La Cina cerca altre strade per sviluppare il suo ruolo nel commercio mondiale all’interno del grande progetto della Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative, BRI) il piano infrastrutturale da mille miliardi di dollari lanciato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping per integrare Asia, Africa e Europa via terra e via mare. Il 26 gennaio la Cina ha ufficializzato in un “libro bianco” il suo concreto interesse per la navigazione nell’area artica che potrebbe essere attraversata da importanti rotte di trasporto per il commercio internazionale, soprattutto tra l’Asia e il Nord Europa.
Il riscaldamento climatico e lo sviluppo di navi cisterna-rompighiaccio rendono la rotta polare competitiva rispetto al percorso tradizionale che, attraverso il Canale di Suez, collega l’Asia all’Europa da sud. Le rotte polari potrebbero consentire un considerevole risparmio di tempo. Per la Cina ci sarebbe l’opportunità di sfruttare le nuove rotte non solo per esportare le proprie merci ma anche per importare, soprattutto materie prime, ad esempio il gas dal Nord della Russia.
Naturalmente in questa prospettiva entrano in campo importanti considerazioni geopolitiche: in primo luogo la Cina non affaccia sul Mare Artico ed è soltanto un osservatore, dal 2013, dell’Arctic Council, il forum intergovernativo che promuove il coordinamento e l’interazione tra gli Stati che si affacciano sul Polo Nord (Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Svezia e Stati Uniti). I piani ambiziosi della Cina dovranno confrontarsi con gli interessi di tutte le nazioni coinvolte nell’utilizzo e nello sfruttamento dell’Artico, cercando di attutire gli attriti e di sviluppare le collaborazioni.
Il rapporto con la Russia rimane complesso e difficile, ma tra le due potenze ci sono molti interessi comuni, che potrebbero trovare nell’estremo Nord un punto di contatto. La Russia è interessata ad uscire dal parziale isolamento in cui si trova e a trovare sbocchi per la sua industria energetica; il cosiddetto Passaggio a nord-est della rotta artica segue da vicino l’andamento della costa russa. Sembra probabile che si sviluppi tra Russia e Cina una stretta collaborazione per utilizzare al meglio le nuove, gelide ma redditizie, rotte commerciali.
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