Una rivoluzione, populista e sovranista, in Europa: questo è l’obiettivo di Steve Bannon, ex consigliere di Donald Trump e teorico di una nuova destra apprezzato a livello internazionale. Bannon sta promuovendo The Movement, una fondazione, con sede a Bruxelles, che sosterrà i populisti di destra europei, occupandosi in concreto e in modo centralizzato anche di analisi dei sondaggi e di campagne politiche, con lo sguardo puntato alle elezioni per il Parlamento europeo del maggio 2019. A Londra, all’hotel Mayfair, l’incontro che ha siglato, nel luglio 2018, l’inizio della nuova avventura politica, con la partecipazione di alcuni movimenti europei, tra cui il Rassemblement National (ex Front National), il fiammingo Vlaams Belang**,** Sweden Democrats e True Finns.

L’intento di Bannon è quello di allargare i confini del movimento, in un’ottica di superamento della tradizionale barriera tra destra e sinistra, indicando nel globalismo e nelle burocrazie europee il nemico da battere; l’attenzione sarebbe quindi rivolta anche a movimenti come la Lega, che però finora ha mostrato un limitato interesse. La questione delle migrazioni, della difesa dei confini, dell’opposizione al globalismo ‘buonista’, simboleggiato da George Soros e dalla Open Society Foundations, sono i temi privilegiati. La fondazione può quindi essere letta come un tentativo di ripetere su scala europea quanto avvenuto con Trump negli Stati Uniti; nelle speranze dei promotori, nel maggio 2019 queste forze potrebbero arrivare a contare su un terzo dei seggi al Parlamento europeo.

Anche dopo la rottura con Trump, arrivata nell’agosto 2017, Steve Bannon continua ad essere considerato lo stratega di quella vittoria e, in qualche misura, l’ideologo principale di quella corrente generale di cui il presidente degli Stati Uniti è espressione. Le recenti polemiche di Trump contro i fratelli Koch, grandi imprenditori tradizionalmente repubblicani ma attualmente molto critici verso le misure protezionistiche, sembrano ispirate da Bannon e dalla sua idea di rompere anche con l’establishment conservatore. Molti hanno fatto notare alcuni paradossi insiti nell’operazione The Movement: un’iniziativa guidata da un americano per cambiare l’Europa, un’organizzazione internazionale di movimenti nazionalisti, un fronte ostile all’Unione Europea che punta sulla conquista di spazi proprio all’interno delle istituzioni europee. Secondo i fautori di questa prospettiva, le contraddizioni sono invece solo apparenti e dettate da vecchie narrazioni politiche: l’elezione di Trump, e in misura diversa i risultati elettorali in Italia del marzo 2018, mostrano che confini, linguaggio e modalità della politica stanno cambiando. In realtà, il campo avverso, quello dei partiti europeisti e tradizionali, come i popolari e i socialisti, non sottovalutano affatto l’iniziativa di Bannon e ne temono l’impatto.

Crediti immagine: da Gage Skidmore. Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

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