Molti muscoli e poco cervello. Potrebbe essere questa la prima, sommaria impressione trasmessa da Kingdom, serie partita un po’ in sordina lo scorso anno e che ha rapidamente conquistato il pubblico televisivo del canale via cavo Audience Network, tanto da essere già stata rinnovata per la seconda stagione (10 puntate trasmesse oltreoceano in queste settimane), e anche per una terza di ulteriori dieci episodi. Protagonisti, i Kulina, famiglia di lottatori abituati a parare i gran colpi della vita. Siamo a Venice, California: tutto ruota dietro le quinte della Navy Street, palestra di MMA (arti marziali miste) che non naviga in buone acque, nonostante il suo fondatore sia il leggendario Alvey “The King” Kulina, un passato da campione e scopritore di talenti, eterno Peter Pan e genitore atipico di Jay “Testa calda”, e Nate (l’attore popstar Nick Jonas dei Jonas Brothers), fiori all’occhiello della palestra nonché emergenti stelle promesse del pugilato. Poi ci sono le donne: Lisa, giovane compagna di Alvey, faro nella notte e tostissima talent scout. E Christina, l’ex moglie Kulina, ex (si fa per dire) prostituta con diversi vizietti... Quindi, il tenebroso Ryan Wheeler, primo fidanzato della bella Lisa, amico fraterno ed eterno rivale di Alvey, appena uscito di galera, gigante buono dal fisico scolpito, che ha finito di scontare una condanna per avere costretto il padre in sedia a rotelle. Una famiglia allargata, tanto più unita quanto più disfunzionale, atipica e caratterizzata da rapporti parecchio tesi e assai problematici. Nel cast, volti ben noti agli appassionati di serie televisive: Frank Grillo (Captain America, Prison Break, The Gates, The Shield), Nick Jonas (Jonas Brothers), Jonathan Tucker (Non aprite quella porta, Parenthood), Kiele Sanchez (The Glades, Lost) e Matt Lauria (Friday Night Lights, The Chicago Code, Parenthood). Tiene il ritmo, Kingdom, i dialoghi sono semplici, mai banali, il linguaggio a dir poco colorito e la sceneggiatura avvincente e mai scontata, i protagonisti sapientemente caratterizzati, motivo per cui non si riesce a non interessarsi a tutti loro, a tifare indistintamente quando fanno tre passi avanti per poi cadere rovinosamente indietro. Ma sono lottatori e si rialzano sempre. Sudano sangue per un titolo e per restare uniti. Per amare Kingdom non serve essere appassionati di combattimenti, perché questa è la storia di gente che combatte dentro, ma soprattutto fuori dal ring.

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