Avanza in Europa lo standard di comunicazione mobile di quarta generazione, o 4G per gli amici. É di questi giorni la conferma che questo servizio verrà lanciato commercialmente in 16 città del Regno Unito prima della fine dell'anno dalla utility telefonica Everything Everywhere (o EE), i cui piani prevedono di raggiungere tutto il paese britannico entro il 2014.
Non è l'esordio europeo della nuova tecnologia: già dal 2009 l'operatore scandinavo TeliaSonera offre accesso a una rete 4G in diverse città di Svezia, Norvegia e Finlandia, e da giugno è coperta la città francese di Marsiglia. Ma vista l'importanza del mercato inglese, questo è un passaggio cruciale per l'affermazione di questo nuovo sistema, e a questo punto c'è solo da chiedersi quando arriverà anche in Italia (e per ora non ci sono certezze).
Ma che cos'è il 4G? In breve, è l'evoluzione dell'attuale rete di comunicazione utilizzata da smartphone e tablet, nota come 3G. Rispetto al sistema attuale cambiano bande di frequenza utilizzate, aumenta molto capacità di trasmissione dati (in teoria, fino a 40 Megabyte per secondo, in condizioni di ricezione ottimali), in teoria eguagliando le prestazioni della nostra rete WiFi domestica. Come spesso avviene per le reti mobili, non c'è un solo standard, ma due tecnologie ancora in competizione: il cosiddetto MobileWimax, il primo sistema a essere lanciato negli Stati Uniti, e il protocollo Long Terme Evolution (LTE), che si contende con la tecnologia WiMax il mercato americano ed è l'unica presente sul mercato europeo.
A parte esperienze pionieristiche come quella scandinava, e sperimentazioni qua e là in singole città, gli annunci sul lancio di questo servizio nei grandi paesi europei si rincorrono ormai da anni. Ecco perché c'era grande eccitazione a Londra per la conferenza stampa che ha svelato i piani di EE. Le prime città interessate sono Londra, Birmingham, Cardiff e Bristol, cui seguiranno a breve Belfast, Derby, Edimburgo, Glasgow, Hull, Leeds, Liverpool, Manchester, Nottingham, Newcastle, Sheffield e Southampton. Con l'abituale finta goffaggine, il sindaco di Londra Boris Johnson ha presenziato all'evento commentando: “Intendo a malapena di cosa si tratti, ma ho capito le informazioni sgorgheranno senza sosta da questi aggeggi. Ci saranno grandi vantaggi per chiunque viva e lavori a Londra”.
E per noi italiani? Le frequenze per il servizio LTE ci sono, e l'autunno scorso sono state assegnate con un'asta indetta dal governo. Niente sorprese, se le se le sono aggiudicate gli operatori già attivi sul mercato della telefonia mobile: Tim, Vodafone, Wind e H3G. Tanto Tim quanto Vodafone stanno conducendo dai primi mesi di quest'anno sperimentazioni limitate (a Torino per Tim, a Ivrea e in alcuni dei principali stadi sportivi per Vodafone). A complicare le cose però ci si si mettono anche i limiti imposti dalle leggi del nostro paese per le emissioni elettromagnetiche. Tanto che qualche mese fa Nicola Grassi, Direttore dello sviluppo reti per Wind, ha lamentato in una intervista al Corriere delle Comunicazioni che quei limiti “rischiano di rallentare i piani di sviluppo dell’Lte a causa della necessità di realizzare un maggior numero di nuovi impianti». Infatti, tutti gli operatori confidano di poter utilizzare le “torri” già esistenti per il 2G e 3G per ospitare le apparecchiature 4G. Ma i limiti imposti alle emissioni per ogni sito potrebbero impedire a più operatori di condividere la stessa stazione, costringendo a costruirne altre e aumentando i costi.
Entro fine anno tutti gli operatori contano di essere pronti per la trasmissione dati su LTE nelle grandi città, ma di date certe per ora non ce ne sono.

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