Nella tarda serata di giovedì 29 luglio, la Mercer Street, una petroliera di proprietà giapponese battente bandiera liberiana, amministrata dalla Zodiac Maritime, del miliardario israeliano Eyal Ofer, è stata attaccata a nord-est dell’isola di Masirah, al largo delle coste dell’Oman. L’imbarcazione si trovava a circa 152 miglia nautiche dal porto di Duqm; partita da Dar es Salaam, in Tanzania, era diretta, senza carico a bordo, a Fujairah, terminal petrolifero negli Emirati Arabi Uniti. L’ipotesi più accreditata è che la nave sia stata attaccata con due droni lanciati dai pasdaran iraniani, nel quadro delle tensioni crescenti fra Israele e Iran, una sorta di guerra non dichiarata, che ha trovato proprio negli spazi marini il suo scenario principale. Israele ha più volte accusato l’Iran di condurre attacchi, senza assumersene la diretta responsabilità, contro imbarcazioni collegate con Israele; Teheran a sua volta attribuisce alle forze militari israeliane il danneggiamento, provocato il 6 aprile attraverso l’uso di mine, di una nave militare iraniana e soprattutto azioni di sabotaggio e attacchi che mirano a ostacolare il proprio programma nucleare. L’azione che ha colpito la Mercer Street assume però una particolare gravità perché questa volta ci sono delle vittime: il capitano della nave, di nazionalità romena, e un contractor britannico. Gli alloggi, che si trovavano sotto il centro di comando e il ponte, sono stati colpiti da due droni e, oltre alle due persone che hanno perso la vita, ci sono dei feriti fra i 27 componenti dell’equipaggio; la Mercer Street è stata comunque in grado di proseguire la navigazione e, sotto scorta statunitense, si è diretta verso un porto sicuro dove fosse possibile curare i feriti ed effettuare le riparazioni. Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid ha accusato immediatamente l’Iran di essere responsabile occulto dell’attacco; il primo ministro Naftali Bennett lo ha ribadito con forza dopo che l’Iran aveva negato il suo coinvolgimento. Gli Stati Uniti parteciperanno all’inchiesta sull’attacco alla petroliera, che coinvolgerà oltre a Israele anche il Regno Unito e la Romania. L’episodio difficilmente resterà senza conseguenze dirette e la tensione nell’area è destinata a rimanere molto alta.

Immagine: Yair Lapid (5 dicembre 2015). Crediti: [Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)], attraverso www.flickr.com

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