APRILE 2013

Gruppo Fiat in forze all’autoshow di Shanghai

Al Salone dell’automobile di Shanghai il Gruppo Fiat si è presentato in forze con i diversi brand commercializzati in Cina e soprattutto attraverso le attività della JV, nata tre anni fa, con Guangzhou Automobile Group. Dalla collaborazione Gac-Fiat è infatti nata la Viaggio, la prima Fiat costruita in Cina, che sta avendo molto successo sul mercato interno. E questa JV dovrebbe avviare dal 2014 – non appena le autorità governative approveranno l’allargamento delle attività Gac-Fiat – anche la produzione delle Jeep in Cina. Proprio dal brand più celebre al mondo nel settore degli off-road è arrivata a Shanghai la Cherokee (qui proposta come Zi You Guang) che è la prima nuova Jeep dell’era Fiat in quanto basata sulla piattaforma dell’Alfa Romeo Giulietta comune con la Dodge Dart. Questo modello arriverà dagli Usa nelle concessionarie cinesi alla fine del 2013, per soddisfare le richieste di quello che per Jeep è il secondo mercato dopo gli Stati Uniti. Al Salone di Shanghai Gac-Fiat ha presentato anche due nuove versioni del Suv Freemont – la 2.4 NAVI e la 3.6L AWD – entrambe di importazione, esposte accanto alla 500, che sta avendo sempre più estimatori nel paese del Dragone. “I risultati degli ultimi tre anni – ha detto John Burton, il neo general manager della Joint Venture – sono solo un piccolo passo per ricreare la ‘Nuova Fiat’, e il successo implica che stiamo per assumere maggiori responsabilità e obblighi”. “Andando avanti – ha riferito Jiang Ping, executive deputy general manager della JV – GAC Fiat continuerà a fornire prodotti di qualità superiore per i consumatori cinesi e ottimizzare dealer e servizi di rete, aumentando la nostra qualità del servizio e consentendo ai consumatori l’accesso alla filosofia del marchio di ‘La vita e bella’, lo slogan usato dalla Fiat in Cina”. Al momento Gac-Fiat conta nel Paese su 170 concessionari e più di 200 punti vendita, rete che sarà ampliata entro la fine del 2013. Ma all’Autoshow, il Gruppo Fiat è presente anche con Chrysler, Jeep, Magneti Marelli e Iveco, dove ha presentato i nuovi camion di fascia alta importati dall’Europa.

Aviaria: arrivano esperti Oms e XiJinping chiede di prendere tutte le misure per arginare contagio

Sono arrivati in Cina gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che stanno investigando sull’origine e la diffusione della nuova influenza aviaria H7N9. Lo riferisce un comunicato della Commissione nazionale sanitaria e di pianificazione familiare. I tecnici dell’Onu fanno parte di un team di esperti tra stranieri e cinesi che condurrà indagini tra ospedali e centri ricerca, oltre ai siti dove si è diffuso il contagio. Il primo report del gruppo di esperti sarà presentato il 24 aprile prossimo.
Intanto, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto a tutte le autorità governative di prendere le necessarie misure per contenere la diffusione della nuova influenza aviaria H7N9. Lo si legge in un comunicato ufficiale dell’ufficio generale del Comitato centrale del partito comunista cinese. Xi ha detto che occorre occuparsi in via prioritaria di tutte le zone del paese nel quale si sono registrati casi di infezione da virus H7N9 e che devono essere fatti tutti gli sforzi possibili per ridurre la mortalità per coloro che sono stati colpiti dalla malattia. Al momento le infezioni da influenza aviaria da virus H7N9 si sono verificate in sei province incluse le municipalità di Pechino e Shanghai e il bilancio è di 87 contagiati comprese 17 vittime.

