La riunione delle Nazioni Unite in corso a New York non è ancora terminata ma ha già avuto un momento di grande rilievo. Non si è svolto, naturalmente, nell’Assemblea generale bensì nell’ambito della riunione del Consiglio di sicurezza convocata dalla presidenza albanese. I 15 Stati del Consiglio e quelli invitati hanno discusso «il mantenimento della pace e della sicurezza dell’Ucraina», ovvero come «sostenere gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite attraverso un multilateralismo efficace». Hanno preso la parola, tra gli altri, il presidente ucraino Zelenskij, il ministro russo Lavrov, il segretario statunitense Blinken e il cancelliere tedesco Scholz. I loro interventi e quelli degli altri rappresentanti politici – specie delle potenze maggiori – possono essere riuniti almeno in un concetto comune, quello della legittimità internazionale. In discussione è stata la legittimità della condotta russa nella guerra contro l’Ucraina.
La legittimità internazionale è un concetto ambiguo e inafferrabile. Può però essere inteso come il giudizio collettivo sulla corretta appartenenza alla società internazionale – la società degli Stati. Una delle principali funzioni delle Nazioni Unite è esprimere tale giudizio, offrendo legittimazione o negandola alla condotta degli Stati. Questi danno sempre propri giudizi, inevitabilmente parziali, sulla legittimità della loro condotta e di quella altrui definendola appunto “legittima” o “illegittima” a seconda dei casi, degli interessi e dei principi. Le Nazioni Unite, organizzazione voluta dagli Stati che vi appartengono su base consensuale, colmano il divario tra questi giudizi particolari con un giudizio collettivo. Lo fanno con i propri organi, compresi quelli eletti dagli Stati stessi, come nel caso del segretario generale. Proprio António Guterres, cioè colui che rappresenta le Nazioni Unite, ha espresso tale giudizio collettivo nelle osservazioni inviate al Consiglio in occasione della riunione.
Egli ha segnalato che «l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, sta aggravando le tensioni e le divisioni geopolitiche, minacciando la stabilità regionale, aumentando la minaccia nucleare e creando profonde spaccature nel nostro mondo». Guterres ha ricordato che «gli organi delle Nazioni Unite sono stati chiari nel condannare la guerra. L’Assemblea generale ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione che chiedeva alla Russia di lasciare l’Ucraina e una seconda che respingeva i tentativi della Russia di annettere il territorio ucraino». Ha poi rimarcato che «l’invasione della Russia è stata seguita da attacchi incessanti e sistematici contro civili, infrastrutture e servizi civili, comprese strutture sanitarie ed educative. La guerra ha ucciso o ferito decine di migliaia di civili, distrutto vite umane e mezzi di sussistenza, traumatizzato una generazione di bambini, diviso famiglie e comunità, devastato l’economia e trasformato vaste aree di terreni agricoli in campi minati letali». Ha infine segnalato al Consiglio che «le agenzie delle Nazioni Unite hanno documentato con prove sconcertanti le diffuse violazioni dei diritti umani, tra cui violenze sessuali […] detenzioni arbitrarie; esecuzioni sommarie […] trasferimento forzato di civili ucraini, compresi bambini, nel territorio sotto il controllo russo o nella Federazione Russa». È noto che per quest’ultimo crimine di guerra il presidente Putin è indagato dalla Corte penale internazionale e i 123 Stati che aderiscono alla Corte devono eseguire, nei modi stabiliti, il mandato d’arresto spiccato contro questo ricercato internazionale.
Di fronte alla delegittimazione della condotta russa formulata dalle Nazioni Unite, il ministro Lavrov ha replicato sullo stesso piano con una presa di posizione raggelante. Egli ha incluso tra i suoi oppositori anche il segretario delle Nazioni Unite, affermando che «oggi la retorica dei nostri oppositori è piena di slogan come “invasione”, “aggressione” e “annessione”». L’attacco finale di questa prova di delegittimazione delle Nazioni Unite, laddove la Russia gode di speciali diritti e doveri quale membro permanente del Consiglio, è stato astioso: «Vorrei ricordarvi che non solo gli Stati membri ma anche il Segretariato delle Nazioni Unite deve rispettare rigorosamente la Carta delle Nazioni Unite […] Deve agire senza pregiudizi e “non deve chiedere né ricevere istruzioni da alcun governo”». Così, dopo aver colpito anche il segretario delle Nazioni Unite, iscritto tra i propri «oppositori» e screditato come agente di governi ostili e succube di pregiudizi, resta ormai poco da escogitare al governo russo per corrodere la legittimità di un assetto internazionale che la Russia, aggressore dell’Ucraina e vittima di sé stessa, ormai contesta con la postura convulsiva di una potenza revisionista allo sbando, egotista e tracotante.
Immagine: António Guterres parla durante il dibattito generale della 78a Sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite presso la sede di New York (19 settembre 2023). Crediti: lev radin / Shutterstock.com
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