La Cina resta una delle poche esperienze di viaggio dove sia ancora possibile stupirsi, pur visitando un Paese che proprio sul turismo, interno e internazionale, sta puntando (e investendo) moltissimo. Lo stupore comincia fin dall’arrivo all’aeroporto internazionale di Xi’an, l’antica Chang’an, fondata 3100 anni fa; una delle quattro capitali delle antiche civiltà del mondo, fulcro di 13 dinastie tra cui la Qin, la Han e la Tang, tra le più floride e gloriose della storia cinese. Tutto qui funziona alla perfezione, anche per i voli che arrivano a notte fonda: controllo documenti, taxi, informazioni, bancomat, posti di ristoro, ogni cosa è regolata, rapida e di chiara comprensione per gli stranieri.

Ordine e pulizia da fare invidia alla Svizzera contraddistinguono le strade di questa metropoli da quasi 9 milioni di abitanti, cresciuta in verticale, in pochi decenni, con i suoi grattacieli tutti ben allineati e immersi nel verde, grazie all’estensione del territorio, che permette di creare megalopoli che non opprimano, tra larghe strade e vie di scorrimento, straordinariamente percorse da un traffico fluido di auto nuovissime, e da moto rigorosamente tutte elettriche.

Prima tappa consigliata, per ritemprarsi e passeggiare tra vialetti e fiori curati da volontari che usano ancora attrezzi antichi come gli scopini di rami di betulla, i giardini botanici, un’oasi di pace e tranquillità, dove capita di assistere allo shooting fotografico di sposi nei classici abiti da matrimonio.

Di certo vale una mezza giornata anche il quartiere musulmano (50.000 circa i praticanti, alla pari dei cristiani, che qui fanno capo alla diocesi della chiesa di S. Francesco d’Assisi, costruita nel 1715). Dopo avere attraversato una sorta di gran bazar turco, dove gustare i deliziosi succhi di melagrana e gli yogurt venduti per meno di 50 centesimi in delicati vasetti di porcellana con ideogrammi cinesi, si arriva alla Grande moschea, con il minareto ottagonale e la tipica struttura architettonica cinese. Racchiusa tra mura, con le classiche pagode ai lati dei vialetti del giardino, la moschea si può ammirare solo dall’esterno, ma è certo una visita imperdibile in città. Come lo è la Foresta delle stele di Xi’An: istituita dalla dinastia Song nel 1087, vanta 3000 stele di pietra, tra cui il “sutra Kaicheng”, con 650.000 caratteri cinesi. Nel 1949 fu fondato il museo e oggi l’area, di quasi 32.000 mq, con il Tempio di Confucio e la Sala d’arte d’incisioni dove ammirare all’opera i maestri di scrittura che mantengono e restaurano le antiche incisioni, è tra le più visitate. Così come la Grande Pagoda dell’Oca Selvatica, eretta nel 652 per conservarvi i sutra classici del Brahma. Per evitare code, meglio la mattina presto o il tardo pomeriggio.

Chi arriva in questo angolo della Cina nord-occidentale non può esimersi dal classico appuntamento con l’Esercito di terracotta. Nonostante la costrizione sotto un enorme hangar per proteggerli dalle intemperie e dal degrado, i 7400 tra guerrieri e cavalli dell’imperatore Shihuang della dinastia Qin restano a buona ragione l’ottava meraviglia. Sul sito archeologico originario il museo, costruito nel 1979, si suddivide in tre fosse, una più grande di 14.260 mq. e due più piccole per un totale di 22.780 mq, che insieme costituiscono la disposizione dell’esercito come fu rinvenuto. Uno spettacolo che colpisce i visitatori, mentre fanno foto e ammirano l’opera dalle passerelle, soprattutto quando si osservano da vicino le teche che contengono alcuni guerrieri (uno su tutti, con le suole degli scarponi a pallini perfettamente riprodotte, a cui pare si sia ispirato il fondatore delle Tod’s).

Per finire in bellezza e gioia questa immersione nell’arte cinese più antica, dove la scultura diventa sublimazione di ricchezza e di devozione al sovrano, un’altra forma d’arte molto apprezzata dalla popolazione è lo spettacolo ricco di effetti speciali, di musica e canti di celebri opere cinesi di epoca Tang, che dalla primavera si tiene anche all’aperto (in diversi luoghi e teatri della città, prenotazioni negli hotel e uffici turismo).

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