Naturalmente le tracce della figura di Augusto sono disseminate nell’intera città di Roma e una meravigliosa mostra permanente si può ammirare semplicemente passeggiando tra i Fori imperiali, a piazza Augusto Imperatore con il suo Mausoleo e l’Ara Pacis ad esso forzatamente congiunta, passando davanti all’obelisco di Piazza Montecitorio; eppure Augusto, la mostra ideata per il  bimillenario della morte dalle Scuderie del Quirinale a Roma, porta un contributo notevole a una riconsiderazione storica del personaggio, da un punto di vista prioritariamente estetico e della comunicazione, e quindi sommamente politico. Qualcosa di ben diverso rispetto a quanto organizzato per il bimillenario della nascita, con la Mostra augustea della Romanità a Palazzo delle Esposizioni promossa da Benito Mussolini nel 1937, in piena retorica imperiale, con le contemporanee modifiche urbane, gli sventramenti e la rilettura monumentale della città. La mostra attuale non si propone certo finalità propagandistiche, ma piuttosto l’analisi critica di un personaggio decisivo dentro un passaggio epocale che utilizzò sistematicamente l’arte come strumento di comunicazione e di propaganda. Ed è anche questo il filo conduttore della rassegna: escludendo per ragionevole scelta la pittura e l’architettura che ampiamente è proposta a Roma tra musei e luoghi fisici, la mostra si incentra sulla scultura, sui bronzi, sulle terrecotte, sulle monete, sui gioielli e sulle arti cosiddette minori, evidenziando il messaggio politico inscritto in questi manufatti e il sistema di comunicazione di Augusto e della sua corte. Più di duecento opere, con diversi contributi anche dall’estero. Fra queste molti capolavori, tra cui l'Augusto pontefice massimo ritrovato sulla via Labicana e conservato al Museo Nazionale Romano e l'Augusto ritrovato nell’area di Prima Porta e conservato ai Musei Vaticani. A fianco di questa scultura, significativamente è accostato il modello a cui si è ispirata, il Doriforo di Pompei, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La mostra si protrarrà fino al 9 febbraio 2014 e si trasferirà al Grand Palais dal 19 marzo al 13 luglio; sarà così compiutamente celebrata la ricorrenza della morte dell’eccelso principe, avvenuta a Nola, dopo un lungo dominio, il 19 agosto del 14 d.C.