Salman Rushdie, scrittore settantacinquenne, indiano di famiglia musulmana e naturalizzato britannico, è stato aggredito venerdì 12 agosto da un uomo armato di coltello mentre si apprestava a tenere una conferenza a Chautauqua, nello Stato di New York. Colpito ripetutamente al torace e al collo, Rushdie ha riportato gravi ferite e, sottoposto nella notte italiana ad un intervento chirurgico, è attualmente ricoverato in rianimazione in ospedale. Autore di numerose opere letterarie, con The satanic verses (1988; trad. it. 1989), satirica rivisitazione dell’islamismo, Rushdie si trovò al centro dell’attenzione mondiale a causa della condanna a morte per blasfemia emanata contro di lui dall’ayatollah Khomeini, in seguito alla quale è stato costretto per anni a vivere nascosto e sotto scorta. Da tempo però lo scrittore era tornato ad una vita normale, partecipando ad eventi culturali senza che fossero previste particolari misure di sicurezza. La violenza contro chi avesse avuto a che fare con Versi satanici non ha risparmiato nel frattempo il traduttore dell’opera in giapponese, Hitoshi Igarashi, pugnalato a morte nel 1991, e il traduttore italiano Ettore Capriolo, ferito a coltellate nella sua casa milanese, entrambi aggrediti con modalità che ricordano quella di ieri a Rushdie. Al momento sono ancora in corso le indagini per accertare le ragioni che hanno spinto l’aggressore di Rushdie, Hadi Matar, 24 anni, di Fairview in New Jersey, a colpire.

Immagine: Salman Rushdie durante la Fiera del libro di Francoforte, Germania (12 ottobre 2017). Crediti: Markus Wissmann / Shutterstock.com

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