Causa degli animalisti in Cina contro azienda che estrae la bile dagli orsi

Un gruppo di animalisti cinesi ha intrapreso per la prima volta un’azione legale per fermare la pratica dell’estrazione della bile di orso. Secondo quanto riferisce il China Daily l’istituto Fengtai Ytahz, una organizzazione non governativa di Pechino che si batte per la tutela degli animali, ha presentato un esposto contro una azienda farmaceutica della provincia sud orienatale cinese del Fujian, chiedendo che le venga ritirata la licenza per effettuare l’estrazione della bile dall’orso nero asiatico (la specie più utilizzata per questo tipo di pratica) e la sua lavorazione per la produzione di medicine locali. L’azienda, che opera dal 2000, ha infatti uno dei centri più grandi in Cina per l’estrazione della bile di orso. Secondo l’avvocato dell’istituto, Zang Yun, l’emissione delle licenze “rappresenta già una violazione della legge per la protezione della fauna in quanto la legge esplicitamente proibisce la vendita di animali selvatici eccetto che per la ricerca scientifica o per altre ragioni particolari. L’estrazione della bile non rientra certo tra queste ragioni”. Tuttavia, secondo Yang Zhaoxia, professore associato presso l’università di Pechino, l’istituto Fengtai Ytahz non ha titolo per intraprendere una simile azione legale. “La legge cinese – ha infatti spiegato – non riconosce i diritti e gli intessi ambientali. Per cui solo dimostrando di aver subito un danno personale dall’azienda si può agire contro di essa”. La pratica dell’estrazione della bile dagli orsi a scopi medici ha origini molto antiche e deriva dalla credenza che questa sostanza abbia effetti benefici per gli occhi e per il fegato. Da alcuni anni tuttavia le associazioni animaliste si oppongono a questa pratica sostenendo che per procedere all’estrazione gli animali vengono sottoposti a delle vere e proprie torture e in molti casi finiscono col decedere.

Aumentano casi di contagio per aviaria e si studia possibile contagio uomo-uomo

Mentre continuano a salire i numeri dei contagiati, arrivati ad 88, e delle vittime, 17, della nuova influenza aviaria H7N9, le autorità cinesi cominciano a paventare la possibilità che la stessa si trasmetta anche tra gli uomini, non solo a contatto con pollame e uccelli infetti. Questo, dopo aver notato che il 40% dei contagiati non è mai stato in contatto con animali infetti. La notizia ha portato, semmai ce ne fosse bisogno, maggiore preoccupazione in Cina, nonostante le autorità continuino a cercare di gettare acqua sul fuoco. Neanche l’uscita dall’ospedale alla presenza di stampa e televisioni della bambina di sette anni prima contagiata a Pechino, ha abbassato le preoccupazioni. Nella capitale resta ancora in osservazione il bambino di quattro anni che è stato contagiato pur non presentando sintomi dell’influenza, dichiarato portatore sano. “La trasmissione del virus tra gli uomini è teoricamente possibile, ma molto sporadica” ha detto alla stampa Feng Zijian, direttore del centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie. “Una esposizione a lungo termine e non protetta a persone infette potrebbe risultare in un’altra infezione umana”, ha detto Feng sottolineando come il fatto che ci siano questi gruppi di persone che, pur non essendo state a contatto con pollame, siano infetti, non significa necessariamente che il virus sia mutato. Il cambiamento di versione nasce dal fatto che sono sotto esame alcune famiglie o comunque gruppi ristretti di persone che hanno preso il virus da un loro congiunto già deceduto. In particolare nella stessa famiglia di Shanghai, nella quale una sola persona era a contatto con polli infetti, quattro persone sono risultate contagiate, due delle quali morte. La stampa cinese aveva già annunciato un probabile caso di contagio fra uomini una decina di giorni fa, per poi fare marcia indietro. Di probabilità di diffusione parla anche l’organizzazione mondiale della sanità i cui tecnici con base a Pechino, dal primo giorno al fianco delle autorità cinesi, hanno rassicurato la popolazione sulla non diffusione del virus tra gli umani. L’inversione di tendenza, seppur parziale, monta la preoccupazione nella gente perché si ha l’impressione che la cosa non sia totalmente sotto controllo, nonostante le rassicurazioni governative. Si teme che le autorità, come fatto in occasione della Sars, tenga nascoste notizie. Il governo, per precauzione, ha vietato i contatti con i volatili anche negli zoo e ha invitato a evitare i contatti con volatili in tutto il paese. Intanto manca solo un passo per la commercializzazione del primo vaccino universale contro tutti i ceppi di influenza A, dalla ‘suina’ fino proprio al più recente H7N9 emerso ora in Cina. Lo hanno annunciato al congresso mondiale sull’immunizzazione di Washington i ricercatori dell’azienda britannica Immune Targeting Systems che lo stanno mettendo a punto, secondo cui la fase 2 dei test (la prima sull’uomo per verificare l’efficacia dopo i test sulla sicurezza) ha dato esito positivo. Manca ora l’ultima fase di sperimentazione (la tre su un campione più ampio) prima della commercializzazione.

