MAGGIO 2013

La nuova aviaria si trasmette anche per via aerea e ai maiali. Non avevano detto emergenza finita?

Il virus dell’influenza aviaria del ceppo H7N9 può essere trasmesso non solo attraverso uno stretto contatto con i volatili ma anche per via aerea. Lo dice un gruppo di ricercatori dell’Università di Hong Kong. Secondo quanto riferisce il South China Morning Post, anche se di recente il virus sembra essere stato messo sotto controllo (non sono stati registrati nuovi casi sin dallo scorso 8 maggio), i ricercatori hanno esortato le autorità a mantenere una stretta sorveglianza, che dovrebbe includere non solo il pollame, ma anche gli esseri umani e i maiali. “Abbiamo scoperto – ha spiegato Maria Zhu Huachen, professore presso la scuola di Sanità Pubblica della Università di Hong Kong – che il virus può infettare i maiali, cosa che non era nota”. Finora si sono verificati 131 casi di infezione umana confermati, con 36 morti. Il Dr Zhu ha aggiunto che anche se non vi è nessuna prova di trasmissibilità del virus da uomo a uomo, il loro studio ha evidenziato che l’H7N9 è contagioso e trasmissibile nei mammiferi. È stato infatti scoperto da questo studio che il virus potrebbe diffondersi attraverso l’aria, da una gabbia di uccelli o polli all’altra, anche se in questo caso la forza del contagio sarebbe minore. Zhu ha infine avvertito che H7N9 potrebbe anche combinarsi con qualche virus suino generando nuove varianti. “Per fortuna però – ha aggiunto infine il professore – il virus è relativamente mite. La maggior parte dei contagiati che sono morti avevano delle condizioni di salute già compromesse di base”. Per evitare che l’H7N9 diventi endemico tra i polli, aumentando di conseguenza le possibilità di trasmissione agli uomini, i ricercatori di Hong Kong hanno tuttavia suggerito un ripensamento su come, specialmente nella Cina continentale, vengono gestiti i mercati di pollame vivo. Il governo di Hong Kong a tal proposito ha attuato un programma di sorveglianza del pollame locale e di importazione già dal 1998. Esso comprende il monitoraggio della catena di approvvigionamento del pollame vivo, dei negozi di animali, dei parchi e in genere di tutti gli ambienti che vengono a contatto con uccelli selvatici e pollame. Qualche avvisaglia di una mutazione del virus e di una trasmissione diversa c’era stata anche negli annunci celati tra le pieghe della stampa cinese, qualche giorno fa. La stessa Xinhua, infatti, dopo aver sostenuto le campagne nelle quali si diceva che la nuova aviaria non era trasmissibile tra le persone, ha pubblicato la notizia secondo la quale la commissione nazionale cinese per la salute e la pianificazione familiare aveva emesso un bollettino nel quale dichiarava che l’H7N9 ha “un alto potenziale di trasmissione tra uomini, molto più che qualsiasi altra aviaria”. Ad oggi, comunque, la situazione resta stabile e sta tornando verso la normalità. A Shanghai per l’inizio del prossimo mese il pollame dovrebbe tornare nei mercati della città.

In stagnazione produzione industriale cinese a maggio, ai minimi da ottobre. Crollano le borse

Brutte notizie per la produzione industriale cinese a maggio, il peggiore da ottobre, facendo segnare una contrazione. Secondo  i dati preliminari per il mese in corso della banca anglo-cinese Hsbc, il Purchasing Managers Index (Pmi), considerato un indicatore credibile dell’attività dell’industria manifatturiera, è stato del 49,6, rispetto al 50,5, di aprile. Da ottobre, è la prima volta che il dato scende sotto il 50. Gli economisti ritengono che un livello del Pmi oltre la soglia dei 50 punti indichi che la produzione industriale è in crescita, mentre al di sotto c’è stagnazione.
Chiusure pesanti per le borse di Hong Kong e Shanghai che risentono dei dati preliminari della produzione industriale, che a maggio registra una stagnazione. L’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong ha terminato a 22.669,68 punti, perdendone 591,4 pari a una perdita del 2,54%. Oltre un punto percentuale la perdita di Shanghai, che ha chiuso a 2.275,67 punti, in perdita di 26,74 punti pari a un ribasso dell’1,16% rispetto alla chiusura di ieri.

Nuove regole per l’elezione dei vescovi in Cina, governo decide nomi

Nuove regole per l’elezione dei vescovi in Cina che rafforzano il controllo della Bcccc, Bishops Conference of the Catholics Church in China, la conferenza dei vescovi cinesi che è appoggiata dal governo e non è riconosciuta dalla Santa Sede. In base alle nuove disposizioni, entrate in vigore in aprile ma delle quali si sa solo da qualche giorno, una diocesi deve cercare l’accordo con la Bcccc e con la commissione per gli affari religiosi per poter iniziare il processo di elezione e di ordinazione di un nuovo vescovo. La vecchia normativa invece, più snella, prevedeva solo che la diocesi dovesse gestire la procedura a livello provinciale. “La modifica – ha commentato Anthony Lam Sui-ki, ricercatore della diocesi del centro studi dello Spirito Santo di Hong Kong – rappresenta un passo indietro perché blocca la normalizzazione della vita della Chiesa in Cina. Ma allo stesso tempo ricorda ai vescovi ordinati dal Vaticano che devono essere coraggiosi e non farsi impaurire dalle autorità”. Le relazioni tra la Cina e il Vaticano sono negli ultimi anni particolarmente tese.

