8 giugno 2023

Danni alla diga di Nova Kachovka. Duro scambio di accuse

Il 6 giugno, verso le due del mattino, la parte superiore della diga della centrale idroelettrica di Kachovka è crollata, per cause ancora da accertare, con gravi conseguenze per tutta l’area circostante. La diga ha un ruolo importante per il funzionamento della centrale nucleare di Zaporižžja, per il rifornimento idrico della Crimea e per unire le due sponde del fiume Dnepr, che rappresenta in questo momento la linea del fronte tra l’esercito russo e quello ucraino. Gli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) hanno assicurato che nell’immediato non ci sono rischi per la sicurezza della centrale di Zaporižžja. I danni complessivi sono ingenti: numerosi centri abitati sono stati allagati, la centrale idroelettrica non è più in grado di funzionare e 150 tonnellate di olio idraulico si sono riversate nel fiume Dnepr. A causa delle inondazioni che hanno colpito entrambe le rive del fiume, per circa 2.500 km2, sono morte 3 persone, ma è possibile che il numero delle vittime sia più alto; sono 29 le località coinvolte, 19 nella zona controllata dall’esercito ucraino e 10 in quella dove sono le forze russe e sono state evacuate complessivamente quasi 6.000 persone.

 

Le parti in conflitto si accusano reciprocamente, anche attraverso i propri rappresentanti all’ONU, di aver provocato questo disastro umanitario e ambientale; Kiev sostiene che è «tecnicamente impossibile» far saltare la diga dall’esterno, con un bombardamento, per cui appare evidente che il crollo l’hanno provocato «i russi che occupano il territorio». Secondo le autorità ucraine, l’ordine, in considerazione delle conseguenze, sarebbe partito direttamente da Vladimir Putin. Mosca invece accusa gli ucraini di aver attaccato dall’esterno la struttura che si trovava appunto sotto il controllo di Mosca. I russi ricordano come nel novembre 2022 le forze ucraine avevano colpito la diga utilizzando missili Himars MLRS (High Mobility Artillery Rocket System) di fabbricazione statunitense. Il drammatico paradosso è che, almeno dal punto di vista delle popolazioni civili e delle conseguenze strutturali, entrambe le parti hanno subito un grave danno. Alcuni esperti, il cui parere è riportato dal New York Times, sostengono che la diga è stata sabotata dall’interno, ipotesi che sembra indicare una responsabilità russa, poiché Mosca controlla la struttura da tempo. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che ha parlato telefonicamente sia con Zelenskij sia con Putin, ha proposto un’inchiesta internazionale, con il coinvolgimento dell’ONU e della stessa Turchia, per accertare le responsabilità e cercare di trovare soluzioni concordate all’emergenza. In sostanza, Erdoğan si propone come mediatore, un ruolo che ha già svolto rispetto alla controversia sull’esportazione del grano.

Nell’incertezza attuale rispetto alle cause del disastro, non può essere esclusa l’ipotesi di crollo strutturale della diga dovuto a incuria e insufficiente manutenzione, in presenza di danneggiamenti subiti nel tempo dalla struttura. Questa teoria trova riscontri in alcune immagini aeree scattate nei primi giorni di giugno, che mostrano come la diga presentasse già danneggiamenti e fragilità.

 

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Immagine: Gli effetti del crollo della diga di Nova Kachovka, Ucraina (6 giugno 2023). Crediti: L’immagine è un fotogramma tratto dal video Here’s what we know about the Kakhovka dam collapse in Ukraine (KTVB), (www.youtube.com)