Continuano le piaghe bibliche in Cina: ora anche carcasse di cani morti dopo uccelli, maiali, anatre e pesci

Centinaia di maiali e di cani sono stati trovati morti nella provincia centrale cinese dell’Henan. Lo riferisce la stampa locale. Secondo i primi accertamenti gli animali sarebbero deceduti a causa di una fuga di gas di una fabbrica locale, la Luoyang Jinfu Chemical Factory. La gente del posto ha fatto sapere di aver trovato 410 maiali e 122 cani morti nel villaggio di Dongtun. Le autorità locali hanno escluso che siano stati affetti dal virus H7N9, il ceppo dell’influenza aviaria che nelle ultime settimane ha provocato in Cina la morte di 16 persone. È stata aperta un’inchiesta sulla fabbrica, che produce prodotti medici a cui è stato ordinato di sospendere la produzione. Le carcasse degli animali morti sono state smaltite e campioni dei loro organi sono stati mandati in laboratorio per essere analizzati. Le aziende agricole della zona sono state sterilizzate. Molti abitanti della zona hanno dichiarato di aver sentito negli ultimi giorni “un odore molto più forte ed acre del solito” nei pressi dell’impianto e hanno accusato la fabbrica di essere la responsabile anche della malattia di molte persone. “Mi sento debole e soffro spesso di mal di gola – ha detto un abitante del villaggio – molte persone tra i 30 e i 50 anni negli ultimi anni, qui si sono ammalate e morte di cancro”.

Donna di 20 anni si immola per il tibet, sono 115 dal 2009

Una donna di 20 anni di nome Chugtso si è ‘autoimmolata’ ieri in una protesta contro la politica cinese nel Tibet. Lo affermano fonti di esuli tibetani. Il suicidio della giovane porta a 115 il totale dei tibetani che hanno scelto questa drammatica forma di protesta contro la politica della Cina nel territorio dal 2009. Secondo le fonti, la donna si è autoimmolata nei pressi del monastero di Jonang a Rangtang (Dzamthang in tibetano), in un’area a popolazione tibetana della provincia cinese del Sichuan.

Presentato l’accordo di sponsorizzazione di Weichai con la Scuderia Ferrari

La scuderia Ferrari apre a oriente. È stato presentato oggi, a Shanghai, a pochi giorni del Gp cinese di Formula 1, l’accordo di sponsorizzazione fra Weichai Power, la più grande azienda cinese di componenti meccaniche per auto, e la scuderia di Maranello. L’azienda sosterrà le ‘Rosse’ per i prossimi quattro anni. Weichai è il primo marchio cinese industriale, come pure la prima società della Cina continentale, a sponsorizzare la scuderia Ferrari. Multinazionale con succursali e filiali in America, Singapore, India, Russia, Francia, Italia e Germania, il 10 gennaio 2012 Weichai ha completato l’acquisizione di una quota del 75% nel Gruppo Ferretti, il più grande produttore di lussuosi yacht in tutto il mondo, e il 3 settembre ha firmato un accordo di cooperazione strategica con Kion, uno dei principali produttori al mondo di carrelli elevatori industriali e leader mondiale nella tecnologia idraulica. Scopo dell’accordo di sponsorizzazione con la Ferrari, rafforzare ulteriormente il marchio nel mercato cinese. Tan Xuguang, presidente e Ceo di Weichai, ha sottolineato come la sponsorizzazione della scuderia emiliana sia per la sua azienda 'un inizio molto positivo', e che 'in futuro le due societaà potranno cooperare per sviluppare una serie di progetti per potenziare ulteriormente i benefici reciproci'. 'La Cina e la Ferrari – ha detto Piero Ferrari, vicepresidente dell’azienda del cavallino rampante – condividono la stessa passione, gli stessi ideali: pur avendo una forte tradizione che rispettiamo, guardiamo entrambi al futuro'. Ferrari, presente dal 1992 in Cina, ha fatto del Paese del dragone il suo secondo mercato mondiale, con 750 auto in strada. 'L’accordo – ha detto il console generale italiano a Shanghai, Vincenzo De Luca – è un passo importantissimo nel rafforzamento dei legami tra i due Paesi. Weichai è un importante gruppo che con Ferretti si è già affacciato sul nostro Paese adesso con la sponsorizzazione di Ferrari si appoggia all’eccellenza dell’eccellenza italiana. Confidiamo di avere molte più aziende come la Weichai interessate al nostro Paese'.

