Una lattina di Campbell Soup come non se ne erano mai viste, una Venere del Botticelli "pixelata" e con tre occhi, la banana dell'album dell'esordio di Velvet Underground, un autoritratto realizzato manipolando una fotografia: grazie a un paziente lavoro di archeologia digitale dodici Andy Warhol inediti sono riemersi qualche tempo fa da un obsoleto floppy disk vecchio di circa trent’anni.

Scarabocchi e manipolazioni di fotografie erano state realizzate dal padre della pop art nel 1985, due anni prima di morire, per far pubblicità all'Amiga 1000, un modello di computer Commodore famoso all'epoca per le sue capacità grafiche. Alcuni di questi lavori fanno parte della mostra “Andy Warhol inedito: le prime sperimentazioni digitali con Amiga 1000" allestita al Museo dell'industria e del lavoro (Musil) di Rodengo Saiano (Brescia) e visitabile fino al 30 ottobre (a cura della Deodato Arte).

Tra i lavori spicca anche la prima opera di computer-art firmata da Warhol che ritrae Debby Harry, la leader del gruppo rock Blondie, oltre a un corpus di opere inedite del creatore della Pop Art, realizzate appunto con il primo personal computer multimediale per cui trent'anni fa Andy Warhol fece da testimonial realizzando un'opera al Lincoln Center di New York. Nella mostra, che documenta il talento sperimentatore dell'artista, sono esposti due storici pc del 1985 in cui si ammirano nove opere inedite elaborate da Warhol, sedici acetati di cui sei inediti, provenienti dalla serie Ladies and Gentlemen, che ritraggono modelle e drag queen ingaggiate per il progetto, serigrafie, dischi, banconote da due dollari e da centomila lire, oltre a una ricca documentazione che include fotografie, filmati, la rivista "Amiga Word" con l'intervista all'icona della Pop Art, alcuni numeri del mensile "Interview" e biglietti di Leo Castelli. Il tutto accanto a una ricca documentazione che include fotografie, filmati, riviste e le opere del fotografo, stampatore e artista Giuliano Grittini, noto per le sue collaborazioni con molti artisti tra cui Warhol.
Il floppy e l'Amiga, regalati all'artista in occasione della presentazione del computer Commodore, avanzatissimo per l'epoca, sono rimasti conservati per anni nell'Andy Warhol Museum di Pittsburgh. In un’intervista rilasciata oltre trent’anni fa Warhol, chiamato a cimentarsi con la grafica del pc, diceva di amare le immagini digitali perché simili alle proprie opere. Infatti dal floppy, dopo un lungo lavoro tecnicamente non semplice, sono state estratte diciotto immagini di cui dodici firmate da Warhol. Tra queste una versione digitale della celebre lattina della zuppa Campbell, della Venere di Botticelli e un autoritratto.
  
http://www.musilbrescia.it/news/dettaglio_news.asp?id=429
http://warholfoundation.org/