La Cina con ogni probabilità si sta avviando verso la fine della politica della pianificazione familiare: secondo quanto pubblicato nel giornale ufficiale Procuratorate Daily è in preparazione un nuovo codice civile che non fa alcun riferimento a limitazioni del numero dei figli ed è probabile che le novità saranno ratificate nel marzo 2020, dall’Assemblea nazionale del popolo in seduta plenaria. Un cambiamento di questo tipo del resto non stupirebbe affatto gli esperti che conoscono l’evoluzione della società cinese. La politica del figlio unico portata avanti con determinazione dal 1979 al 2015 si è rivelata fallimentare; oltre a provocare malumori e insoddisfazioni, ha favorito un drastico invecchiamento della popolazione le cui conseguenze sociali esploderanno nei prossimi decenni e ha provocato indirettamente la sproporzione tra i generi. Infatti nell’incrocio perverso tra legislazione sul controllo delle nascite, cultura tradizionale patriarcale e moderni metodi per individuare il sesso del nascituro, molte famiglie hanno scelto di non far nascere le bambine e attendere il figlio maschio, creando uno sbilanciamento di circa 30 milioni di donne.  A fronte di questa situazione, la politica del figlio unico era stata abolita nel 2015, dando la possibilità di avere due figli. Poche famiglie hanno usufruito però della nuova possibilità e le nascite non hanno avuto l’incremento che ci si aspettava. La società cinese è molto cambiata rispetto al 1979 e i processi di urbanizzazione e di modernizzazione hanno portato le famiglie, come nella maggior parte dei Paesi industrializzati, a fare pochi figli, preferibilmente uno. Nel 2016 sono nati 17,9 milioni di bambini: soltanto 1,3 milioni in più rispetto all’anno precedente, quando era ancora in vigore la legge precedente, la metà dell’incremento previsto dal governo. Nel 2017, poi, le nascite sono addirittura scese a 17,2 milioni e se le autorità auspicano di raggiungere i 20 milioni nel 2018, non è detto che l’obiettivo verrà raggiunto. In questo senso, la riforma in atto non rivoluzionerà la società cinese: sarà un importante passo avanti sul piano delle libertà personali e dei diritti civili ma difficilmente assisteremo a una esplosione demografica.  Non si può escludere però che il governo oltre ad abolire i divieti, prenda misure per favorire la natalità, cercando di rimuovere le difficoltà economiche e la carenza di servizi che ostacolano le famiglie cinesi.

Argomenti

#politica#figli#natalità#Cina