Il Partito conservatore britannico ha scelto un nuovo leader, Rishi Sunak, chiamato a ricoprire l’incarico di primo ministro e a risolvere la crisi politica ed economica nel Regno Unito. Dopo le dimissioni di Boris Johnson lo scorso luglio e quelle più recenti di Liz Truss, i Tories sperano di aver chiuso una fase a dir poco turbolenta per il partito, tra spaccature interne sempre più evidenti e lo spauracchio delle elezioni anticipate, con i laburisti in nettissimo vantaggio nei sondaggi. L’ex cancelliere dello Scacchiere, che sarà il primo capo del governo di origine asiatica nella storia del Paese, si è ritrovato come unico candidato nella corsa alla leadership dei Tories, dopo il ritiro dell’avversaria più accreditata, Penny Mordaunt. Sunak si è aggiudicato infatti il sostegno preliminare di circa 200 deputati conservatori, sufficienti a far pendere l’ago della bilancia in suo favore e far decretare all’organo decisivo del partito, il Comitato 1922, una vittoria in sostanziale assenza di altri concorrenti.
Nel fine settimana sembrava potesse gettarsi nella mischia anche l’ex premier Johnson, in vacanza ai Caraibi e tornato di fretta nel Regno Unito per sondare la situazione, in vista di quello che sarebbe stato un clamoroso colpo di scena per la politica britannica. Già domenica Johnson aveva però smentito l’intenzione di candidarsi alla guida dei conservatori, lasciando la corsa all’ex cancelliere del suo governo e a Mordaunt. Sunak ha convinto un numero abbastanza ampio di colleghi circa la sua affidabilità in una congiuntura particolarmente difficile per i Tories e in generale per l’economia britannica. L’eredità lasciata dalla brevissima e a tratti surreale esperienza da premier di Liz Truss non è delle migliori, considerata la necessità di continuare a rassicurare i mercati e al contempo gestire dossier delicati, che spaziano dalla politica fiscale agli aiuti ai cittadini per il caro bollette, passando per la revisione della spesa pubblica. Sunak ha un curriculum molto più solido in materia economica rispetto all’inquilina uscente del numero 10 di Downing Street, travolta dalle scelte sbagliate del suo cancelliere dello Scacchiere e fedele alleato Kwasi Kwarteng. Rispetto a Truss, il nuovo premier è solito fare ricorso a dei toni e a una retorica meno aggressivi su temi chiave per l’elettorato conservatore, in particolare sull’immigrazione e il dossier Brexit, pur avendo preso in passato posizioni similari a quelle dei predecessori.
Un altro compito delicato per Sunak sarà quello di tenere unito il partito, che ha cambiato tre leader e tre governi in poco più di un mese, mettendo in evidenza lotte intestine e profonde differenze di vedute. Per evitare un nuovo “autosabotaggio”, il premier dovrà trovare spazio per compromessi con le varie correnti dei Tories, cominciando dalla lista dei ministri, in cui inserire i propri alleati senza lasciare del tutto fuori alcuni componenti del gabinetto Truss. Da cancelliere, Sunak era stato criticato dall’ala destra del partito per la politica di sostegno economico a cittadini e imprese lanciata durante la prima fase della pandemia da Coronavirus, oltre che per la tassazione straordinaria imposta alle compagnie energetiche sui profitti extra conseguiti a fronte dell’aumento dei costi delle bollette. Negli ultimi mesi, il neopremier ha continuato a professare una visione pragmatica sui temi economici, segnando le distanze dai programmi fiscalmente “azzardati” del duo Truss-Kwarteng, ma sollevando anche qualche dubbio sulla possibilità di aumentare al 3% le spese militari del Regno Unito, un punto giudicato fondamentale dall’attuale ministro della Difesa Ben Wallace, a fronte della guerra in Ucraina.
Il profilo personale di Sunak lo rende una figura sostanzialmente unica nel panorama dei conservatori. Figlio di immigrati di origine indiana, a loro volta arrivati nel Regno Unito negli anni Sessanta dalle ex colonie britanniche in Africa orientale, il nuovo leader dei Tories ha studiato in università prestigiose prima di approdare nella City per lavorare nella finanza. A 42 anni, Sunak sarà il più giovane di sempre a risiedere al numero 10 di Downing Street, dopo essere stato eletto per la prima volta a Westminster solo nel 2015. Altro elemento distintivo della sua biografia è il matrimonio con Akshata Murthy, ricchissima figlia del magnate dell’informatica indiana Narayana Murthy, tra i fondatori del colosso Infosys. Sunak e la consorte hanno un patrimonio stimato in quasi 800 milioni di sterline, entrando nella classifica delle 250 persone più ricche del Regno Unito. La moglie Akshata è stata al centro di uno scandalo la scorsa primavera, quando si è scoperto che risultava “non domiciliata” in territorio britannico e poteva quindi evitare di pagare al fisco di Londra le tasse sui propri ingenti guadagni esteri, derivanti dalla gestione di un fondo di investimento e di un’azienda nel settore della moda. Lo stesso Sunak era in possesso di una “green card”, un permesso di soggiorno permanente negli Stati Uniti, un fatto che ha portato i suoi critici ad accusarlo di “scarso attaccamento” alla patria. L’esito del voto tra le fila dei deputati conservatori sembra in ogni caso assicurare al nuovo leader del partito una base di consensi solida da cui iniziare il proprio operato da primo ministro.