Fedez, Gigi D’Alessio, Ufomamutt e il rapper Mastafive, sono alcuni dei musicisti che hanno deciso di lasciare la SIAE e di affidare i propri diritti d’autore all’emergente SOUNDREEF.
La società, fondata da Davide D’Atri, è stata autorizzata lo scorso marzo dalle autorità inglesi ad operare sul mercato per la raccolta dei diritti d’autore in ambito musicale, basata sulla direttiva europea “Barnier”, ed ha l'obiettivo di liberalizzare il settore, seppur non sia stata ancora recepita in Italia.
La commissione europea ha stabilito che un autore si può iscrivere alla “collecting” che preferisce. Una vera e propria rivoluzione nel campo del diritto d’autore, che non ha mancato di suscitare polemiche. Infatti, per comprendere in che misura sta crescendo SOUNDREEF in così poco tempo, basti pensare che solo in Toscana 380 musicisti (soprattutto emergenti) hanno affidato la raccolta e gestione dei propri diritti d’autore a SOUNDREEF, e la maggior parte di essi proviene delle provincie di Firenze (84), di Siena (41) e di Lucca (41). “In Italia si fa una gran fatica a cambiare, a rompere gli schemi consolidati ma essere sconosciuti e giovani in Italia è uno svantaggio contrariamente che altrove", ha affermato Davide D'Atri, l'amministratore delegato di SOUNDREEF, che sta iniziando a infrangere il monopolio della SIAE nella raccolta dei diritti d'autore. “Non ce l'abbiamo con nessuno", ha affermato, “vogliamo solo lo spazio che ci spetta, stiamo rischiando in prima persona, vogliamo provarci senza lamenti purché le condizioni siano pari per tutti".
Quando un mercato si apre verso nuove modalità commerciali, tutti ne traggono vantaggi, si creano nuovi posti di lavoro e nuove imprese, tanto che - si spera - lo stesso monopolista è stimolato a migliorare. Le peculiarità di SOUNDREEF - ha spiegato D'Atri - sono quelle di velocizzare alcuni punti critici per gli artisti, tra cui il rendiconto delle “utilizzazioni” entro 7 giorni dal concerto, il pagamento delle royalty entro 90 giorni dal concerto, sia per i concerti nazionali sia per quelli internazionali. Afferma D’Atri: “La nostra rendicontazione è analitica al 100%. Ciò che è stato “suonato” è pagato e gli utenti possono verificare in tempo reale come e quando hanno guadagnato attraverso l'account online”.
Dal canto suo la SIAE si difende, spiegando che le decisioni prese da alcuni musicisti di aderire ad altre società sono dovute a una “non corretta informazione", ricordando anche che dal 1° gennaio 2015 a fine marzo 2016 circa 6 mila nuovi autori under 31 si sono iscritti alla Società italiana degli autori e degli editori. Per il presidente della SIAE, Filippo Sugar, è una conferma "che gli sforzi per migliorare i servizi per i propri associati - digitalizzando l'offerta, pubblicando online bilancio e relazione di trasparenza, azzerando la quota d'iscrizione per giovani e start up editoriali e abbassando la nostra provvigione, che oggi in media è sotto al 16% - stanno andando nella giusta direzione". La SIAE tutela in tutto 45 milioni di opere in virtù di 270 accordi di rappresentanza con società di collecting estere, realizzando circa 1,2 milioni di licenze l’anno, servendo oltre 500 mila utilizzatori sul territorio, senza alcun contributo dello Stato. Questi dati tranquillizzano la SIAE poiché dimostrano di tutelare al meglio gli interessi dei loro associati, anche nella negoziazione con grandi player internazionali.
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