Secondo esperto cinese, ci sarebbe il 70% di possibilità che scoppi la guerra per la Corea del Nord

Secondo Zhang Lianghui, uno dei maggiori esperti di Corea del Nord della Cina, ci sono il 70% di probabilità che la crisi in corso nella regione sfoci in guerra aperta. 'Ci sono tra il 70 e l’ 80% di possibilità che scoppi una guerra – ha dichiarato Zhang – perché il nuovo leader nordcoreano Kim Jong-un vuole usare questa occasione per arrivare alla riunificazione della penisola coreana'. Pechino ha approvato le sanzioni imposte dall’Onu a Pyongyang dopo il test nucleare effettuato in febbraio. In un indiretto ma chiaro riferimento alla Corea del Nord, il presidente cinese Xi Jinping ha affermato domenica scorsa che 'a nessuno deve essere consentito di creare il caos' per promuovere i suoi interessi particolari. Secondo fonti giapponesi, la Corea del Nord è pronta ad effettuare un test missilistico, probabilmente prima del 15 aprile, quando ricorre l’anniversario della nascita del fondatore del Paese, Kim il-sung.

Corruzione e abuso di potere per ex ministro delle ferrovie cinesi

L’ ex-ministro delle ferrovie cinese Liu Zhijun è stato formalmente accusato di corruzione e di abuso di potere. Lo scrive oggi l’agenzia ufficiale Nuova Cina, citando le autorità giudiziarie. Liu Zhijun, 60 anni, ha gestito la modernizzazione delle rete ferroviaria cinese e l’introduzione delle linee ad alta velocità, acquisendo ricchezze e potere. Nel 2011 è caduto in disgrazia ed è stato arrestato ed espulso dal Partito Comunista. Nuova Cina non indica la data nella quale di aprirà il processo.

Indagine su droga e prostitute coinvolge manager e politici a fiera del lusso ad Hainan

Festini e droga durante una fiera del lusso in Cina, che hanno coinvolto politici e aziende del lusso. Secondo quanto riferisce lo Shanghai Daily, nella provincia cinese di Hainan, durante la annuale fiera di articoli di lusso, tra cui jet, macchine di lusso e barche, che si è tenuta da sabato a martedì scorso, molti funzionari, politici e uomini di affari sarebbero stati coinvolti in festini a base di sesso e droga. In alcuni post on line sono state anche pubblicate fotografie che ritraggono alcune celebrità e modelle cinesi. In uno di questi post si afferma che uno dei partecipanti, che ovviamente ha mantenuto l’anonimato, ha detto che una di queste ragazze ha guadagnato in tre sere, per incontri di natura sessuale, oltre 600.000 yuan (oltre 65.000 euro) e che sarebbero stati comprati e utilizzati più di 2.000 preservativi. Sempre secondo alcune voci la polizia di Hainan sarebbe intervenuta in uno di questi festini e avrebbe portato via delle persone per sottoporle al test sulla droga. Diverse personalità presenti hanno detto che ci sono state delle feste ma che sono state delle normali cene ad ‘alto livello’ e che le false voci sono probabilmente state messe in giro da qualcuno che si era irritato per non essere stato invitato. La società organizzatrice dell’evento ha pubblicato un annuncio nel quale ha evidenziato come queste false e infamanti informazioni danneggino la reputazione dell’intero evento, che si tiene ogni anno e attrae centinaia di aziende del lusso in vari campi e migliaia di visitatori.

