Il Progetto Genoma Umano ha arricchito gli Stati Uniti. È questo il dato più significativo che emerge dal rapporto pubblicato dal Battelle Memorial Institute, che per la prima volta cerca di tracciare un bilancio complessivo a un decennio di distanza dalla fine del progetto.

Secondo il rapporto, per ogni dollaro speso dall’amministrazione pubblica per finanziare il progetto di decodificazione del genoma umano lo Stato ha incassato 178 dollari: ben il 26% in più di quanto calcolato dallo stesso Battelle Memorial Institute nel 2011, quando il ritorno per le casse dello Stato era stato valutato intorno ai 141 dollari per ogni dollaro speso.

Insomma, a un decennio di distanza dalla conclusione del progetto (durato dal 1988 al 2003), il gettito complessivo confluito nelle casse pubbliche degli Stati Uniti si aggirerebbe intorno al trilione di dollari. “L’impatto economico generato dal sequenziamento del genoma umano è grande, diffuso e in continua crescita”, afferma Martin Grueber, il principale autore della relazione. La cui pubblicazione (forse non casualmente) cade quasi in concomitanza con l’intenzione, da parte del governo statunitense, di ridurre drasticamente la spesa pubblica, anche tagliando i finanziamenti alla sanità e alla ricerca. “Questo non è il momento di tagliare i fondi alla ricerca biomedica”, afferma Francis Collins, direttore del National Institutes of Health di Bethesda (Maryland), organizzazione responsabile del Progetto Genoma Umano. “Tale rapporto indica chiaramente come questi investimenti siano importanti, per non dire fondamentali, per il futuro degli Stati Uniti.”