Dopo che i tentativi offensivi russi volti a superare la situazione di stallo della guerra in Ucraina non hanno dato i risultati attesi, da diverse settimane Kiev sta pianificando una controffensiva per spezzare l’immobilismo del conflitto e dare nuovo vigore alla lotta ucraina. Nelle ultime settimane si è parlato molto di questa operazione in un clima di speranza ma, allo stesso tempo, di grande incertezza. Al momento, infatti, non è ancora chiaro quando, come e, per alcuni, se effettivamente la controffensiva avrà luogo. Le direzioni principali dello sfondamento delle unità meccanizzate delle forze armate ucraine dovrebbero essere la regione di Zaporižžja da Orikhove verso Melitopol′ con la simultanea forzatura del Dnepr da parte delle forze speciali e dei marines. Qualora le forze ucraine riuscissero a prendere Melitopol′, spezzerebbero il fronte russo in due parti ‒ il Sud e il Nord – indebolendo fortemente il fronte russo. Pochi giorni fa Zelenskij ha dichiarato che la controffensiva necessita di ulteriore tempo per essere pronta, aggiungendo che affrettare l’operazione comporterebbe la perdita di troppe vite. Anche il generale di corpo d’armata dell’esercito tedesco Carsten Breuer, in visita in Ucraina, ha evidenziato che al momento non sembrano esserci le condizioni per un’offensiva su larga scala ma la preparazione sarebbe comunque in corso.
Per ora, vi sono dunque poche certezze su questa tanto pubblicizzata controffensiva, ma sembra che l’operazione sia effettivamente ancora in una fase organizzativa, viste anche le numerose criticità che un attacco di questa portata comporta. Restano, infatti, diversi dubbi riguardo le capacità che attualmente possiede l’esercito ucraino in termini di mezzi e, soprattutto, di munizioni per artiglieria. La carenza di proiettili per artiglieria, vista l’estrema importanza che tale strumento militare sta ricoprendo in questo conflitto, rischia di minare qualsiasi speranza di attacco. Il problema della scarsità di munizioni ‒ per quanto le attuali forniture occidentali siano sufficienti per consentire all’Ucraina di resistere ‒ si lega alla questione dell’impreparazione dell’industria degli armamenti europea ad un conflitto di così larga scala. Per ovviare a tale problema l’Unione Europea ha adottato un programma di investimenti del valore di 2 miliardi di euro che prevede la produzione e l’invio all’Ucraina di un milione di missili e munizioni per artiglieria entro i prossimi 12 mesi. Anche se tale investimento non riuscirà a garantire a Kiev le munizioni di cui ha bisogno attualmente per questa offensiva, sarà un aiuto cruciale per consentire alle forze ucraine di mantenere i territori conquistati, nel caso in cui questo attacco vada a buon fine, e pianificare una nuova ulteriore operazione offensiva.
Capire quando comincerà effettivamente la controffensiva non è facile, vista anche la riservatezza delle informazioni, ma vi sono alcuni segnali che possono aiutare a presumerne l’imminente avvio. Tra questi, l’ammassamento di truppe nelle retrovie, il risparmio di munizioni che si traduce in una temporanea diminuzione dell’attività di bombardamento da parte dell’artiglieria e le azioni di sabotaggio. In queste settimane si è assistito a diversi attacchi con droni kamikaze contro obiettivi strategici russi, in particolare in Crimea, al fine di danneggiare la loro catena di approvvigionamento. Tali segnali hanno portato alcuni a pensare che la controffensiva fosse imminente o, addirittura, già cominciata come ha sostenuto Evgenij Prigožin, uno dei consiglieri più vicini a Putin nonché fondatore del gruppo militare Wagner.
In effetti, capire veramente quando inizierà il tanto annunciato attacco ucraino non sarà così scontato. È probabile, infatti, che la controffensiva non si svilupperà, almeno in una prima fase, come un’unica grande operazione ma piuttosto come diverse piccole spinte per trovare i punti deboli del fronte russo e concentrare rapidamente lì le proprie forze. Difficilmente l’esercito ucraino riuscirà a scagliare un attacco su larga scala come quello con cui venne riconquistata l’intera provincia di Charkiv, ma, qualora la linea del fronte russo venisse spezzata e si creassero dei corridoi di passaggio, la controffensiva potrebbe diventare molto più importante.
Allo stesso tempo, però, le forze russe, dopo la dura sconfitta a Charkiv, non sono certo rimaste ad attendere passivamente che una tale disfatta potesse ripetersi e hanno già preso tutte le contromisure del caso. Secondo l’intelligence britannica, infatti, dall’estate del 2022 la Russia ha avviato la costruzione di uno dei sistemi di difesa e fortificazione più estesi del mondo da decenni a questa parte. Le strutture difensive non sono collocate soltanto in prima linea, ma si estendono per diversi chilometri nelle retrovie. L’Ucraina dovrà raccogliere quante più informazioni possibile su quelli che possono essere i punti deboli della linea russa, condurre azioni preparatorie come attacchi mirati alle linee di comunicazione e ai comandi russi in modo da creare caos tra i loro ranghi e mancanza di rifornimenti per quando l’attacco avrà luogo.
Per concludere, è opportuno sottolineare che, anche qualora l’attuale controffensiva abbia successo, non sarà certo l’ultima battaglia delle forze armate ucraine, come hanno affermato il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba e quello britannico James Cleverly. Dichiarazioni di questo tipo sono certamente comprensibili visto che attorno a tale operazione si sono venute a creare aspettative così elevate da rischiare che, se attuate solo parzialmente, l’immagine dell’Ucraina non ne trarrebbe certamente vantaggio nonostante l’impegno e il sacrificio messi in campo. In questa guerra, combattuta anche con la comunicazione, la delusione è un pericolo da non sottovalutare.
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