Donne torturate con elettricità in campi lavoro

Torturate, malnutrite, costrette a turni di lavoro massacranti, private di qualsiasi diritto. Questo il drammatico ritratto delle prigioniere dei campi di lavoro – i famigerati ‘laojiao’ – nella provincia settentrionale cinese del Liaoning, reso noto dal reportage di ‘Lens’, una rivista cinese, basato sui racconti di attivisti, ex funzionari dei campi ed ex prigionieri. Si parla in particolare del campo femminile di Masanjia, vicino Shenyang, che ospita la maggior parte delle prigioniere del Liaoning e che è solo uno degli oltre 300 campi di lavoro cinesi, dove la polizia può rinchiudere anche senza processo le persone per un periodo fino a 4 anni. Dai racconti raccolti da ‘Lens’ emerge un quadro di orrore, dove le prigioniere vengono torturate con scariche elettriche che in alcuni casi portano al danneggiamento dei nervi e a danni permanenti. La legge sui campi di lavoro prevede che le scariche elettriche possano essere utilizzate dagli agenti sui prigionieri solo in caso di rivolta o grave insubordinazione. Ma spesso non è così. Il ricorso a questo tipo di tortura è infatti – a quanto sembra – piuttosto comune e frequente. Altre prigioniere hanno invece raccontato di essere state ammanettate, anche per più di una settimana, a barre di ferro o cancelli. Alcune hanno dichiarato di essere state ammanettate con entrambe le mani sopra la testa senza essere in grado di toccare il suolo con i piedi. E poi turni massacranti di lavoro, anche di 12-14 ore senza interruzione (a fronte delle sei ore previste) e senza essere mai retribuite. Peng Daiming, ex amministratore del campo, ha rivelato che c’erano oltre 5.000 prigionieri, e che grazie al loro lavoro si otteneva un reddito di oltre 100 milioni di yuan all’anno (oltre 10 milioni di euro). Non solo poi i prigionieri non vengono retribuiti, vengono anche malnutriti e non curati se malati. Alcune ex prigioniere hanno riferito che il pasto giornaliero consisteva solo in una manciata di riso, spesso neanche ben cotto, e qualche verdura. Una piccola porzione di carne veniva loro data solo alla domenica. Il rapporto, raro sguardo all’interno di quello che realmente accade in un campo di lavoro cinese è stato rimosso da tutti i portali di news del web cinese, solo poche ore dopo che era stato pubblicato e diffuso. Negli ultimi mesi, con il cambio della guardia ai vertici del partito e dello Stato, si è molto parlato della possibile chiusura dei ‘gulag’ cinesi. Di recente e’ stato proprio il neo premierLi Keqiang, nella sua prima conferenza stampa da capo del governo cinese, a confermare esplicitamente che Pechino ”sta lavorando” in questo senso e che i ‘laojiao’ potrebbero essere aboliti entro la fine dell’anno, consegnando i loro orrori alla storia.

Chen Guangcheng denuncia: “Pechino perseguita la mia famiglia”

Il dissidente cieco cinese Chen Guangcheng, che riuscì a riparare negli Stati Uniti lo scorso anno dopo essersi rifugiato nell’ambasciata Usa a Pechino, ha accusato le autorità cinesi di non rispettare i patti e di perseguitare i suoi familiari rimasti in Cina. In dichiarazioni rilasciate a Washington, Chen ha detto: “Non solo il governo non rispetta le promesse che aveva fatto un anno fa, ma la situazione è ulteriormente peggiorata perché non hanno smesso di perseguitare i miei familiari”. Chen, che era stato condannato a quattro anni per aver pubblicamente criticato gli eccessi della politica del figlio unico e posto agli arresti domiciliari, si conquistò in novembre i riflettori internazionali per essere riuscito a fuggire dal suo villaggio e a rifugiarsi nell’ambasciata Usa, scatenando una crisi diplomatica fra Pechino e Washington. Alla fine la Cina gli concesse di espatriare negli Stati uniti per studiare diritto a New York, dove vive con la famiglia. Fra le altre cose, un nipote di Chen è stato condannato a tre anni di carcere lo scorso novembre. “Questo basta a dimostrare che il regime comunista cinese non ha intenzione di cambiare”, ha detto Chen, che ha chiesto a Washington di pubblicare i verbali delle trattative segrete fra Usa e Cina quando lui era ospite dell’ambasciata.

