Ricostruire la vicenda della più celebre psicostar settecentesca per illustrare i pericoli di guaritori e guru contemporanei. Il saggio di Giuseppe Lago L’illusione di Mesmer, appena pubblicato da Castelvecchi,

è il frutto di un minuzioso lavoro di ricostruzione della straordinaria vita di Franz Anton Mesmer e della sua teoria del magnetismo animale, considerata da molti storici come precorritrice della moderna psicoterapia e ipnoterapia. Al punto da suscitare, da parte degli autorevoli Ellebenger e Zweig, l’ingombrante paragone con Cristoforo Colombo: “Entrambi scoprirono un mondo nuovo, entrambi rimasero tutta la vita in errore rispetto alla vera natura delle loro scoperte per poi morire profondamente amareggiati”. Nel sistema mesmeriano ogni malattia è ridotta a una cattiva distribuzione di un fluido universale che connette - attraverso flussi e reflussi simili a maree - corpi celesti, Terra e corpi animati; la guarigione avverrebbe con una nuova distribuzione del fluido stabilita dal magnetizzatore. Pseudoscienza capolavoro di mistificazione secondo Lago, che considera Mesmer un emulo di Paracelso travestito da illuminista, vero rappresentante dell’oscurantismo e della supremazia del magico e del miracoloso. Il libro presenta cronologicamente la parabola esistenziale di Mesmer: brillante studente nella provincia austriaca si trasferisce a Vienna; gli anni debosciati favoriti dal matrimonio con una ricca vedova più anziana (nelle loro feste si esibisce il giovane Mozart), l’ingresso in massoneria e l’incontro con padre Hell, gesuita che utilizza magneti per calmare i dolori gastrici di una paziente; l’apparente successo nel trattamento della sua prima paziente, la protoisterica Maria Theresa Paradis, accostata a quella che rappresentò Anna O. per Freud. Da lì il trasferimento a Parigi in cerca del riconoscimento che mai i francesi gli tributarono: il rapporto ambivalente con il discepolo Deslon, lo strategico tentativo di sedurre la corte di Maria Antonietta e, attraverso i proclami sui giornali e l’offerta di cure gratuite, il popolo francese pre-rivoluzionario; l’arginata pretesa di “mandare tutti a casa” gli scettici rappresentanti della medicina ufficiale prima del mesto ritorno in patria. Lago analizza lucidamente la carismatica e incoerente personalità di Mesmer: l’alternarsi del falso sé narcisista idealizzato dagli sguardi estatici degli ammiratori e il vero sé paranoico, convinto di possedere poteri speciali, oscurantista tanto da rifiutare la scienza ogni volta che svela l’inconsistenza della sua teoria, pronto a fingere affetto e amicizia a chi può essere utile ai suoi scopi, bramoso di denaro e potere e soggetto a sbalzi d’umore. Allo scopo di identificare i suoi successi terapeutici come frutto della suggestione dei pazienti e non per l’esistenza di quel fluido fisico che vorrà sostenere fino alla morte. Per questo Lago spodesta Mesmer dal trono di padre dell’ipnosi e mette in guardia rispetto a chi anche oggi utilizza pseudoscienza e carisma per ottenere onori e proseliti. Facile il riferimento a Di Bella e Vannoni, con il suo metodo Stamina: “La generale mancanza di cultura scientifica in Italia permette la periodica riproposizione di personaggi carismatici privi di contenuti ma abili ad essere rivalutati dalla politica, territorio nel quale si può ottenere credito anche senza avere le carte in regola”. Lago ne ha anche per Basaglia, da lui incontrato nei primi anni di carriera: “Persona onesta, capace di una riforma rilevante da un punto di vista umanistico, ma non terapeutico”, a cui imputa “un percorso che da scientifico si è fatto politico: la pretesa per cui è unicamente la società a indurre i disturbi psichiatrici non è così dissimile a quella del fluido di Mesmer, e ha provocato non solo gravi problemi nella gestione dei pazienti dopo la chiusura dei manicomi, ma anche la distruzione della professione psichiatrica: i miei colleghi all’epoca sembravano, più che medici, fedeli funzionari di partito”.

L'illusione di Mesmer. Carisma e pseudoscienza nell'epoca dei Lumi, di Giuseppe Lago. Castelvecchi, 2014 (pp. 324. Euro 28)