26 novembre 2015

Via della Seta: Persepoli prima di Persepoli

Da pochi giorni è terminata l'annuale campagna di scavo della Missione Archeologica Congiunta Irano-Italiana nel Fars del Research Institute for Cultural Heritage and Tourism della Repubblica Islamica dell’Iran e delle Università di Bologna e Shiraz.

Questa missione, condiretta dal Prof. Alireza Askari Chaverdi dell'Università di Shiraz e dal Prof. Pierfrancesco Callieri dell'Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, ha avviato le sue attività in Iran nel 2005, prima con lo scavo di due siti di periodo achemenide e post-achemenide nella valle di Tang-e Bolaghi, situata nei pressi del sito di Pasargade, e successivamente a Pasargade stessa, il primo centro cerimoniale della dinastia persiana fondata da Ciro II (558-530 a.C.), e più precisamente presso la fortezza nota come Tall-e Takht.

Dal 2008 la missione ha spostato le sue attività nel sito di Persepoli, residenza reale e cuore dell'impero persiano, inserito nella lista UNESCO dei siti Patrimonio dell'Umanità sin dal 1979.

Le attività di ricerca della missione hanno come obiettivo lo studio della vasta piana che si estende ai piedi della terrazza reale, costruita da Dario I verso la fine del VI sec. a.C., al fine di studiarne l'occupazione e lo sviluppo e trovare tracce dell'insediamento urbano, ricordato anche dalle fonti greche relative alla conquista della città da parte di Alessandro, ma al momento non ancora identificato con esattezza.

Nonostante i gravi danni causati alla stratigrafia archeologica dallo sfruttamento agricolo dell'area negli ultimi decenni del secolo scorso, la Missione Archeologica Irano-Italiana è riuscita a identificare, fino ad ora, un quartiere artigianale, situato a circa un chilometro a ovest dalla terrazza, e un paradeisos, un giardino regale, che separava la terrazza regale e i palazzi dell'alta nobiltà dal resto della piana.

Il risultato più importante, tuttavia, è stato effettuato nel sito di Bagh-e Firuzi, e più precisamente nel tell, la collina artificiale, conosciuta come Tol-e Ajori, il colle dei mattoni, situato a circa 3,5 km a ovest della terrazza.

Lo scavo estensivo di questa collina, iniziato nel 2011 e ancora in corso, sta riportando alla luce quella che risulta essere una copia estremamente fedele, anche se in dimensioni leggermente maggiori rispetto all'originale, della maestosa porta di Ishtar di Babilonia, costruita interamente in mattoni d’argilla, crudi e cotti.

Questa porta monumentale doveva quasi certamente fungere da ingresso verso un grande edificio situato ove oggi si trova il tell conosciuto col nome di Firuzi 5. Questo grande edificio, purtroppo, risulta quasi completamente distrutto, o forse mai completamente realizzato, e non abbiamo al momento nessuna informazioni riguardo alla sua funzione.

La porta ritrovata nella piana di Persepoli, anche se fortemente danneggiata da azioni di spoliazioni già in tempi antichi e forse mai ultimata, conserva, tuttavia, i resti di una meravigliosa decorazione realizzata con mattoni invetriati monocromi, policromi e a rilievo che ricopriva interamente i muri interni ed esterni della struttura.

La decorazione è composta da elementi floreali e geometrici e da figure di animali in processione, in particolare tori e mushkhusshu, animali mitologici della tradizione babilonese rappresentati con le sembianze di dragoni dalla testa serpentiforme.

I motivi decorativi, i colori scelti, i modelli stilistici e la tipologia di materiali utilizzati per realizzare questa decorazione, sostanzialmente identici a quelli presenti nella Porta di Ishtar a Babilonia, e la pianta dell'edificio, anch'essa coincidente con il modello babilonese, provano la volontà di riprodurre qui, nel cuore dell'impero persiano, uno dei monumenti più imponenti e significativi di una delle conquiste più prestigiose di Ciro, quella Babilonia che per lungo tempo aveva dominato sull'area mesopotamica e che ora si inchinava davanti ai nuovi signori dell'Asia.

Il diretto richiamo alla conquista di Babilonia, avvenuta nell'ottobre del 539 a.C., sembra suggerire una datazione agli ultimi anni del regno di Ciro e anche i primi risultati delle analisi al C14, effettuate su alcuni resti ossei raccolti durante lo scavo, sembrano confermare questa ipotesi.

Proprio questa datazione costituisce uno dei risultati più sorprendenti dello scavo. La terrazza di Persepoli e l'insediamento ad essa collegato sono stati ideati e realizzato per volontà di Dario I (522-486 a.C.) e dei suoi discendenti, e fino ad oggi si era sempre ritenuto che nell'area di Persepoli non vi fossero edifici monumentali databili al regno di Ciro, il quale aveva eletto a sua residenza il sito di Pasargade.

I ritrovamenti effettuati dalla Missione Archeologica Irano-Italiana, se dovesse essere definitivamente confermata la datazione ipotizzata, aprono interessantissimi quesiti sulla presenza di strutture monumentali già in epoca proto-achemenide e obbligano quindi a rivedere la storia e l'evoluzione di quello che è senza alcun dubbio uno dei siti archeologici più importanti di tutto il periodo achemenide e di tutta l'area iranica.

 

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