Nuova vittima per influenza aviaria H7N9, sono 7. Sale a 24 numero contagiati

Èarrivato a 24 il numero totale dei casi di influenza aviaria del nuovo ceppo H7N9 in Cina, di cui sette morti. L’ultimo decesso, secondo quanto è stato confermato oggi dalle autorità cinesi, è avvenuto ieri sera intorno alle 18.45 a Shanghai. Si tratta di un uomo di 64 anni. Non si sa ancora come l’uomo abbia contratto il virus e se sia o meno stato a contatto con volatili infetti. E intanto sempre oggi si è appreso di nuovi due casi confermati nella provincia orientale del Jiangsu; si tratta di un uomo di 85 anni che vive a Nanchino e di una giovane donna di 25 anni della città di Zhenjiang. Entrambi, secondo le informazioni disponibili, sarebbero in gravissime condizioni. Le autorità sanitarie sia a Shanghai che nella provincia del Jiangsu stanno tenendo sotto stretta osservazione tutte le persone che sono state a contatto con gli ammalati ma finora nessuno ha mostrato sintomi sospetti. Ed è Shanghai a contare fino a questo momento la maggior parte dei contagi con 11 casi, di cui cinque morti. Otto sono i casi verificatosi nel Jiangsu, tre nello Zhejiang (di cui due defunti) e due nell’Anhui. Sia le autorità cinesi che l’Organizzazione mondiale della sanità rassicurano sul fatto che il contagio avviene solo con il contatto con animali, pollame o in genere volatili, infetti e non si trasmette tra umani.

Altri tre contagi per la nuova aviaria H7N9, 21 in totale (morti compresi). Virus forse portato da uccelli migratori

Tre nuovi contagi nella Cina orientale del muovo virus dell’influenza aviaria H7N9, che portano a 21 il numero totale degli infetti comprese le sei vittime. L’ultimo contagiato riguarda un uomo di 55 anni della provincia dell’Anhui che lavorava in un mercato di pollame. Nessuno di coloro che sono entrati in contatto con l’uomo hanno contratto il virus. Con questo, sono 10 casi di H7N9 a Shanghai (comprese quattro vittime), tre casi tra i quali due vittime nella provincia dello Zhejiang, sei casi nella provincia del Jiangsu e due nell’Anhui. Secondo un esperto del ministero dell’agricoltura di Pechino, il nuovo virus dell’aviaria potrebbe essere stato portato nella Cina orientale da uccelli migratori. Yu Kangzhe, capo dei veterinari del ministero, ha spiegato che al momento non si conosce né la fonte dell’infezione né il modo di trasmissione. Il virus, comunque, è stato riscontrato nei mercati di pollame ma non negli allevamenti di pollame, così come non è stato trovato in altri animali come i maiali. Anche se il fulcro dell’epidemia attualmente è nella Cina orientale, Yu non esclude che si possa diffondere altrove.

Autorità cinesi confermano isolamento dei casi di infezione dell’aviaria

Le autorità sanitarie cinesi hanno comunicato di aver circoscritto tutti i 16 casi confermati di influenza aviaria del ceppo H7N9 e che non ci sono prove di trasmissione del virus tra umani. Lo riferisce l’Agenzia Nuova Cina. Il totale dei contagi in tutta la Cina è di sedici persone, di cui sei sono morti (quattro a Shanghai e due nella provincia dello Zhejiang), con due ricoverati a Shanghai, sei nel Jiangsu, uno nello Zhejiang e uno nell’Anhui. Le autorità hanno anche escluso qualsiasi collegamento epidemiologico tra i vari casi. In ogni caso, per motivi precauzionali, tutte le persone che sono state nelle ultime settimane a contatto con i contagiati sono state messe sotto osservazione medica. Solo uno di loro aveva mostrato nei giorni scorsi sintomi influenzali ma i test effettuati hanno già escluso che sia stato colpito dal virus H7N9. Intanto oltre che a Shanghai anche ad Hangzhou, nello Zhejiang, è stata vietata la vendita e l’importazione di pollame vivo dopo che il virus è stato rinvenuto in alcuni campioni di quaglie prelevati da mercati agricoli locali.

