Sajid Javid è il nuovo ministro degli Interni del Regno Unito. Javid è considerato uno degli avversari interni di Theresa May ed è una figura molto interessante: ha una biografia personale del tutto unica all’interno del Partito conservatore anche se dal punto di vista della formazione politica e professionale è quanto di più Tories si possa immaginare.

In seguito allo scandalo Windrush Amber Rudd, la potentissima ministra degli Interni, è stata costretta alle dimissioni, causando un corposo “rimpasto” del governo May e non pochi grattacapi al primo ministro per la gestione degli equilibri interni al proprio partito. Il ruolo di Home secretary (così si chiama il ministro degli Interni britannico) molto spesso viene occupato dal futuro primo ministro. Theresa May era Home secretary prima delle dimissioni di David Cameron in seguito al risultato del referendum sulla Brexit del giugno 2016 e in molti, infatti, davano la Rudd come possibile leader in un futuro non troppo lontano.

L’ex ministro degli Interni è una politica molto abile e popolare dell’ala moderata del Partito conservatore e, soprattutto, è stata una delle principali voci a favore del “Remain” del governo Cameron durante la campagna referendaria del 2016; per questo era considerata il punto di riferimento di tutti quei parlamentari Tories favorevoli ad una soft Brexit, un folto gruppo piuttosto combattivo che si oppone alla linea più dura rappresentata da Boris Johnson, il ministro degli Esteri, leader dell’ala più “estremista” del partito di governo, che spinge per la hard Brexit.

A sostituire la Rudd, un po’ a sorpresa, è stato chiamato uno dei principali avversari interni di Theresa May: Sajid Javid.

Javid, come il sindaco di

, il laburista Sadiq Khan, è figlio di un ex autista di autobus trasferitosi in Gran Bretagna dal Pakistan negli anni Sessanta. È la prima persona di origini asiatiche e proveniente da una famiglia musulmana ad accedere ad uno dei più importanti ministeri del Regno Unito.

Entrato in Parlamento nel 2010, Javid si è distinto subito come uno degli astri nascenti del Partito conservatore, divenendo già nel 2012 un “frontbencher” e cioè uno dei membri del governo, con un incarico di sottosegretario al ministero del Tesoro.

Sajid Javid è considerato un uomo della destra del Partito conservatore, soprattutto per quanto riguarda i temi economici. È, infatti, un “thatcherite”, fedele cioè alle tesi neoliberali che stavano alla base dei governi conservatori guidati dalla “Lady di ferro”, Margaret Thatcher. E d’altronde, prima di entrare in politica, Javid è stato un importante operatore finanziario, diventando da giovanissimo un alto dirigente della Chase Manhattan Bank, una delle più importanti banche d’investimento del mondo e, in seguito, direttore della Deutsche Bank. In questo il suo profilo non si distanzia molto da quello del suo predecessore: Amber Rudd ha lavorato per un’altra grandissima banca di investimento, la JP Morgan. Non c’è dunque da stupirsi se Javid sia un accanito sostenitore del mercato e contrario a ogni tipo di intervento statale in economia.

Nel 2015, in seguito alla seconda vittoria elettorale dei conservatori guidati da David Cameron, fece un ulteriore passo avanti nella sua carriera politica, ottenendo la nomina a ministro del Commercio, ruolo in cui ancora una volta si distinse per le sue posizioni “thatcheriane”, proponendo delle leggi molto più rigide in tema di diritto allo sciopero.

Nel 2016, dopo le dimissioni di Cameron, prese parte alla corsa alla successione del leader dei Tories che, essendo il partito al governo, avrebbe coinciso con il ruolo di primo ministro. Si candidò in ticket con Stephen Crabb, altro giovane astro nascente conservatore, ma a causa dello scarso appoggio ottenuto tra i parlamentari del proprio gruppo, i due si dovettero ritirare dalla corsa già nelle fasi preliminari.

Dopo questa sconfitta la carriera politica di Javid sembra indirizzata verso un binario morto: Theresa May lo annovera tra gli avversari interni e fonti giornalistiche affermano che in caso di netta vittoria alle elezioni del 2017, il primo ministro avrebbe escluso Javid dal nuovo governo.

La pesante battuta d’arresto dei conservatori ha costretto però Theresa May a gestire con molta delicatezza gli equilibri interni del proprio partito, obbligandola – tra le altre cose – a confermare Javid nel ruolo di ministro per la Casa e il governo locale, affidatogli già nel 2016.

Il 30 aprile, in seguito alle dimissioni della Rudd, costretta al rimpasto, Theresa May ha scelto Javid anche per ragioni propagandistiche. Di fatto il nuovo ministro degli Interni è membro della “Windrush generation” e dunque quale persona migliore di lui per porre rimedio a questo enorme problema scatenato dai suoi due predecessori?

Politicamente però la nomina di Javid presenta più di un’insidia per la May, che è stata costretta a promuovere uno dei suoi principali avversari interni che è ora in pole position come suo successore. Non è un segreto, infatti, che Theresa May sia un leader debolissimo e che l’unico motivo per cui, in seguito al disastroso risultato elettorale del 2017, non sia stata ancora sostituita, è che nessuno dei suoi contendenti vuole rischiare il proprio capitale politico in questa fase delicatissima delle trattative per la Brexit. Trattative che potrebbero risolversi in una grave sconfitta politica per i conservatori se i termini dovessero essere molto sfavorevoli per il Regno Unito.

Non è dunque difficile immaginare che dopo la conclusione delle trattative, nel marzo 2019, si aprirà la corsa alla leadership dei Tories. Una corsa che, ad oggi, vede Javid come uno dei più grandi favoriti.

Crediti immagine: da Chatham House. Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

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