I dinosauri dormivano come gli uccelli. Questa la scoperta avvenuta nel deserto della Mongolia e presentata al recente convegno della Società di paleontologia dei vertebrati. Sono state rinvenute in una pietra di 70 milioni di anni fa tracce di tre dinosauri, stretti l’uno accanto all’altro, rannicchiati come gli uccelli in un nido. La ricerca è stata condotta da un team di ricercatori dell’Università dell’Alberta (Canada), coordinati da Greg Funston, che ha visto anche la partecipazione dell’italiano Federico Fanti, dell’Università di Bologna.

Alla base di questa particolare posizionale, tipica dei volatili, ci sarebbe stata per i dinosauri la necessità di regolare la temperatura del corpo e sfuggire dalle insidie dei predatori. Secondo il paleontologo Fanti, in base all’analisi geochimica effettuata sulla pietra, i dinosauri provenivano dalla zona di Bugiin Tsav nel deserto di Gobi, in Mongolia dove già in precedenza sono stati rinvenuti interessanti giacimenti di fossili di dinosauri. In questo sito sono stati rinvenuti giganteschi Tarbosauri, “piccoli” esemplari di Gallimimus, rarissimi scheletri di cuccioli di Protoceratopo e di Adrosauro, impronte fossili di pelle di dinosauro, interi nidi di uova di Sauropode e Protoceratopo e le “braccia” spaventose (lunghe quasi 3 metri con artigli di 70 centimetri) di un Therizinosaurus, un dinosauro carnivoro gigante, appartenente a una specie poco conosciuta.

Uno dei maggiori contributi che la paleoicnologia, cioè lo studio delle tracce fossili nel terreno, può dare alle scienze della terra consiste nel rappresentare antichi ambienti, fornendo dati dettagliati che altre scienze difficilmente possono offrire. Gli studi in corso stanno facendo emergere per questa zona un quadro ambientale del tutto nuovo. Agli studiosi si sta presentando lentamente l’immagine di una fascia costiera a clima semiarido e vegetazione scarsa, in cui vari gruppi di dinosauri trovarono l’habitat più adatto alla loro evoluzione.

Per quanto riguarda l’Italia sono state fatte scoperte molto interessanti soprattutto in Trentino. Resti di rettili marini vissuti prima dei dinosauri sono stati rinvenuti in Vallarsa, nei pressi di Rovereto, dove le rocce incise dal torrente Leno documentano una storia lunga più di 240 milioni di anni. I reperti di questi rettili non sono rari nei sedimenti triassici dell’arco alpino, dato che sono stati ritrovati in Lombardia, Friuli, Val Badia e Val Gardena. Le aree più vicine alla Vallarsa sono quelle di Recoaro, nel Vicentino, dove negli ultimi anni sono stati recuperati alcuni resti di scheletri. Inoltre, alcuni denti isolati testimoniano la presenza nei territori trentini di un tipo di rettile, il Placodonte Placodus Gigas**,** finora sconosciuto nelle Alpi meridionali. I Placodonti comparvero e si estinsero nel Triassico, sopravvivendo per 35 milioni di anni. Si tratta di rettili semiacquatici che si spostavano sia lungo le coste, sia nuotando nelle contigue acque basse; il cibo preferito era costituito da molluschi e crostacei i cui gusci venivano schiacciati da larghi denti.

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