Il cambiamento climatico sta minacciando sempre più la stabilità degli Stati e la sicurezza umana nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo. Sebbene non esista un legame mono-causale tra il cambiamento climatico e i conflitti, l’impatto del cambiamento ambientale e degli spostamenti della popolazione non può essere sottovalutato. Nel contesto della sicurezza globale, il cambiamento climatico è meglio inteso come un “moltiplicatore di minacce” che interagisce con i rischi e le vulnerabilità esistenti e li aggrava per causare conflitti.

Un esempio chiave è il caso della regione del bacino del Lago Ciad, uno dei più grandi laghi africani, che assicura il sostentamento di oltre 30 milioni di persone in Camerun, Ciad, Niger e Nigeria.

Per secoli, il lago ha sostenuto la produzione agricola ed è stato un’ancora di salvezza per la pesca, l’agricoltura e l’allevamento, i pilastri dell’economia della regione. Il Lago Ciad è stato anche una preziosa risorsa idrica per coloro che vivono nelle comunità del bacino. Tuttavia, negli ultimi sei decenni, la variabilità del clima ha significativamente ridotto le dimensioni del lago e le sue risorse. In breve, il Lago Ciad ha perso un sorprendente 90% del suo volume dagli anni Sessanta. L’allarmante impoverimento delle risorse del lago è il risultato dell’aumento delle temperature, della desertificazione, dell’infertilità del suolo e di altre degradazioni ambientali. Il cambiamento climatico ha ridotto drasticamente l’allevamento di bestiame e i raccolti, esacerbando così l’insicurezza alimentare e la povertà, dato che l’80-90% della popolazione locale nel bacino del lago dipende dall’agricoltura, dall’allevamento e dalla pesca. Questo sviluppo ha avuto un impatto in particolare sui giovani e sulle donne, che sono stati esclusi da un’occupazione produttiva che normalmente li avrebbe sostenuti.

Gli effetti della vulnerabilità del bacino del Lago Ciad al cambiamento climatico sono accresciuti dalla mancanza di diversificazione economica della regione e dalle sue pratiche agricole antiquate, oltre che da un quadro generale aggravato da investimenti pubblici inadeguati nell’istruzione, nella sanità e nelle opportunità di lavoro per i giovani. Come risultato di tutto ciò si è assistito ad un aumento del livello di disoccupazione giovanile e alla crescita del settore informale a bassa produttività e al declino della percentuale di lavoratori salariati. Questi fattori, a loro volta, hanno contribuito a determinare picchi di migrazione, criminalità e tensioni sociali.

La presenza di un tessuto economico e sociale così compromesso ha contribuito a favorire nella regione la diffusione della criminalità e della violenza esercitata da organizzazioni terroristiche come Boko Haram e lo Stato islamico della Provincia dell’Africa Occidentale (ISWAP, Islamic State in West Africa Province). È infatti cresciuto il traffico di droga e di esseri umani, si registra un numero crescente di rapimenti di donne, ragazze e bambini, così come si è sviluppato il contrabbando di beni illeciti: tutti fenomeni che contribuiscono a sostenere i conflitti violenti e le operazioni dei gruppi armati nella regione. Inoltre, la scarsità d’acqua, il degrado ambientale e la poca fertilità del suolo hanno aumentato la deprivazione economica tra i giovani della regione, tanto che molti si volgono alla violenza e al crimine organizzato.

Questa situazione critica ha portato partner regionali e internazionali a sviluppare una serie di strategie per mitigare le sfide associate alla sicurezza umana, con risultati finora deludenti e insufficienti.

Per quanto riguarda l’ambito ambientale e climatico, la Lake Chad Basin Commission (LCBC) ha introdotto nel 2008 il Lake Chad Basin Strategic Action Programme (SAP); tuttavia, gli sforzi compiuti per contrastare il degrado e il progressivo impoverimento dell’area sono minati dalla profonda inefficacia istituzionale del progetto, come dimostra l’incapacità della Commissione di impedire la costruzione di dighe da parte degli Stati e di controllare altre attività pericolose per il bacino. Inoltre, un ulteriore fattore critico è dato dalla totale mancanza di coinvolgimento della popolazione indigena nel lavoro della Commissione, che di fatto impedisce la realizzazione di misure di gestione adattiva delle risorse idriche.

Per quanto riguarda l’ambito della sicurezza, la Multinational Joint Task Force (MNJTF) è stata istituita dalla LCBC nel 2012 per combattere Boko Haram e altre organizzazioni terroristiche attive nel bacino. La strategia antiterrorismo della regione è consistita nel creare un ambiente sicuro nelle aree colpite dall’attività terroristica e nel facilitare l’attuazione dei programmi generali di stabilizzazione degli Stati membri della LCBC: ciò include il ripristino della piena autorità statale, il ritorno degli sfollati interni e dei rifugiati e la garanzia di assistenza umanitaria alle popolazioni colpite nella regione. Come risultato, la MNJTF ha fatto modesti progressi nel contrastare Boko Haram, arrestando militanti, salvando ostaggi e recuperando aree precedentemente controllate da terroristi e altri gruppi armati in Niger, Camerun e Nigeria nord-orientale. Tuttavia, i terroristi e altri gruppi estremisti violenti continuano ad adattarsi alle condizioni e a sfruttare le vulnerabilità dell’area per aumentare la diffusione della violenza nel bacino del Lago Ciad.

Infine, i partner internazionali hanno fornito assistenza umanitaria (cibo, acqua e supporto medico) alle popolazioni vulnerabili colpite dai conflitti. Sfortunatamente, l’inadeguato coordinamento tra queste organizzazioni internazionali e i loro programmi ha portato al mancato allineamento delle loro risposte e dei loro obiettivi con le risposte locali, nazionali e regionali, generando ulteriore caos.

Da questo quadro generale si può concludere che la mancanza di una convinta e coordinata volontà politica d’intervento sulla crisi climatica abbia contribuito a rendere maggiormente instabile la situazione economica e sociale della regione del Lago Ciad, le cui popolazioni sono quindi destinate a rimanere esposte, per un tempo ancora imprecisabile, all’effetto congiunto dell’azione di gruppi terroristici sanguinari e di interventi umanitari inefficaci.

Immagine: Donne prendono acqua sporca per bere e usarla per la vita quotidiana, Abeche, Ciad (2 luglio 2018). Crediti: Amors photos / Shutterstock.com

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