Dopo avere sbaragliato la concorrenza di serie acclamate, come House of Cards e la favoritissima Westworld, con ben tredici nomination alla 69a edizione degli Emmy Awards e otto statuette portate a casa (migliore serie drammatica, migliore attrice drammatica, Elisabeth Moss, migliore attrice non protagonista, Ann Dowd, migliore sceneggiatura, migliore regista, migliore attrice “guest star”, Alexis Bledel, migliore scenografia e fotografia), The Handmaid’s Tale approda in Italia il 26 settembre sulla piattaforma Timvision (pochi per ora la conoscono e la seguono, peccato questa scelta di nicchia).

La serie TV in dieci puntate ideata da Bruce Miller e firmata Hulu, che ne ha già annunciato una seconda stagione, è tratta dall’omonimo romanzo distopico della poetessa e scrittrice canadese Margaret Atwood, Il racconto dell’ancella, che nel 1985 vendette milioni di copie e destò scalpore per le crude tematiche affrontate, fino a essere bandito da alcune scuole. Il movimento femminista ne fece invece un vessillo. Nel 1990 il regista tedesco Volker Schlöndorf, vincitore del premio Oscar per il miglior film straniero nel 1980, realizzò una trasposizione per il grande schermo.

La sinossi: in un futuro prossimo in cui inquinamento, terrorismo e guerre hanno devastato l’umanità e le nascite sono ridotte ai minimi termini, la Società di Gilead, teocrazia totalitaria di matrice cristiana, militarizzata e misogina, rovescia il governo e sale al potere negli Stati Uniti. Le poche donne rimaste vengono sottomesse, classificate (ci sono le Mogli, le Figlie, le Non-Donne e le Ancelle) e, quelle fertili, utilizzate solo a scopo procreativo, per generare prole e ripopolare il mondo. Mercificate, private della libertà e ridotte a meri corpi, oggetti di proprietà degli uomini di Stato, sono proprio le Ancelle a subire il trattamento più crudele.

A raccontare come sono tenute in schiavitù è una di loro, Offred (ovvero di-Fred, il suo crudele Comandante padrone   ̶  che ha il volto di Joseph Fiennes   ̶  poiché le Ancelle non hanno diritto neppure a un nome) interpretata dalla bravissima Elizabeth Moss, star di Mad Men (per cui ebbe una nomination ai Golden Globe, due agli Emmy e vinse gli Screen Actors Guild Award) e di Top of the lake (per cui ha meritato un Golden Globe e il Satellite Award). Nel nutrito cast molti volti noti della serialità televisiva: Samira Wiley (Orange is the new black), Ann Dowd (The Leftovers, Masters of sex) e Yvonne Strahovski (Dexter). Se ne consiglia la visione a maschi solo se accompagnati da ancelle emancipate.

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