Star of the Morning (2008) della scrittrice britannica Kirsten Ellis è il titolo della biografia dedicata ad una delle più singolari e affascinanti figure femminili dell’Ottocento europeo, un’opera che sarà oggetto di una imminente trasposizione cinematografica attuata dai produttori de Il discorso del Re (The King’s Speech), pellicola pluripremiata agli Oscar del 2010. Protagonista della storia è Lady Hester Stanhope (1780-1839), figlia di un’influente famiglia aristocratica e nipote del Primo Ministro britannico William Pitt the Younger, che si affrancò dall’alta società londinese per intraprendere un’avventura sensazionale e pionieristica. Nel 1810 Hester si imbarcò per quello che doveva essere solo un viaggio nell’esotico Oriente e che al contrario divenne un percorso esistenziale che durò tutta una vita. Dopo aver frequentato i più vivaci porti del Mediterraneo la viaggiatrice britannica si addentrò nelle zone interne della Siria dove entrò in contatto con la popolazione locale. Qui seppe guadagnarsi la fiducia delle tribù beduine del deserto riuscendo a visitare luoghi fino ad allora interdetti e difficili da raggiungere; abile amazzone, entrò accompagnata dai cavalieri nomadi a Palmira accampando le tende fra le imponenti rovine oggi minacciate dalla guerra civile. Fu però presso le impervie pendici del Monte Libano che Lady Stanhope scelse di ritirarsi in una sorta di mistico isolamento; prese dimora restaurando un monastero diroccato e divenne protettrice dei bisognosi del luogo. Nel rifugio sorvegliato da rudi soldati albanesi Hester divenne familiare con le consuetudini della popolazione drusa che abitava i villaggi vicini e con la loro dottrina esoterica. La comunità religiosa dei Drusi, fondata nel secolo XI e nata in seno all’ismailismo fatimide, professa una dottrina iniziatica e messianica il cui percorso mira alla rivelazione della verità interiore e nascosta (ta’wīl). Gli adepti sono tenuti a custodire il segreto mentre dogmi essenziali sono la trasmigrazione delle anime e l’unitarietà del principio cosmico divino che si manifesta in modo immanente nella storia con apparizioni dell’Unico Dio, del suo intelletto attivo (al-ʿaḳl al-kullī) e di altre emanazioni incarnati in figure umane. Hester stessa si immerse nella sapienza astrologica e nei misteri di questa tradizione calandosi nei panni di una mistica profetessa e fondendo concetti appartenenti alle religioni islamica, cristiana e alle loro correnti eterodosse. Solo a pochi temerari viaggiatori occidentali che si avventurarono sulle mulattiere della catena del Libano fu concesso di incontrarla; i resoconti sono contraddittori e vanno dall’ammirazione deformata dal gusto romantico al sarcasmo con note di duro biasimo. La stessa Lady Stanhope pare non abbia gradito alcune descrizioni di sé troppo romanzate o colorite e che comunque svilivano la sua forte ed esuberante personalità. Molte di esse, presentandola come un bizzarro ed eccentrico fenomeno, celano invero il pregiudizio maschile di un’epoca in cui il ruolo ideale della donna era codificato all’interno di rigide norme sociali. È anche per questo motivo che la figura di Hester Stanhope, così poco adatta a rappresentare l’integerrimo ideale femminile che prevarrà in epoca vittoriana, non conobbe mai la stessa fama che, circa un secolo dopo, godettero Gertrude Bell, Freya Stark, Vita Sackville-West e le altre che ne seguirono le orme e furono paladine di emancipazione in un periodo di grandi trasformazioni sociali. Per molti versi infatti i suoi comportamenti precursori abbattevano alla radice gli stereotipi del suo tempo seminando scandalo e riprovazione. Hester condusse una vita libera e indipendente sotto ogni punto di vista: economicamente autonoma gestì le risorse di propria volontà, in materia di pensiero religioso seguì la propria ispirazione dando forma ad una spiritualità provocatoria, fu la prima donna ad entrare a Damasco senza velo e non ebbe remore nel presentarsi con abiti e prerogative maschili, girando armata, fumando una grande pipa ad acqua o imitandone la pratica equestre (all’epoca in Gran Bretagna le donne cavalcavano sedute di fianco). Particolarmente interessante il suo rapporto con figure maschili: per autorità e carisma seppe tenere testa ai signori locali fra cui il potente Emiro Bashir II Shehab, mentre di molti uomini derise pubblicamente atteggiamenti e tendenze, celebre divenne la sua imitazione della parlata affettata di Lord Byron. Una condotta in controtendenza fu liberamente esibita anche nella sfera sessuale dove visse relazioni e passioni con uomini molto più giovani di lei. Lady Stanhope si spense il 23 giugno 1839 nella solitudine del suo nido d’aquila oramai diroccato e assediato dai creditori. L’adattamento di una così complessa figura è stato affidato all’abile scenografo David Seidler, già vincitore dell’Oscar con The King’s Speech, che dovrà mantenere un delicato equilibrio fra realtà oggettiva e mistificazione romantica, tentativo che, a causa delle necessità di botteghino imposte dall’industria cinematografica, assai spesso non è preso in considerazione.