Il brutale omicidio di Mireille Knoll pone all’attenzione dell’opinione pubblica l’esplosione di nuove forme di antisemitismo in Francia e in Europa. Mireille Knoll aveva ottantacinque anni ed era riuscita a sottrarsi da bambina alla deportazione nazista; venerdì 23 marzo è stata aggredita nel suo appartamento, in cui viveva da sola. Dopo averla uccisa colpendola con undici coltellate, gli assalitori hanno dato fuoco all’abitazione.

Nel corso delle indagini sono stati arrestati due giovani con precedenti penali, uno dei quali era un vicino di casa della vittima: sono accusati di omicidio volontario a carattere antisemita e di rapina aggravata. L’episodio ha suscitato una forte reazione in Francia e in Europa, per le modalità e per le motivazioni che ne sono all’origine.

L’antisemitismo è stato alimentato negli ultimi anni dal fondamentalismo islamico e dal riproporsi di movimenti di estrema destra, riaprendo così la ferita antica delle persecuzioni naziste nella Francia occupata, a cui molti francesi collaborazionisti attivamente parteciparono. Secondo il ministero degli Interni francese le azioni violente di carattere antisemita nel 2017 sono aumentate del 26%, con frequenti attacchi a cimiteri ebraici o a luoghi di culto. La responsabilità di questa recrudescenza viene da molti osservatori attribuita soprattutto a giovani musulmani vicini alle posizioni fondamentaliste. Nell’aprile del 2017, a Parigi, Sarah Halimi, una donna di origine ebraica di sessantacinque anni, è morta dopo essere stata picchiata e buttata viva dalla finestra da un giovane vicino di casa al grido di «Allah Akbar»; l’episodio ha suscitato allarme ma anche forti polemiche perché solo dopo quasi un anno l’omicidio è stato riconosciuto come delitto antisemita.

Il proliferare delle nuove forme di intolleranza provoca una diffusa sensazione di insicurezza. Una parte importante della comunità ebraica sta abbandonando la Francia per stabilirsi in Israele; gli esodi sono più che raddoppiati rispetto alle duemila partenze registrate nel 2012 attestandosi a circa cinquemila l’anno, dopo l’impennata seguita all’attentato al supermercato kosher del gennaio 2015. Una situazione che coinvolge altri Paesi europei, come la Germania, dove casi di intolleranza antisemita sono stati frequentemente registrati nelle scuole.

La Francia prova a reagire: la “marcia bianca” che si è svolta a Parigi il 28 marzo in memoria di Mireille Knoll e contro l’antisemitismo ha registrato un’ampia e sentita partecipazione; le polemiche che l’hanno accompagnata dimostrano però che la comunità nazionale fatica a ricompattarsi.

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