Familiari di una delle vittime dell’H7N9 accusano autorità di aver coperto il caso

Accusa l’ospedale di non aver detto la veritaà sulla malattia del loro congiunto la famiglia di Wu Liangliang, il giovane di 28 anni seconda delle quattro vittime a Shanghai del nuovo ceppo di influenza aviaria H7N9 che ha provocato in totale la morte di sei persone (quattro a Shanghai e due nello Zhejiang). "Nessuno ci ha informato delle reali cause della morte – ha detto Wu Demao, il suocero del ragazzo -: abbiamo appreso solo dalla televisione che era morto per l’influenza aviaria". Wu Liangliang, originario di Yancheng, nella provincia del Jiangsu, era arrivato a Shanghai per visitare i suoceri e durante la sua permanenza si era recato diverse volte in un mercato agricolo del distretto di Minhang, per aiutare il suocero, un venditore di maiali. Ammalatosi con febbre alta e sintomi influenzali era stato ricoverato in ospedale. "I medici hanno detto che aveva la polmonite – ha raccontato il suocero -, tanto che non lo hanno messo nemmeno in quarantena. L’ospedale è responsabile per non averci detto la verità. Non ci rendiamo conto come un ragazzo giovane possa essere morto tanto rapidamente". La famiglia della giovane vittima dell’aviaria sta anche pensando di fare causa all’ospedale per ottenere chiarezza su quanto accaduto e giustizia. "Ma temiamo – ha commentato il suocero – che alla fine le autorità appoggino l’ospedale coprendo eventuali responsabilità. In fondo noi siamo solo gente comune, mentre l’ospedale è gestito dal governo". Intanto l’ospedale ha pagato alla famiglia del defunto 130.000 yuan (circa 15.000 euro) a titolo di risarcimento, dicendo di dare loro questa somma per motivi umanitari.

Altri campioni di pollame infettati dall’H7N9 a Shanghai

Le autorità di Shanghai hanno rinvenuto il virus H7N9, la nuova variante dell’influenza aviaria, in altri 19 campioni di animali. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina. In particolare otto dei 19 campioni risultati infetti sono stati prelevati dallo stesso mercato dove giovedì erano stati trovati dei piccioni anch’essi positivi al virus, il mercato degli uccelli di Huhuai, nel distretto di Songjiang. Gli altri campioni poi risultati positivi sono invece stati prelevati da pollame in altri due mercati nel vicino distretto di Minhang. Shanghai ha sospeso il commercio e l’importazione di polli vivi e oltre 20.000 animali sono stati soppressi. Le autorità hanno fatto sapere che i venditori otterranno un risarcimento pari ad almeno il 50% del valore degli animali abbattuti. "Il nostro business sta colando a picco – ha detto Li Wenqi, un venditore di polli del distretto di Xuhui a Shanghai -, ma la gente sta morendo per cui questo è il momento di collaborare con le autorità".

Ceppo virus aviaria mai riscontrato nell’uomo, uccide due persone a Shanghai

Due uomini sono morti a Shanghai dopo aver contratto il virus dell’influenza aviaria, di un ceppo di cui fino ad ora si ignorava la possibilità di trasmissione all’uomo. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. Le due vittime, di 87 e 27 anni, si sono ammalate alla fine di febbraio e sono decedute all’inizio di marzo. Anche una donna della vicina provincia di Anhui ha contratto il virus ai primi di marzo ed è in condizioni critiche, ha riferito l’agenzia cinese, citando il Servizio Sanitario Nazionale e Commissione di pianificazione familiare (NHFPC). Il ceppo del virus dell’influenza aviaria riscontrata in tutte le tre le persone è stato identificato come H7N9. Tutti e tre i casi hanno mostrato sintomi di febbre e tosse che poi si sono sviluppati in polmonite. Non è chiaro come le tre vittime siano state infettate. Secondo la commissione, tuttavia, il virus non sembra particolarmente contagioso.

