Il tempo degli annunci e delle minacce tra Cina e Stati Uniti è stato oltrepassato; lo scontro sui dazi si sta trasformando in una guerra commerciale, ancora parziale, ma foriera di sviluppi che possono cambiare gli equilibri geopolitici globali. Dopo la mezzanotte di giovedì 5 luglio sono scattati da parte americana dazi del 25% su 34 miliardi di dollari di merci cinesi esportate negli Stati Uniti; immediata la risposta da parte cinese, per un importo equivalente. Un’escalation che, nel giro di pochi mesi, potrebbe riguardare, senza accordi che sanciscano un’inversione di rotta, l’intero export cinese verso gli Stati Uniti, che ammonta a poco più di 500 miliardi di dollari.

La politica di Donald Trump rappresenta una forte scossa agli equilibri del commercio mondiale di cui tende a riscrivere le regole; la priorità degli Stati Uniti in questa fase è l’abbattimento del deficit commerciale attraverso politiche di tipo protezionistico che inevitabilmente creano tensioni non soltanto con la Cina ma anche con i tradizionali alleati, l’Europa e la Germania in primo luogo. Gli Stati Uniti si sentono forti sia economicamente (grazie anche all’incremento dell’occupazione) sia militarmente e in questo momento non sembrano temere un eventuale isolamento. Una situazione che evolvendosi allude a scenari che un decennio fa sarebbero sembrati impossibili.

Sulle preoccupazioni dell’Europa, che teme nuovi dazi americani che colpiscano ad esempio l’industria automobilistica, sta cercando di fare il suo gioco la Cina. Nelle ultime settimane, secondo alcuni analisti, i vertici cinesi hanno proposto all’Europa una vera e propria alleanza, contro le politiche protezionistiche. Per la conclusione del vertice sino-europeo previsto a Pechino dal 16 al 17 luglio, avrebbero auspicato una dichiarazione congiunta critica verso le misure di Trump.

L’Unione Europea però non sembra troppo ricettiva verso le aspettative cinesi, in parte perché si tratterebbe di uno sconvolgimento, sia pur parziale, degli schieramenti geopolitici a livello mondiale; in parte perché gli interessi comunque non coincidono e su alcune politiche commerciali cinesi gli europei condividono le riserve americane. Ci saranno quindi novità e possibili bilanciamenti, senza però pronunciamenti drastici e svolte clamorose. L’intento dell’Europa è riaprire il dialogo con l’altra sponda dell’Atlantico; per ora non sembrano esserci aperture, ma anche gli europei stanno iniziando a porsi con modalità di gestione delle relazioni internazionali molto più dirette e ‘brutali’ del passato che non escludono affatto però negoziazioni e nuovi compromessi.

Crediti immagine: da Patrick Denker from Athens, GA (DSC04878) [CC BY 2.0  (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], attraverso Wikimedia Commons

Argomenti

#Stati Uniti#Cina#Atlantico#dazi