Si è conclusa con una dichiarazione di condanna dell’«aggressione militare non provocata e ingiustificata» compiuta dalla Russia ai danni dell’Ucraina la prima giornata di incontri al Consiglio europeo in corso a Versailles. Netta la richiesta rivolta a Mosca: «Chiediamo che la Russia cessi la sua azione militare e ritiri tutte le forze e l’equipaggiamento militare dall’intero territorio dell’Ucraina immediatamente e incondizionatamente, e rispetti pienamente l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti». Più articolata è stata la presa di posizione rispetto al sostegno da dare a Kiev: se da un lato si conferma la volontà di offrire assistenza politica e finanziaria e protezione ai rifugiati, oltre ad una rilevante presa di posizione politica nell’affermare che «L’Ucraina appartiene alla nostra famiglia europea», dall’altro si registrano le cautele rispetto alla possibilità di creare una corsia preferenziale per l’adesione all’Unione Europea (UE) come richiesto dal presidente ucraino Zelenskij. Su questo punto, infatti, tra i leader riuniti a Versailles sono emerse divisioni e distinguo. Come sottolineato dal primo ministro olandese Mark Rutte, pur venendo la richiesta di adesione ucraina gestita con una rapidità che non ha precedenti, «ci vorrà tempo, mesi, forse anni, prima di arrivare a qualcosa». Il Consiglio ha anche invitato la Commissione a esprimere il suo parere sulle candidature della Repubblica di Moldavia e della Georgia.
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