Autorità con censura fanno quadrato intorno a Peng Liyuan

È ormai l’ambasciatrice del soft power cinese, ma proprio per questo Peng Liyuan, first lady del paese del Dragone, deve conservare un’immagine perfetta. Se da un lato lei stessa provvede alle sue mise, dall’altro le autorità cinesi provvedono a ripulirne l’immagine su internet. E così via libera alle foto che la ritraggono al braccio del marito, il presidente Xi Jinping, in cappotto blu che le fascia il corpo, impreziosita da una borsa blu (sempre in tono con il cappotto). Ma via dalla rete commenti (e immagini) che potrebbero creare problemi alla sua immagine in Cina o all’estero. Come la foto – circolata nelle ultime ore – che ritrae la giovane cantante Peng in divisa esibirsi per i militari nei giorni del massacro di piazza Tiananmen. Era già successo qualche giorno fa. Le autorità hanno subito cancellato un blog di fan di Peng, generale dell’esercito cinese impegnata nel canto che qualcuno definirebbe folk o popolare, per evitare che ci potessero essere ospitati commenti poco graditi. Come quelli che avevano fatto notare che nella prima foto da first lady, appena uscita dall’aereo che l’ha portata insieme al marito in visita di stato a Mosca (la prima missione all’estero del nuovo ‘imperatore’ cinese), Peng aveva al braccio quella che sembrava una borsa Tod’s. Troppo per la moglie di colui che sta predicando la sobrietà per i funzionari del partito a tutti i livelli. Via i commenti sulla Tod’s, ancora una borsa obbliga la cancellazione di altri commenti. Pochi giorni dopo Mosca, quando la coppia presidenziale arriva in Sudafrica, Peng indossa un tailleur bianco e ha una borsa bianca. Questa, in alcune foto su internet, passa dalla mano di Peng a quella di suo marito. Sulla rete si plaude a Xi Jinping che aiuta la moglie, viene considerato il ”marito perfetto”, ma la cosa non piace e i commenti e le foto sono cancellati. Ieri e’ stata la volta di una vecchia foto del 1989 di Peng Liyuan, quando era appena diventata la moglie di Xi Jinping (sposato in seconde nozze dell’uomo due anni prima). All’epoca Peng era un’ufficiale dell’esercito cinese (dove era entrata a 18 anni nel 1980) e, dopo aver cantato ad alcuni gala della televisione di stato in occasione del capodanno cinese, era diventata famosissima. Il 1989 è l’anno della rivolta di Tiananmen. Come avvenuto in ogni guerra in qualsiasi parte del mondo, attrici e cantanti venivano invitate dalle forze armate a cantare per le truppe, per tenere alto il morale. Così avviene anche per Peng. Dinanzi ad un pubblico di militari seduti in divisa a Piazza Tiananmen, quella che sarebbe diventata la first lady cinese 24 anni dopo canta anch’essa in divisa militare verde. Il momento viene ritratto in foto da qualche fotografo dell’esercito e pubblicato in quarta di copertina di una rivista militare. Qualcuno, visitando una emeroteca dell’esercito, ha trovato la foto e l’ha rifotografata con il suo cellulare. E un paio di giorni fa l’ha messa su un microblog della rete cinese. Se ne è accorta una agenzia di stampa americana e ha rimandato la notizia nel mondo. Troppo per la censura cinese, per i tutori dell’immagine della first lady cinese che, in lei, hanno trovato colei che puo’ contribuire a cambiare l’immagine della Cina all’estero. E così la foto è stata cancellata.

Sempre più pericolo di estinzione per i delfini di fiume in Cina

Continua spedito il processo di estinzione per un tipo di delfino di fiume tipico dei corsi d’acqua cinesi. In base ad un rapporto del Ministero dell’agricoltura cinese, riferito dalla stampa locale, nel fiume Yangtze e nei due laghi vicini sono rimasti solo 1.000 esemplari di questi animali. Secondo il rapporto, il numero di questi cetacei è diminuito del 13,73% rispetto allo scorso anno. Secondo gli esperti, continuando così, la specie potrebbe estinguersi nel giro di una decina di anni. Si ritiene che a danneggiare questi delfini così particolari siano soprattutto l’inquinamento (che fa scarseggiare il cibo) e le attività dell’uomo, come ad esempio la costruzione di dighe. Per un ricercatore dell’Accademia cinese delle scienze, a mettere in pericolo la specie è anche il traffico intenso sul fiume Yangtze e la mancanza di cibo. I cetacei vengono infatti spesso confusi dal rumore delle eliche delle barche. Secondo gli ambientalisti il governo dovrebbe fare maggiori sforzi per proteggere le specie in via di estinzione, prestando maggiore attenzione alle tematiche ambientali e predisponendo adeguati piani di recupero. Le autorità intanto hanno fatto sapere di aver progettato la costruzione di siti dove spostare gli animali e farli vivere in un ambiente più sano e adatto per loro. Inoltre è prevista per i prossimi tre-cinque anni la costruzione di un nuovo centro di riproduzione artificiale.

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