In base ai dati dell’Organizzazione mondiale del turismo, dopo anni di crisi o stallo, nel 2017 il settore è tornato finalmente a crescere, di un notevole 7%, e dal punto di vista economico ciò costituisce certamente una notizia rassicurante. Ma oltre a far circolare denaro, cultura, divertimento, il turismo ha un impatto sull’ambiente non facilmente misurabile, che tuttavia una recente ricerca, The carbon footprint of global tourism, pubblicata su Nature climate change (maggio 2018), ha cercato di quantificare.

Secondo gli autori, australiani e cinesi, esso contribuirebbe per circa 8% all’emissione dei gas serra, parecchio al di sopra delle precedenti stime, che oscillavano tra il 2,5 e il 3%. La particolarità di questa ricerca è che tiene conto di un ampio numero di fattori, non solo cioè i trasporti – che di certo hanno un peso rilevante – ma anche i consumi alimentari, le strutture di accoglienza, l’acquisto di souvenir e così via, e prende anche in considerazione gli spostamenti di lavoro.

Dei 160 Paesi di cui si sono studiati i flussi turistici, quelli più inquinati e parimenti più inquinanti sono gli Stati Uniti, che da soli sono responsabili di un quarto delle emissioni di CO2; seguono poi la Cina, la Germania, l’India, il Messico, il Brasile, il Canada, il Giappone, la Russia e il Regno Unito. Gran parte dell’inquinamento turistico di questi Paesi – in cui vi è una ovvia correlazione con la ricchezza – dipende da movimenti interni. Vi sono poi delle realtà, come quelle delle Mauritius, di Malta, delle Maldive, delle Seychelles e di Cipro, in cui l’inquinamento turistico raggiunge una percentuale molto alta dovuta quasi del tutto a visitatori provenienti da altri luoghi; in questi piccoli Paesi, il turismo è responsabili dal 30 all’80% dell’inquinamento da CO2.

Per quanto riguarda le fonti di inquinamento, i turisti provenienti da Paesi con PIL bassi producono CO2 soprattutto attraverso l’utilizzo di trasporti su strada, mentre quelli provenienti da Paesi più economicamente sviluppati producono inquinamento soprattutto mediante l’uso di trasporti via cielo.

Secondo questa indagine, dal 2009 al 2013 le emissioni di gas serra globali causate dal turismo sono passate da 3,9 miliardi a 4,5 miliardi di tonnellate, poiché la crescita dell’attenzione verso forme di turismo sostenibile non riesce a bilanciare la crescita della domanda turistica generale, un problema non destinato a diminuire dato il sempre maggiore interesse per questo genere di attività da parte dei cittadini delle economie in espansione, quali Cina e India.

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