I recenti avvenimenti di Chemnitz, in Sassonia, che è stata scossa da manifestazioni e violenze negli ultimi giorni di agosto, rappresentano un forte campanello d’allarme per tutta la Germania: i movimenti di estrema destra sono in rapida crescita. La situazione a Chemnitz è precipitata a partire da domenica 26 agosto, dopo che era stato ucciso in una rissa, per futili motivi, Daniel H., un uomo di trentacinque anni, di madre tedesca e padre cubano. La notizia che le indagini sulla morte del cittadino tedesco coinvolgevano due rifugiati, un siriano e un iracheno, ha fatto scattare un’ondata di indignazione e di protesta, in cui hanno avuto spazio istanze e organizzazioni dell’estrema destra.

Lunedì 27 agosto è stata indetta una manifestazione di «patrioti» a cui hanno partecipato seimila persone, con l’adesione di cittadini comuni, di gruppi ultras del tifo calcistico, del movimento anti-islamico Pegida, del Partito nazionaldemocratico di Germania (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, NPD) e Alternative für Deutschland, (AfD) l’estrema destra parlamentare che in Sassonia è la seconda forza politica.

A questa mobilitazione si è contrapposta una manifestazione degli antirazzisti a cui hanno partecipato millecinquecento persone. La polizia si è trovata in difficoltà nel gestire la piazza, riuscendo a fatica ad evitare uno scontro diretto tra i manifestanti. In un contesto esasperato anche dal rincorrersi di false notizie, si sono registrati diversi episodi di caccia allo straniero, saluti nazisti, lanci di oggetti verso le forze dell’ordine e gli avversari politici. Un’analoga situazione si è ripetuta sabato 1° settembre, con circa diciotto feriti, tra cui tre poliziotti, in un’altra giornata di manifestazioni contrapposte, in cui non sono mancati slogan e gesti in qualche modo riconducibili al nazismo.

La cancelliera Angela Merkel è intervenuta a questo punto con fermezza esprimendo in primo luogo la sua solidarietà alla famiglia della vittima ma condannando la violenza e l’intolleranza, sostenendo che tutto questo «non ha nulla a che fare con lo stato di diritto in questo Paese». Lunedì 3 settembre oltre cinquantamila persone si sono ritrovate a Chemnitz per partecipare a un concerto gratuito e per dire no al razzismo; anche se la giornata si è svolta senza disordini, tutti gli osservatori sono concordi nel ritenere che la situazione nella cittadina sassone (nel periodo della divisione tra le due Germanie chiamata Karl-Marx-Stadt) è tutt’altro che ricomposta. L’estrema destra che è già elettoralmente molto forte probabilmente proverà a cavalcare l’ondata emotiva scaturita dal delitto del 26 agosto. In molti territori dell’ex DDR, i movimenti patriottici che si scagliano contro i migranti, l’islam e le politiche dell’accoglienza di Angela Merkel, stanno acquisendo consensi; alcuni osservatori sottolineano che questa esasperazione non esplode dove è più forte la presenza di migranti e di rifugiati (cioè nei territori dell’Ovest) ma nell’Est, dove però è molto più alto l’indice di disoccupazione.

Crediti immagine: ANSA/EPA

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

Argomenti

#Angela Merkel#razzismo#Germania