Musica che fluttua nell’ambiente, sino a diluirsi, a confondersi con i ‘rumori’ della natura, il vento che si abbatte sugli alberi, l’acqua che scorre, una pietra che rotola. Fonti sonore primarie che si fanno pentagramma nel nuovo disco di Max Casacci in una sperimentazione lontana dall’aggressivo rock elettronico della sua band, i Subsonica. In Earthphonia il compositore affida le pagine della partitura non ai tradizionali strumenti musicali, ma a suggestioni che arrivano dal mondo, dal suo evolversi, dagli ecosistemi che permettono al nostro pianeta di evolversi e di vivere. Sono canzoni immaginate per far riscoprire il potere evocativo, il fascino dell’ascolto e del silenzio, un’opera che cresce, si sviluppa, seguendo i normali flussi temporali della terra.

«È una musica – dice ‒ che vuole anche riprendere le sollecitazioni delle voci più giovani che si sono sollevate dalle piazze». Come quelle dei ragazzi di Fridays for Future che la scorsa estate, in occasione di un loro appuntamento, hanno avuto la possibilità di ascoltare dal vivo, in anteprima, l’album.

Un lavoro che nasce, ricorda il compositore, da una scoperta, quella delle pietre sonore dell’isola di Gozo, nell’arcipelago maltese. Sassi che, se percossi, rivelano una intonazione naturale, sono capaci di ‘cantare’ come fossero un coro di voci umane. Poi è arrivato Michelangelo Pistoletto, impegnato, nella sua Cittadellarte, a riscoprire la vocazione di Biella, come terra delle acque, come era conosciuta in Europa nel secolo scorso, per le capacità terapeutiche delle acque del torrente Cervo che la attraversa. Qui una goccia si è fatta suono, per poi viaggiare tra i rigagnoli del Delta del Po, ascoltando, e registrando, le folate di vento e il battito di ali degli uccelli.

Un disco frutto di importanti incontri, come quello con Mario Tozzi, che ha suggerito a Casacci di sentire il suono emesso dai vulcani, che batte il ritmo del globo, captato a Stromboli ai piedi della Sciara del Fuoco, e con la biologa marina Mariasole Bianco, presidente di Worldrise, che si occupa di tutela dei nostri mari: grazie a lei il musicista ha avuto accesso a una vastissima libreria di suoni provenienti dagli oceani in ogni angolo del pianeta.

Un lavoro collettivo, al quale hanno anche preso parte, tra gli altri, il botanico e accademico Stefano Mancuso, che ha portato Casacci nel cuore della terra, dove le radici degli alberi si muovono come se fossero dotate di un sofisticato sonar che le fa avanzare, riconoscendo e aggirando gli ostacoli, alla continua ricerca della loro fonte di sussistenza, l’acqua. Un percorso che è stato registrato nell’asettica perfezione del silenzio di una camera anecoica, per poi diventare una sinfonia della foresta, che si apre tra i rami più alti, che guardano il cielo e il brulicare di vita del sottosuolo. Altra collaborazione quella con Slow Food, che ha mobilitato gli agricoltori del progetto Terra Madre per catturare i suoni delle montagne negli angoli più remoti del pianeta e con gli apicoltori, dove l’intensa attività delle api si è trasformata in una incalzante danza barocca, una danza di corte, che l’artista ha dedicato a Maria Antonietta del film di Sophie Coppola. Una trama, quella di Earthphonia che passa da immersioni meditative a brani capaci di scuotere il corpo, come se la primaria fonte di ispirazione, la natura, fosse una inarrivabile pista da ballo. Un disco accompagnato da un libro dove tutti i protagonisti che hanno fatto scoprire a Casacci le meraviglie dell’ecosistema, le raccontano, preparando l’ascoltatore all’immersione in un ‘Oceano di Suoni’ che è stato meticolosamente costruito in due anni di lavoro senza che fosse stato utilizzato alcuno strumento musicale.

Immagine: Eruzione alla Sciara del Fuoco di Stromboli. Crediti: Vincenzo Fondacaro / Shutterstock.com

Argomenti

#vulcano#musica#oceano#subsonica