Domenica 19 ottobre prenderà il via la ventunesima edizione della Marcia della Pace Perugia Assisi, nata trentatré anni fa su intuizione di Aldo Capitini il 24 settembre 1961. Di questa notevole figura di filosofo, pedagogo, teorico della non violenza, si sa molto sia sul versante biografico (i suoi studi presso la Scuola Normale di Pisa e la sua espulsione decretata da Giovanni Gentile, il suo antifascismo,
gli intellettuali e religiosi con cui venne in contatto), sia su quello saggistico (si deve a Benedetto Croce la pubblicazione da Laterza del suo Elementi di un'esperienza religiosa nel 1937). Meno nota forse è la sua collezione di libri, oggi conservata a Perugia presso la Biblioteca comunale di San Matteo degli Armeni, grazie a un accordo con la Fondazione Capitini. Essa consta di circa 6500 volumi (di cui un migliaio di opuscoli), 200 riviste e un centinaio di tesi di laurea. Una ricognizione su questo materiale ci permette di capire non solo il vasto raggio delle letture di Capitini, ma anche su quali testi si sia forgiato il suo pensiero. Egli appose infatti tutta una serie di appunti e promemoria su scritti molto vicini ai suoi interessi: mi limito a citare il volume di Luis Cormann, fondatore della Morfopsicologia, Une école d’héroisme. Les campagnes non-violentes de Gandhi (Paris, Stock, 1951), quello di Rienzo Colla, Tu non uccidere (Vicenza, La locusta, 1957), o quello di don Zeno Saltini, L’uomo è diverso (Grosseto, Edizioni Staia, 1955).
Di particolare interesse si rivelano anche le dediche che accompagnano molti libri della biblioteca: Giovanni Pioli, ex sacerdote, sostenitore del modernismo nonché fra i primi e più attivi promotori dell'obiezione di coscienza in Italia, scrive nel suo Educhiamo i nostri padroni (Milano, Istituto Italo Britannico, 1919): “Omaggio di Giovanni Pioli ad Aldo Capitini, pioniere di rinnovamento religioso, morale, sociale”; lo storico Delio Cantimori, già compagno di studi di Capitini alla Scuola Normale, in Eretici italiani del Cinquecento (Firenze. Sansoni, 1939): “A Aldo Capitini, affettuoso omaggio del suo vecchio amico; queste ricerche, iniziate alla Normale, vorrebbero essere anche, per te, un segno della fedeltà alla vecchia amicizia, e allo spirito delle nostre vecchie discussioni. Delio”; o infine la copia già menzionata del volume di Corman: “Au Professeur Aldo Capitini en témoignage de la communauté de notre idéal, et comme un message de sympathie a son Congres de Non–violence. L.Corman”.
Esempi che ci permettono di comprendere l’importanza di conservare uniti i patrimoni librari di grandi intellettuali, raccolte che, anche se riescono a evitare la vendita da parte degli eredi, vengono spesso lasciate prive d’inventario nei magazzini delle biblioteche, senza alcuna possibilità di consultazione.
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