30 anni fa, il 9 novembre del 1989, cadeva il muro di Berlino, il simbolo più concreto della guerra fredda, e insieme finiva un’epoca, che non sarebbe mai più ritornata, e se ne apriva un’altra che vedeva un mondo uscito trasformato dagli eventi di quegli anni.

Il muro, che circondava la zona ovest della città, venne fatto costruire nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961 dal governo della Germania Est (DDR) e per ben 28 anni divise in due la capitale tedesca, impedendo la libera circolazione delle persone tra Berlino Ovest e Berlino Est.

In una sola notte la città venne tagliata in due e con essa i legami affettivi e familiari dei suoi abitanti: la frontiera era fortificata militarmente grazie a due muri paralleli in cemento armato, separati dalla cosiddetta “striscia della morte” perché proprio lì, sulla linea di confine, negli anni vennero uccise dalla polizia di frontiera della DDR moltissime persone, mentre tentavano di superare il muro per raggiungere soprattutto la zona ovest della città.

Nonostante il trascorrere del tempo, in quel punto di Berlino (oggi meta di turisti provenienti da ogni parte del mondo) la vita sembra fermarsi un attimo nell’ascolto delle voci dei fuggiaschi che provarono a scappare, nei modi più ingegnosi: secondo i dati ufficiali furono uccise sotto il muro almeno 133 persone, ma tale cifra aumenta moltissimo se si tengono in considerazione anche tutti coloro che, catturati dalla polizia della DDR, furono assassinati successivamente.

La fine degli anni Ottanta vide la crisi dei regimi comunisti in tutta Europa, anche grazie a Michail Gorbačëv che, a capo dell’Unione Sovietica già dal 1985, ne favorì il definitivo crollo: proteste e disordini divamparono anche nella città di Berlino tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre del 1989; si chiedevano libere elezioni, libertà di stampa e di potersi muovere e viaggiare senza restrizioni.

Il muro, il simbolo più nero della repressione degli anni precedenti, venne pacificamente assaltato prima dai berlinesi dell’Est e poi, dal tardo pomeriggio di quel giovedì 9 novembre, se ne iniziò l’abbattimento che lo ridusse in macerie in poco tempo: il mondo intero vide migliaia di berlinesi arrampicarsi sul muro e prenderlo a martellate, abbracciandosi e festeggiando la fine della divisione di una città e, con essa, quella di un mondo spaccato a metà e diviso in due blocchi contrapposti.

Anche in quel caso, come già era accaduto per la proclamazione della Repubblica nel 1918 e la ‘notte dei cristalli’ nel 1938, in occasione della caduta del muro, il destino della Germania si compì il 9 novembre.

Durante questo mese Berlino celebrerà i 30 anni dal crollo del muro con una lunga serie di eventi: concerti, esposizioni, conferenze, installazioni artistiche e stazioni audio che trasformeranno la città in una grande e ininterrotta mostra a cielo aperto; la sera del trentennale poi sarà festeggiata sotto la porta di Brandeburgo, un altro dei luoghi simbolo della città tedesca, con uno spettacolo teatrale e un’installazione (chiamata Skynet) che farà fluttuare circa 30.000 messaggi, scritti da coloro che parteciperanno all’evento, in alto nel cielo, proprio sopra la porta.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

Argomenti

#frontiera#Gorbačëv#muro#berlino