holstein nell'Ontario (Canada) manifestatisi sin dal 1946. In incroci Africander × Aberdeen Angus, è stata riscontrata una ipertrofia dei muscoli vasto e semitendinoso, attribuibile a gene subletale. Negli agnelli Karacul è stato individuato un fattore subletale che provoca abnorme sviluppo dell'addome per esagerato sviluppo dell'abomaso, tanto da portare gli agnelli allo stato di deperimento e talvolta alla morte.

Novità importante è anche l'applicazione dei radioisotopi per lo studio dei fenomeni di interesse zootecnico. L'Institute of Animal Physiology di Babraham conduce ricerche con l'uso di traccianti quali il Cr51, il P32, ed il C14. Il Cr51 viene usato per studiare la sopravvivenza degli eritrociti di pecora. Il metabolismo della ghiandola mammaria è studiato con i traccianti C14 ed H3 del National Institute for Research in Dairyng. Cogli stessi isotopi viene seguito il metabolismo degli ormoni sessuali sintetici, mentre la nutrizione dei bovini è studiata con il Ca45 e Co60. Il Department of Agricolture di Oxford è riuscito, iniettando endovena aminoacidi marcati con C14 e N15, a dimostrare che la sintesi della caseina avviene esclusivamente a partire dagli aminoacidi liberi del sangue. Esperimenti sulla nutrizione dei bovini vengono condotti anche a Campton utilizzando Sr89 e Ca45 ed il trasferimento di sostanze dalla madre al feto viene seguito a Cambridge presso l'Animal Research Station. Con solfato radioattivo si è potuta osservare la sintesi della cistina anche nei non ruminanti (polli e suini); mentre altri traccianti hanno permesso di valutare il bilancio nutritivo con una precisa distinzione tra sostanze di rifiuto endogene ed esogene.

Anche in Italia vi sono istituti che operano in tale specifico campo e si prevede che molti potranno essere i vantaggi che ne deriveranno.

Bibl.: J. L. Lush, Animal Breeding Plans, Iowa 1945; I.M. Lerner, Population genetics and animal improvement, Cambridge 1950; T. Dobzhansky, Genetics and the origin of species, New York 1951; T. M. Bettini, Il miglioramento degli animali, Firenze 1955; E. Borgioli, Genetica e miglioramento degli animali domestici, Bologna 1955; R. Giuliani, Ricerche di genetica suinicola negli Stati Uniti, in Riv. di zootecnia, XXXI (1958); R. Huron e J. Ruffiè, Les méthodes en génétique générale et en génétique humaine, Parigi 1959.

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