La scommessa della World Health Organization è ambiziosa: sradicare il virus entro il 2018. Eppure il progetto potrebbe naufragare a causa dei conflitti attualmente in corso in Siria, Camerun e Pakistan, dove gli scontri sociali e gli scenari di guerra hanno provocato la dissoluzione della sanità pubblica, mettendo bruscamente fine ai cicli di vaccinazione e causando un’impennata di contagi che – se non adeguatamente contenuti – potrebbero diffondersi a livello mondiale. Un panorama allarmante, che ha spinto la WHO a dichiarare uno “stato di emergenza sanitaria internazionale”: decisione non scontata ma a questo punto inevitabile, che vuole dare una risposta immediata alla recrudescenza del virus, responsabile – soltanto nei primi mesi del 2014 – di 117 contagi. Per ora i focolai sono concentrati in Asia, Africa centrale e Medio Oriente, ma sono stati già segnalati i primi casi di contagio internazionale: dal Pakistan all’Afghanistan, dalla Siria all’Iraq, dal Camerun alla Guinea Equatoriale. Segnali preoccupanti, se si tiene conto che i mesi a cavallo tra inverno e primavera rappresentano la cosiddetta ‘bassa stagione’ del virus, ovvero il periodo dell’anno (tendenzialmente da gennaio ad aprile) in cui la diffusione della poliomielite conosce i suoi picchi più bassi. Un’anomalia che trae beneficio dall’attuale crisi di molti Paesi coinvolti, dove tensioni sociali e conflitti armati hanno di fatto disintegrato il sistema sanitario nazionale. Esemplare il caso della Siria, dove secondo l’UNICEF la media delle vaccinazioni è passata dal 91% del 2010 al 68% del 2012, lasciando circa 500.000 neonati e bambini potenzialmente esposti a un virus in grado di causare paralisi e morte. Emanando un Public Health Emergency of International Concern (PHEIC), la WHO ha contestualmente identificato le cause più diffuse di contagio, invitando i Paesi coinvolti ad adottare misure più restrittive e controlli più accurati sui viaggiatori in uscita dagli aeroporti. Lo scorso anno, infatti, in tutto il mondo vennero registrati 417 casi di poliomielite, il 60% dei quali risultò essere ‘esportato’ al di fuori del focolaio di appartenenza. Per questo il comitato di emergenza della WHO ha suggerito che le autorità provvedano a istituire cicli di vaccinazioni obbligatorie (con relativo rilascio di un certificato che attesti l’immunizzazione) per chi intenda imbarcarsi su un volo internazionale.