Intervista ad Anna Astesano e Valentina Scheldhofen Ciardelli

Per capire le scelte musicali di Anna Astesano_, arpa, e Valentina Scheldhofen Ciardelli, contrabbasso, bisogna andare lontano, attraversare pagine di grande musica e continenti. La prima, nata nel 1993 a Savigliano, si è diplomata al Conservatorio di Cuneo; la seconda, nata in Toscana da madre tedesca e papà italiano, oggi vive a Londra.  Giovani e di talento, innamorate del Giappone, hanno formato il duo Ruutsu_ che debutta con The Girls in The Magnesium (Da Vinci Classics). Un album misterioso e affascinante con musiche di Miyagi_, Ravel, Hirano, Saint-Saëns, Teani e della stessa Ciardelli che ha arrangiato i brani. Con l’empatia di chi è abituato a suonare insieme, le due musiciste si raccontano._

Quando vi siete incontrate?

Anna Astesano (A.A.). Nel 2018 per un concerto organizzato presso l’Old Naval Chapel del complesso universitario del Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance di Londra. L’abbinamento arpa e contrabbasso è un’idea che Valentina ha avuto nel 2015 esplorando e integrando il repertorio come studente al Royal College of Music di Londra.

Valentina Scheldhofen Ciardelli (V.S.C.). L’incontro con Anna è stato fondamentale per dare vita a un duo stabile che sta crescendo con la prospettiva di rendere sempre più il nostro repertorio conosciuto in ambito sia performativo che accademico.

Suonate due strumenti insoliti. Chi li ha scelti per voi?

A.A. Da sola, all’età di cinque anni, ho scelto l’arpa; prima avevo sperimentato flauto, pianoforte, violino. Ero stata attratta anche dalla batteria, ma l’arpa ha avuto il sopravvento.

V.S.C. Fino all’età di vent’anni ho studiato pianoforte, poi ho scoperto il contrabbasso e cambiato immediatamente il percorso di studi in Conservatorio.

Quando avete capito che la musica sarebbe stata la vostra professione?

A.A. Mentre preparavo la maturità ho iniziato a cercare conservatori e college all’estero per perfezionarmi. Studiando e ricercando ho vinto il concorso di ammissione al Conservatoire National Supérieur de Musique et danse de Lyon. Da quel momento ho capito cosa avrei voluto fare da grande.

V.S.C. Mi sono diplomata al liceo artistico, indirizzo architettura, disegnare mi è sempre piaciuto anche se, fin da piccolissima, la musica è stata presente nelle mie giornate, mamma suona il pianoforte. All’età di undici anni ho ascoltato alcuni brani di Frank Zappa e ho cominciato ad arrangiarli; quella musica, quei momenti mi hanno suggerito di andare oltre. Anch’io ho aspettato la maturità, prima di continuare un percorso musicale a tempo pieno in conservatorio; ho studiato composizione, musica jazz e pianoforte.

Il vostro repertorio spazia dalla musica europea a quella del Giappone

A.A. Quando Yoshihisa Hirano ha scritto per noi Elegy ci siamo interrogate a lungo sul significato di questo dono. Il compositore aveva ascoltato il primo album solistico di Valentina ed è rimasto folgorato dal duo contrabbasso-arpa, tanto da esserne ispirato.

A.S.C. Prendendo come riferimento Elegy, abbiamo cercato brani di autori occidentali ispirati al mondo giapponese. Analizzando nel dettaglio come la cultura dell’Estremo Oriente abbia influenzato e influenzi la musica europea, ho creato trascrizioni perfette per il nostro duo.

Nella Parigi dell’Ottocento il movimento Japonisme influenza i grandi maestri della pittura, della scultura e perfino la moda. Secondo voi questo è accaduto anche alla musica?

A.A. Assolutamente sì! Il fascino per la cultura orientale era sinestetico e conturbante in ogni forma d’arte. Moltissimi sono i temi che suscitano le musiche tradizionali del Giappone e della Cina, riadattati in un’immagine idilliaca, esotica e attraente.

V.S.C. Le armonie e i colori utilizzati dai grandi compositori provengono dall’arte giapponese e sono, nel Japonisme autentico, raffinati, mai banali ed esaltano le caratteristiche di cripticismo ed ermetismo tipiche della cultura nipponica. Esempi concreti di questi riferimenti sono presenti in compositori come Maurice Ravel e l’amico e collega Giacomo Puccini.

Cosa credete da aver ricevuto dal vostro Paese e dall’estero?

A.A. e V.S.C. La formazione italiana è alla base di tutto ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo. Entrambe abbiamo raggiunto il diploma seguendo il corso del vecchio ordinamento, i programmi preparati sono stati estremamente utili per entrare nei conservatori stranieri e per fare audizioni. All’estero ci siamo perfezionate, abbiamo ampliato le nostre esperienze musicali e lavorative.

Cosa amate maggiormente del Giappone?

La sua cultura seduce, è un equilibrio perfetto di disciplina e creatività intrecciato in un’ottica di ritualità che apprezziamo e sentiamo viva, presente in ogni performance. Il macabro e la bellezza, l’equilibrio e il caos si alternano con la stessa disinvoltura perché sono parte la stessa essenza. Il rispetto che il popolo giapponese porta per la propria arte e tradizione ispira e rassicura. Non temono di sperimentare o esplorare nuovi mondi.

Immagine: Da sinistra, Anna Astesano e Valentina Scheldhofen Ciardelli (per gentile concessione di Anna Astesano)

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