Con la repentina fuga da Kabul molti commentatori avevano ritenuto che si fosse chiusa una pagina importante della storia contemporanea, caratterizzata dall’egemonia americana. Una pagina iniziata con la caduta del muro di Berlino e che finiva con la grande crisi finanziaria del 2007-2009.
Francis Fukuyama aveva commentato con queste parole tale cambiamento e quello che, a suo avviso, sarebbe stato il nuovo ruolo degli Stati Uniti nello scacchiere internazionale:
«Il paese resterà una grande potenza negli anni a venire, ma la sua influenza dipenderà dall’abilità di sistemare i problemi interni, piuttosto che dalla politica estera. Il picco dell’egemonia americana è durato meno di vent’anni, dalla caduta del Muro di Berlino alla crisi finanziaria del 2007-2009.
(…) Il punto più alto dell’hybris americana è stato l’invasione dell’Iraq nel 2003, quando ha sperato di cambiare non solo l’Afghanistan (invasa due anni prima) e l’Iraq, ma l’intero Medio Oriente.
(…) Oggi il mondo è tornato a un sistema multipolare dominato da Cina, Russia, India e dalla presenza, nei prossimi anni, dell’Europa».
Ecco allora che la scelta di Biden è quella di concentrarsi su due obiettivi principali ‒ Russia e Cina ‒ ricompattando le alleanze del mondo occidentale intorno alla difesa dei valori democratici.
Non è detto che facendo così «gli Stati Uniti riconquisteranno uno status egemonico, e non dovrebbero aspirare a farlo. Possono sperare di sostenere, assieme ad altri paesi alleati, un mondo che aspiri alla difesa dei valori democratici», concentrandosi maggiormente sui problemi interni. Problemi, scrive ancora Fukuyama, aggravati ed esasperati dalla terribile esperienza della pandemia da Covid-19.
Ma, come abbiamo scritto in un editoriale precedente, la scelta di politica estera di Biden, non prefigura la decisione di concentrarsi sui problemi di politica interna, quanto un nuovo modo di interpretare il ruolo degli Stati Uniti nel mondo.
Nel suo discorso, fatto davanti ai militari americani in Polonia, Biden ha illustrato con chiarezza quello che sarà il nuovo fronte dell’egemonia americana: la difesa della democrazia e dei suoi valori dai governi autocratici. Per portare avanti questa scelta, Biden deve rivedere quella che è stata la strategia geopolitica degli Stati Uniti e gli strumenti da utilizzare per attuarla.
Strategia che affronta, ad esempio, un nuovo modo di utilizzare il mondo digitale nella creazione del consenso. Questo comporta una sorta di accordo non esplicito, ma necessario, con i principali protagonisti dell’innovazione tecnologica: non solo i proprietari dei principali social, ma anche quelli delle grandi piattaforme di intrattenimento. Un altro fronte è quello degli investimenti nell’innovazione tecnologica applicata all’industria delle armi: nella guerra ucraina le nuove forme di geolocalizzazione del nemico e dei suoi armamenti sono solo un esempio della superiorità sulla Russia.
Per valutare questo cambio di strategia è sufficiente ricordare l’opposizione irremovibile della cancelliera Angela Merkel alla proposta di George Bush, nell’aprile del 2008, «di concedere al più presto l’ingresso nella NATO a questi due paesi» ‒ Georgia e Ucraina ‒ «per coinvolgerli nella comunità della sicurezza euro-atlantica».
Opposizione a cui si accodarono la Francia, l’Italia e quasi tutti i Paesi della vecchia Europa, mentre con Bush si schierarono i Paesi baltici della NATO e quelli membri del Patto di Varsavia, come Polonia e Romania.
Un’altra partita si gioca infine sul tema dell’interdipendenza energetica favorendo nuove alleanze e nuovi equilibri politici, mentre le scelte per la difesa dei valori della democrazia devono acuire l’isolamento degli Stati autocratici ‒ Iran e Russia.
In questo scenario l’Europa potrebbe trovare una sua autonomia se riuscisse a realizzare il progetto di una strategia comune di difesa europea, così come fu pensata negli accordi firmati a Parigi nel 1952 e che ebbero tra i principali protagonisti il presidente del Consiglio italiano Alcide De Gasperi.
Immagine: Joe Biden (15 giugno 2021). Crediti: Alexandros Michailidis / Shutterstock.com
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