L’eurodeputata maltese del Partito popolare europeo (PPE) Roberta Metsola è stata eletta martedì 18 gennaio, al primo turno, presidente del Parlamento europeo. Metsola ha ottenuto 458 voti, su un totale di 690 deputati che hanno partecipato alla seduta, quasi la totalità dei 705 membri che compongono l’assemblea. La svedese Alice Bah Kuhnke, candidata dei Verdi, ha ottenuto 101 voti e la spagnola Sira Rego della Sinistra 57. Le schede bianche o nulle sono state 74: per questo motivo sarebbero stati sufficienti 309 voti per eleggere il presidente. In questo senso, il successo di Metsola è stato ampio; David Sassoli era stato eletto al secondo scrutinio con 345 voti.

Un’analisi più attenta del voto mostra però come la scelta di Roberta Metsola, che appartiene all’area moderata del PPE ed è nota per le sue posizioni contrarie all’aborto, che a Malta è illegale, abbia provocato qualche movimento di voti, non previsto dagli accordi iniziali. Il giorno prima dell’elezione, la candidatura della deputata maltese aveva ricevuto il sostegno dei tre gruppi che fanno parte della maggioranza al Parlamento europeo: il PPE, i Socialisti e democratici (S&D), e il gruppo liberale Renew Europe. Le basi di questo accordo in realtà erano state già poste nel luglio del 2019, quando era stato eletto David Sassoli; il presidente italiano, recentemente scomparso, si sarebbe comunque dimesso nel gennaio 2022 e l’accordo tra i gruppi della maggioranza prevedeva che nella seconda metà della legislatura, il presidente sarebbe stato indicato dal centrodestra. Il nome di Metsola ha ottenuto anche il gradimento dei Conservatori e riformisti (ECR), guidati da Giorgia Meloni, e della Lega di Matteo Salvini.

La maggioranza ampia che ha eletto Metsola avrà ovviamente delle conseguenze politiche; molti osservatori hanno notato peraltro che sia la candidata dei Verdi Alice Bah Kuhnke sia Sira Rego hanno ottenuto un numero di voti maggiore rispetto a quello dei gruppi che ufficialmente le sostenevano, favorendo l’ipotesi che una parte dei socialisti e dei liberali abbiano espresso così il loro dissenso rispetto alla candidatura di Roberta Metsola. Le posizioni antiabortiste dell’eurodeputata maltese avevano suscitato perplessità e malumori; Metsola subito dopo l’elezione si è comunque pronunciata anche con l’intento di spegnere le polemiche: «Le mie posizioni su questo tema saranno quelle dell’Aula».

Nelle sue prime dichiarazioni, la neoeletta presidente ha soprattutto voluto rendere omaggio a David Sassoli e al suo impegno europeista: «Onorerò David Sassoli come presidente difendendo sempre l’Europa, i nostri valori comuni di democrazia, dignità, giustizia, solidarietà, uguaglianza, Stato di diritto e diritti fondamentali. […] Raccoglierò l’eredità di David Sassoli, combattente per l’Europa. Credeva nel potere dell’Europa». A 43 anni (compiuti proprio il 18 gennaio, giorno della sua elezione) Roberta Metsola è la persona più giovane chiamata a guidare questa istituzione ed è la terza donna dopo Simone Veil (1979-82) e Nicole Fontaine (1999-2002). Nonostante la giovane età, conosce bene le istituzioni europee, fa parte del Parlamento europeo dal 2013 e nel 2020 è stata eletta prima vicepresidente. La nuova presidente si trova però di fronte il compito difficile di guidare un’istituzione solcata da contrasti profondi, legati al tema dello Stato di diritto e al ruolo stesso dell’Europa rispetto alla sovranità degli Stati, in un momento non facile da un punto di vista globale, a causa della pandemia ancora in atto e delle sue conseguenze economiche e sociali.

Immagine: Roberta Metsola (5 ottobre 2019). Crediti: CC-BY-4.0: © European Union 2019 – Source:EP, attraverso Wikimedia Commons

Argomenti

#Partito popolare europeo#presidente#Parlamento europeo#David Sassoli