Le analisi condotte da Curiosity, la sonda della Nasa sbarcata sul Pianeta Rosso il 6 agosto 2012, ribaltano in buona parte le aspettative degli scienziati sulla concentrazione di metano e quindi sulla possibilità dell'esistenza di forme di vita (perlomeno batteriche) su Marte. I dati mostrano infatti che la quantità di gas presente nell’atmosfera di Marte è inferiore a 1,3 parti per miliardo: un volume sei volte inferiore rispetto alle stime eseguite sulla base delle misurazioni satellitari condotte nei precedenti dieci anni. In base a queste ultime (la cui affidabilità tuttavia era già stata oggetto di varie critiche da parte della comunità scientifica) alcuni ricercatori avevano ipotizzato che una notevole concentrazione di metano potesse fornire la prova indiretta dell’esistenza di una qualche attività biologica, passata o presente. Ma le nuove rivelazioni effettuate da Curiosity direttamente sul suolo marziano riducono notevolmente la probabilità che organismi microscopici possano avere abitato o abitare tuttora sotto la superficie del pianeta, benché la scarsità di gas presente nell’atmosfera non rappresenti da sola una prova schiacciante, visto che sulla Terra esistono molti microrganismi il cui metabolismo non produce emissioni di metano. L’unica certezza, per ora, è che qualsiasi sia il fenomeno che abbia prodotto questa concentrazione di metano su Marte debba essersi verificato recentemente: le caratteristiche specifiche del pianeta sono infatti tali da mantenere stabili le molecole di metano per circa 300 anni. Un mistero che potrebbe essere sciolto nel 2016, quando sarà lanciato in orbita il veicolo spaziale ExoMars, il cui obiettivo sarà proprio di risolvere, una volta per tutte, questi enigmi.
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