Gli Stati Uniti si accingono ad abbandonare la clausola del safe harbor (porto sicuro) che ha finora ostacolato un accordo internazionale per la tassazione delle imprese digitali. Nel corso del vertice G20 di venerdì 26 febbraio, la segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen ha anticipato un cambio di atteggiamento che potrebbe fare uscire dallo stallo in cui si trovano da tempo le trattative in sede OCSE sulla tassa digitale. La clausola safe harbor che era stata sostenuta da Steven Mnuchin, predecessore della Yellen, di fatto lasciava libere le grandi aziende di aderire a nuove tassazioni. Secondo l’organizzazione britannica Fair Tax Mark, che certifica la buona condotta fiscale delle imprese, le sei aziende più grandi del settore (Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft e Netflix), sfruttando le normative vigenti, avrebbero sottratto al fisco 100 miliardi di dollari dal 2010 al 2019; questi dati sono stati contestati dalle società coinvolte, ma in sede OCSE molti Paesi, soprattutto quelli europei, sollecitano da tempo un riequilibrio del sistema.

La rigidità espressa dall’amministrazione Trump in difesa dei colossi del web aveva sospinto i Paesi europei, a partire dalla Francia, a iniziative unilaterali. Naturalmente si trattava anche di un tentativo di smuovere la trattativa in sede OCSE; una sollecitazione che non aveva incrinato le posizioni di Trump e di Mnuchin. Le aperture di Janet Yellen possono rilanciare il processo verso un accordo condiviso, che ha come snodi il rapporto con la Cina, che sta molto a cuore agli Stati Uniti, e l’esigenza dei Paesi europei di incrementare al più presto le entrate fiscali per fronteggiare le conseguenze della pandemia. Il ministro italiano dell’Economia Daniele Franco ha manifestato la soddisfazione dell’Italia (Paese che ha assunto a dicembre 2020 la presidenza del G20) per l’apertura della Yellen ma si è espresso con prudenza rispetto alle difficoltà e ai tempi della trattativa dichiarando che nella ricerca di un accordo così complesso «il diavolo è nei dettagli». Del resto, anche se il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz e il suo omologo francese Bruno Le Maire si sono espressi favorevolmente verso la posizione di Janet Yellen, la stessa Unione Europea, secondo molti osservatori, troverà una vera unità con qualche fatica, tenendo conto che a fianco dell’intransigente Francia si muoverà la prudente Germania, preoccupata di eventuali ricadute sulle esportazioni del settore auto. Secondo Daniele Franco un obiettivo realistico sarebbe arrivare a un accordo in estate, lavorando con spirito unitario sui diabolici dettagli.

Immagine: Il logo di Google. Crediti: Thomas Hawk [Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)], attraverso www.flickr.com

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