L’Italia e la Cina, due grandi culture, due civiltà a confronto da sempre, la prima missione diplomatica risale all’epoca di Marco Aurelio, gli antichi legami commerciali hanno accomunato due grandi imperi su quella via della seta che li unirà sino ad oggi.

A Napoli luogo simbolo per gli studi sulla Cina grazie all’Università degli Studi di Napoli «L’Orientale», alla missione di Matteo Ripa e ai molti accademici illustri che hanno mantenuto saldi rapporti di amicizia e collaborazione, una mostra originale e coinvolgente dal titolo che si presta a molti spunti di riflessione Evidence. A New State of Art. Sedici artisti italiani e sedici artisti cinesi a confronto in un intreccio di linguaggi, tecniche, segni e simboli, disegni e fotografia, sculture, installazioni e video. Artisti allo specchio, generazioni diverse che danno forza all’esposizione e generano emozioni contrastanti. Grazie alla determinazione e alla passione dell’Istituto Garuzzo per le Arti Visive – IGAV in collaborazione con il China Arts and Entertainment Group – CAEG, a Castel Sant’Elmo, splendido monumento che si erge e sovrasta uno dei golfi più belli del mondo, negli ambulacri del maniero un’esposizione che emoziona. Chi giunge in cima alla collina di Napoli puo’ perdersi nelle sale ampie e suggestive di uno spazio che permette al visitatore di osservare le opere da varie angolazioni, l’arte in tutte le sue interpretazioni.

Ospiti del Polo museale della Campania, sabato 10 febbraio un’inaugurazione internazionale alla presenza dei rappresentanti del MiBACT e del sottosegretario Antimo Cesaro, del direttore Roberto Vellano del ministero Affari esteri e cooperazione internazionale, dell’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Gaetano Daniele, il vicepresidente del CAEG Chen Chunmei, presente anche l’Istituto Confucio, tra il pubblico delle grandi occasioni tantissimi galleristi e artisti.

Tra gli artisti cinesi un nome emergente in campo internazionale il giovane cinese Liu Bolin, ideatore della campagna pubblicitaria della Moncler e premiato all’ultima ARTEFIERA di Bologna, un talento straordinario presto di nuovo in mostra a Roma. Gli altri Liang Quan, Ma Kelu, Duan Zhengqu, Zhan Wang, Wang Shuye, Chen Qiuzhi, Yin Chaoyang, Ye Jianqing, Li Hui, Liu Bolin, Yang Xinguang, Lu Song, Qi Lei, Liu Cong, Li Yan, Yu Linhan.

Per gli italiani grandi nomi come Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini, Luigi Mainolfi, Marisa Albanese, Eugenio Giliberti, Pierluigi Pusole, Botto & Bruno, Alberto Di Fabio, Adrian Tranquilli, Paolo Grassino, Marzia Migliora, Perino & Vele, Giuseppe Stampone, Domenico Antonio Mancini, Elisa Strinna, Fabrizio Cotognini.

Due curatori giovani: Alessandro Demma**,** che definisce la mostra «una narrazione sempre attenta alle forme del tempo» e Su Peng, proprio per la giovane curatrice asiatica «l’arte classica italiana è una strada per gli artisti cinesi per apprendere».

Un nuovo stato dell’arte per raccontare un incontro fortunato tra l’arte contemporanea italiana e quella cinese, un incontro tra anime, opere, interpretazioni di emozioni, un modo per arricchire il concetto di arte e dare nuove chiavi di lettura simboliche. Su quella strada che dall’Italia va in Cina e ritorno, anche l’arte contemporanea percorre tappe, supera ostacoli e si confronta, si arricchisce di scambi e salda antichi legami. La diplomazia della cultura vince e sempre.

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