10 febbraio 2022

Attivismo francese sulla questione Ucraina

La Francia, presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, sta svolgendo un’intensa azione diplomatica per trovare una soluzione politica alla crisi ucraina. Il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto un colloquio martedì 8 febbraio a Kiev con Volodymyr Zelenskij, dopo aver incontrato il giorno precedente Vladimir Putin a Mosca. Al termine dell’incontro, il presidente ucraino ha ringraziato Macron per il suo sostegno e definito i colloqui molto fruttuosi e basati su una modalità comune di vedere le «minacce e le sfide alla sicurezza dell’Ucraina, dell’Europa intera, del mondo in generale». Macron si è mostrato convinto che stia maturando «la possibilità di far progredire i negoziati di pace fra Russia e Ucraina».

Nella stessa giornata di martedì il presidente francese si è recato a Berlino per un confronto del cosiddetto Triangolo di Weimar, con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente polacco Andrzej Duda. Obiettivo del vertice trovare una soluzione alla crisi fra Ucraina e Russia per «evitare una guerra in Europa». È difficile stabile se l’attivismo francese porterà a dei risultati immediati. Il colloquio con Putin è durato cinque ore e si è svolto in un clima cordiale, ma, a parte generiche dichiarazioni di buona volontà, il presidente russo non si è sbilanciato nel prendere impegni circa una rapida ‘de-escalation’ al confine dei due Paesi. Anzi, la Russia, forse irritata dalla gestione francese del dopo-vertice, ha ridimensionato fortemente le conseguenze dell’incontro. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato che «considerata la situazione attuale, Mosca e Parigi non possono aver definito alcun accordo». Ha inoltre ricordato che Parigi non guida la NATO e che un’intesa stabile deve necessariamente coinvolgere gli Stati Uniti e l’intera Alleanza. In sostanza Putin si mostra convinto che una pace duratura prevede che si fermi l’espansione a est della NATO, condizione che la NATO si è finora rifiutata di accettare.

Le puntualizzazioni di Mosca non devono indurre a pensare che l’azione diplomatica di Emmanuel Macron sia sospesa nel vuoto. Gli Stati Uniti guardano con più preoccupazione a Pechino rispetto a Mosca e con più interesse all’Indo-Pacifico che all’Europa; la Germania sconta la sua dipendenza energetica dalla Russia. Irritato dalla indeterminatezza tedesca, Volodymyr Zelenskij ha cancellato l’incontro con la ministra degli Esteri Annalena Baerbock, che si trovava in visita a Kiev. Formalmente, è stato motivato da un contrattempo imprevisto e dall’incompatibilità degli impegni; ma secondo molti osservatori, l’Ucraina sarebbe fortemente contrariata dall’incertezza della Germania a bloccare il gasdotto Nord Stream 2 in caso di invasione russa e a supportare nell’immediato il rafforzamento militare di Kiev. In questo contesto, la Francia può provare a giocare, sulla questione della sicurezza in Europa, una partita importante, per tentare di garantire la pace senza abbandonare l’Ucraina. Il fronte europeo e occidentale mostra qualche scricchiolio, ma Macron vuole giocare il ruolo di chi riesce a trovare quella soluzione pacifica dei conflitti che tutti a parole dichiarano di preferire ma che resta difficile da definire in concreto. 

 

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Immagine: Da sinistra, Emmanuel Macron e Vladimir Putin (24 maggio 2018). Crediti: Kremlin.ru [CC BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0)], attraverso Wikimedia Commons