Siamo nel cuore della Tuscia, area geografico-culturale a ridosso di Lazio e Toscana e più precisamente nella parte settentrionale della provincia di Viterbo. Il territorio pullula di rari scorci paesaggistici ed eccezionali testimonianze artistiche: dagli Etruschi ai domini papali la Storia ha lasciato qui tracce straordinarie del suo passaggio, in un contesto naturalistico unico. Laghi vulcanici, foreste di cerri e di faggi, calanchi e cascate si alternano a campi e colline coltivati; castelli, palazzi nobiliari, ville papali incoronano i borghi medievali imperniati su costoni di tufo; necropoli etrusche, anfiteatri romani e “parchi dei mostri” contrassegnano una delle zone più interessanti del nostro Paese.

Villa Lante, il palazzo di Caprarola. Pitigliano, Bomarzo. Sutri e Tuscania. Tarquinia e Civita di Bagnoregio. Ovunque si volga lo sguardo non c’è rischio di sbagliare, sono davvero Storia e Natura a prenderci per mano e a dettare il passo. Tutto comincia sulla statale numero 2, quella via Cassia che in alcuni antichi tratti si fonde con la Francigena, storica arteria di devozione e pellegrinaggi. Da Viterbo si punta a nord: tra vigne e uliveti, a circa 600 m slm, svetta a un tratto l’imponente cupola della chiesa di S. Margherita di Montefiascone, tra le più grandi d’Italia. La cattedrale si innesta nel cuore dell’antica cittadina insieme alla Rocca dei Papi e ai giardini, privilegiato punto di osservazione sul Lago di Bolsena e l’ameno paesaggio sottostante. La passeggiata in saliscendi si muove nel centro storico tra chiese medievali e palazzi dai nomi altisonanti: peccato per lo slalom tra le auto che purtroppo, qui come altrove, compromettono vivibilità e bellezza. Il rumore e la difficoltà di camminare tra le vetture parcheggiate ovunque inducono a dirigere i nostri passi verso il lago.Immagine 0La cupola della chiesa di S. Margherita, cattedrale di Montefiascone, Viterbo (foto di Valeria Canavesi)

Il colpo d’occhio è notevole: il bacino vulcanico è molto ampio e lo sguardo scorre libero esplorando le acque placide, i borghi sulle sponde, le isole Martana e Bisentina. La prima, più selvatica e di proprietà privata, è prospiciente l’abitato di Marta, piccolo paese tradizionalmente dedito alla pesca. L’altra, recentemente riaperta al pubblico, custodisce cappelle rinascimentali, una spettacolare sala ipogea scavata nella roccia (detta Malta dei Papi), chiese e conventi immersi in uno scenario naturalistico straordinariamente integro. L’isola Bisentina si trova davanti a ciò che rimane dell’etrusca Visentium e a Capodimonte, vivace centro turistico che sovrasta le acque insieme alla cinquecentesca Rocca Farnese. Sulla sponda occidentale osserviamo senza soluzione di continuità lidi, canneti, camping, aziende agricole, viali di oleandri: qui un bagno è d’obbligo e le acque sono davvero terse e invitanti.Immagine 1Veduta del borgo di Capodimonte, Viterbo (foto di Valeria Canavesi)

La sosta refrigerante prepara corpo e spirito alla scoperta del luogo più emblematico, che dà il nome all’intero bacino: è la città del Miracolo Eucaristico, Bolsena. La sua cortina di mura ed edifici storici sovrasta la parte più moderna punteggiata da case, attività commerciali e servizi turistici, ma è in alto che si deve andare, magari oltrepassando la monumentale porta di San Francesco. Vicoli, strade lastricate, scalinate e sottopassaggi in pietra conducono su e in un’atmosfera di altri tempi, molto ben conservata. Si sale e si immaginano antiche botteghe artigiane, nobili a cavallo, commercianti ed ecclesiastici indaffarati. Si sale fino alla Rocca Monaldeschi della Cervara, monumento simbolo dello skyline bolsenese: poco distante, l’area archeologica di Volsinii Novi (nucleo originario di epoca etrusco-romana); poco sotto, la collegiata di S. Cristina con le catacombe e la cappella del Corpus Domini_._ La dimensione religiosa si sovrappone armonicamente con gli altri registri della città: quello storico, quello artistico, quello paesaggistico. Un po’ meno con l’attuale vocazione turistica, che anche qui si è fatta per chi scrive davvero troppo invadente. Piace immaginare questo luogo in altre stagioni, forse senza la piacevolezza di un bagno ristoratore ma senz’altro in maggiore sintonia con le suggestioni storiche e la quiete del lago. A ben pensarci, un ottimo motivo per tornare presto, magari in inverno.

Immagine di copertina: Scorcio di Bolsena, Viterbo (foto di Valeria Canavesi)

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

Argomenti

#Etruschi#Bolsena#Tuscia