La Costituzione italiana disciplina la formazione del Governo all’art. 92, prevedendo che «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri».

Nella prassi, la formazione del Governo si compie attraverso un iter complesso, articolato in fasi: quella delle consultazioni (definita come fase preparatoria), quella dell’incarico ed infine la fase della nomina del presidente del Consiglio.

Una volta nominato, il presidente del Consiglio e i ministri devono prestare giuramento ed ottenere la fiducia dei due rami del Parlamento: ossia, della Camera dei deputati e del Senato, come stabilito dagli artt. 93 e 94 della Costituzione.

Merita attenzione – in particolare nella fase che stiamo attraversando – il passaggio relativo al conferimento dell’incarico che – sebbene tale procedura non sia prevista espressamente dalla Costituzione – può essere preceduto, per prassi consolidata, dal conferimento di un mandato esplorativo che si rende necessario nel caso in cui le consultazioni elettorali non abbiano dato indicazioni significative.

Tale situazione si è verificata dopo le consultazioni politiche del 4 marzo scorso, allorquando si è assistito ad un fenomeno alquanto particolare, tale per cui oggi (a due mesi dalle elezioni) non è stato ancora nominato il presidente del Consiglio.

Ebbene, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – al fine di cercare una soluzione per addivenire alla formazione del Governo – ha fatto ricorso all’istituto del mandato esplorativo.

Il mandato esplorativo

Il mandato esplorativo altro non è che un tentativo per uscire dalla situazione di blocco in cui si trovano le forze politiche.

Subito dopo le elezioni politiche di marzo 2018 si sono svolte due tornate di consultazioni a seguito delle quali però le forze politiche non sono riuscite a definire un quadro di governabilità e nessuno degli schieramenti politici ha raggiunto la maggioranza necessaria per governare: tale situazione ha, così, portato il presidente della Repubblica al conferimento del mandato esplorativo dapprima alla presidente del Senato e successivamente a quello della Camera. In particolare, il capo dello Stato ha affidato il 18 aprile alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati il mandato esplorativo per verificare quali spazi politici potessero sussistere per la formazione dell’esecutivo. Di fronte all’insuccesso di questo tentativo, il 23 aprile il presidente Mattarella ha conferito un nuovo mandato esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico; un mandato speculare a quello della presidente del Senato, volto a sondare M5S e PD per capire se fosse possibile, contando su queste due forze politiche, trovare una maggioranza parlamentare per sostenere un esecutivo.

Ma anche il tentativo di Fico è fallito ed oggi – a più di due mesi dalle consultazioni elettorali – si fa strada (per la necessità di dotare al più presto il nostro ordinamento di un Governo) la possibilità di un Governo del presidente.

Il Governo del presidente

Il Governo del presidente (detto anche Governo amministrativo) è un esecutivo che nasce su iniziativa del capo dello Stato e con limiti precisi per quanto riguarda la durata nel tempo e gli obiettivi che si prefigge di raggiungere. Rappresenta una via di uscita alternativa al ricorso alle urne nel caso in cui venga verificata l’inesistenza di una maggioranza parlamentare in grado di consentire la formazione di un Governo politico. In tal caso è il capo dello Stato, di sua iniziativa, ad affidare l’incarico ad una personalità super partes o a una figura istituzionale.

Il Governo del presidente non è una novità in Italia. Ed invero, nella storia repubblicana il primo Governo del presidente è stato quello di Giuseppe Pella nel 1953, a cui ne è seguito un secondo nel 1957, presieduto da Adone Zoli.

Più di recente, anche il Governo di Carlo Azeglio Ciampi può configurarsi come un Governo del presidente (in questo caso si è trattato del primo Governo della Repubblica italiana ad essere guidato da un non parlamentare).

Ultimo esempio, dal punto di vista temporale, è quello del Governo affidato a Mario Monti nel 2011 (rimasto in carica dal novembre 2011 ad aprile 2013).

Nel caso odierno, il presidente Sergio Mattarella ha prospettato, in alternativa al ritorno alle urne, la formula inedita del Governo “neutrale”, di servizio, che rimanga in carica fino alla formazione di una maggioranza in grado di esprimere un Governo politico, e comunque non oltre il prossimo mese di dicembre e con l’obiettivo di approvare la manovra di bilancio ed evitare l’aumento dell’IVA al 24%.

A sostegno dell’iniziativa di Mattarella si è espresso finora il solo Partito democratico.

Contrari invece la coalizione di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e il Movimento 5 stelle, entrambi favorevoli al ritorno alle urne.

Crediti immagine: da Valerio Perticone [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) o CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)], attraverso Wikimedia Commons

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