Domenica 10 aprile, si svolgerà il primo turno delle elezioni presidenziali francesi: per essere eletto un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Un’ipotesi che, sulla base dei sondaggi, appare decisamente improbabile; d’altra parte, dall’istituzione dell’elezione diretta del presidente, scaturita dal referendum del 1962, nessun candidato è stato finora eletto al primo turno, a causa della frammentarietà del quadro politico francese. Quindi anche in questa occasione, con ogni probabilità, si andrà al ballottaggio, previsto per il 24 aprile, e si sfideranno i due candidati che al primo turno avranno ricevuto il maggior numero di consensi. In testa ai sondaggi ci sono l’attuale capo di Stato, Emmanuel Macron, sostenuto dal partito da lui fondato La République en marche!, e Marine Le Pen, leader del Rassemblement National. Sono i due candidati che si scontrarono anche cinque anni fa. Nel 2017 Emmanuel Macron aveva ottenuto al primo turno del 23 aprile il 24,01% dei consensi precedendo Marine Le Pen, che si era fermata al 21,3%. Nel ballottaggio del 7 maggio Macron aveva però ottenuto una vittoria schiacciante con il 66,1% dei voti, quasi il doppio della sua rivale. Per il candidato centrista, considerato allora con il suo movimento una novità nello scenario politico, avevano votato infatti più di venti milioni di cittadini, cioè dodici milioni di elettori in più rispetto al primo turno, mentre Le Pen aveva incrementato i suoi consensi rispetto al primo turno “soltanto” di tre milioni circa di voti, che le avevano consentito di superare la soglia dei dieci milioni ma senza impensierire la marcia di Macron verso l’Eliseo. Molti osservatori ritengono che una vittoria di Macron al ballottaggio sia l’esito più probabile, ma questa volta potrebbe essere una vittoria di stretta misura. È comunque difficile fare previsioni quando ancora non si conoscono i risultati del primo turno. Macron sarà ancora, secondo l’opinione di molti, in testa domenica 10 aprile, ma rispetto a metà marzo i suoi consensi sembrano in calo. Invece è in crescita nei sondaggi Marine Le Pen che ha quasi certamente vinto la sua sfida all’interno della destra e appare in vantaggio rispetto a Éric Zemmour di Reconquête! e Valérie Pécresse, la candidata di Les Républicains. Inoltre, bisogna tener conto della composizione complessiva delle candidature al primo turno. Secondo un sondaggio del 5 aprile, in testa c’è Macron, con il 27%, quindi Marine Le Pen con il 20%. Al terzo posto e in crescita il candidato della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon di La France insoumise che raggiungerebbe il 16% e, se ci fosse una convergenza sul suo nome degli elettori di sinistra, potrebbe ambire a partecipare al ballottaggio. Éric Zemmour, in netto calo dopo una partenza esaltante, è accreditato del 10%, Valérie Pécresse dell’8%, l’ecologista Yannick Jadot del 5%, la socialista Anne Hidalgo del 2%. Gli altri candidati hanno percentuali ancora inferiori. Nella sinistra si è aperto un confronto sul cosiddetto voto utile, cioè sulla possibilità che i voti convergano sul candidato più forte e cioè Jean-Luc Mélenchon; appare estremamente difficile però che i voti di Yannick Jadot, della sindaca di Parigi Anne Hidalgo, di Fabien Roussel del Parti communiste français, di Nathalie Arthaud di Lutte ouvrière e di Philippe Poutou del Nouveau parti anticapitaliste confluiscano sul candidato di France Insoumise, anche perché i candidati non hanno nessuna intenzione di farsi da parte. Complessa anche la situazione a destra. Come ha evidenziato Le Monde in una recente inchiesta, Éric Zemmour è saldamente in testa nell’ambito della cosiddetta Fachosphère, cioè negli ambienti nostalgici e neofascisti che rappresentano una minoranza relativamente esigua, ma molto attiva sui social network. Su Twitter e in generale nella comunicazione in rete i sostenitori di Zemmour sono molto più presenti e attivi dei lepenisti. Non è detto che però la sua presenza danneggi la candidata del Rassemblement National. Lei stessa ha dichiarato, con una certa dose di ironia, che il confronto con l’estremismo populista dell’avversario la fa apparire una candidata di centro, moderata e credibile. Al tempo stesso, come lo stesso Zemmour ha fatto intendere, moderando gli attacchi contro la rivale nell’ultima fase della campagna elettorale, i voti dell’estrema destra probabilmente confluiranno al ballottaggio su Marine Le Pen. Invece resta più problematica la convergenza degli elettori di sinistra su Macron, che potrebbe anche essere danneggiato dall’astensionismo. Il presidente in carica appare dunque favorito ma senza solide certezze: il risultato del primo turno darà importanti indicazioni sull’esito finale.

Immagine: Emmanuel Macron (9 dicembre 2019). Crediti: Kremlin.ru [CC BY 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0)], attraverso Wikimedia Commons

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