Per i cinesi, Confucio è l’ispiratore di Twitter

Ai suoi tempi internet certo ancora non esisteva. Eppure per i cinesi il padre di Twitter e di weibo, il Twitter cinese, sarebbe proprio lui, Confucio, il famoso filosofo cinese vissuto intorno al 500 a.C. La quantomeno estrosa idea è venuta ad un blogger cinese che, esaminando le opere del filosofo che teorizzava la lealtà familiare, il culto degli antenati, il rispetto degli anziani da parte dei giovani, la famiglia come base del governo ideale, in un post dal titolo ‘Confucio è la prima persona che ha usato weibo, ha evidenziato come le modalità di espressione utilizzate dal filosofo cinese siano alla fine molto simili a quelle utilizzate nel linguaggio dei più comuni social network. E per dimostrare la sua idea, il blogger cinese ha usato in primo luogo i Dialoghi, l’opera che raccoglie tutto il pensiero di Confucio in aforismi, che sono formati da paragrafi brevi, costituiti da non più di 140 caratteri, proprio come i celebri ‘tweet’. Inoltre come fanno i giovani sui social network postando frasi brevi e spesso ad effetto, anche Confucio nei suoi Dialoghi esprime il suo pensiero e i suoi sentimenti in maniera concisa e racchiusa in poche parole e in concetti sintetici. E ancora: come i giovani di oggi, Confucio parlava con parole semplici, che hanno un impatto diretto, e come i giovani che nei tempi di oggi usano Twitter e weibo aveva tanti seguaci, tanti ‘follower’, oltre tremila. Insomma le similitudini, reali o forzate, sembra ci siano davvero. E il ‘Confucio papà di Twitter’ suscita simpatia nel web, scatenando commenti più o meno seri e facendo aprire discussioni. Non manca chi, con un po’ di malizia, ritiene che la trovata possa essere niente altro che un mezzo per agevolare un graduale ma forse ormai inevitabile sdoganamento dei social network nel paese del dragone. Facebook e Twitter restano ancora bloccati dal governo cinese, preoccupato del fatto che rappresentino dei potenzialmente pericolosi veicoli di idee, ma c’è chi pensa che trovare una vicinanza sia pure solo concettuale tra i social network e Confucio possa pian piano contribuire a smussare gli angoli della reticenza del governo cinese nei loro confronti. Non manca tuttavia chi sostiene che avvicinare Confucio a Twitter o ai suoi più o meno simili fratelli cinesi come weibo, sia una totale assurdità. Alcuni esperti inoltre hanno notato come non sia del tutto vero che i pensieri del noto filosofo cinese contenuti nei Dialoghi rimangano sempre nell’ambito dei famosi 140 caratteri. Ve ne sarebbero infatti alcuni che li superano.

Vicepremier bacchetta turisti cinesi scostumati

Turisti cinesi, siate educati, siete gli ambasciatori del nostro Paese all’estero. Quindi evitare schiamazzi, sputi, danneggiamenti al patrimonio culturale o all’ambiente o casi limite, come quello di un bambino che fece pipì in una bottiglia al ristorante. È quello che ha chiesto uno dei quattro vicepremier della Cina, Wang Yang, durante una teleconferenza in occasione dell’approvazione della nuova legge sul turismo del Paese del dragone. Il vicepremier non ha usato mezze parole: “Alcuni atteggiamenti incivili sono stati criticati e hanno danneggiato l’immagine della Cina e del popolo cinese, causando impatti negativi”, ha detto l’ex segretario del partito del Guangdong. Wang ha dovuto ammettere che il grado di civiltà di molti turisti cinesi “è ancora basso”, auspicando una maggiore cultura del turismo. Ma Wang ha soprattutto invitato i connazionali a “rispettare coscienziosamente l’ordine pubblico e l’etica sociale, le credenze religiose e i costumi locali”, a “prestare attenzione al linguaggio e comportamento” dei Paesi ospiti e di rispettarne l’ambiente. Cose che spesso i turisti cinesi in giro per il mondo si dimenticano. Ed è stato lo stesso vicepremier a elencare i peggiori atteggiamenti, come il parlare in pubblico ad alta voce, il mancato rispetto delle regole stradali, lo sputare o l’incidere caratteri e nomi sui monumenti. Non senza autocritica: “Migliorare la qualità civile dei cittadini – ha detto Wang – e la costruzione di una buona immagine di turisti cinesi sono gli obblighi dei governi a tutti i livelli e le agenzie e le società, le autorità dovrebbero guidare i turisti”. Anche senza dirlo chiaramente, il vicepremier ha fatto riferimento soprattutto ai gruppi, quelli che partono da Shanghai e Pechino per viaggi organizzati “tutto incluso” (compreso l’aereo) a 500-600 euro e che hanno trovato anche nell’Italia una destinazione preferita, non a caso il numero dei visti per gruppi turistici cinesi verso l’Italia è aumentato del 30%. Gruppi che fra le destinazioni preferite hanno anche l’Italia, che è ai primissimi posti per numero di visti rilasciati complessivamente, con primati in diversi settori. I gruppi organizzati mangiano in loro ristoranti, portano cibo loro, dormono in strutture cinesi e, come i cinesi ricchi, non rinunciano ad alcune comodità, come a portare in albergo il bollitore dell’acqua, che spesso in Europa manca. La stampa cinese, più di quella internazionale, ha spesso mostrato in video e fotografie i comportamenti stigmatizzati dal vicepremier. Come quello di una donna che in un ristorante consentì a suo figlio di 4 anni di fare pipì in una bottiglia davanti a tutti, in piedi sulla sedia. Oppure di due neosposi che si sono fatti fotografare accanto ai loro nomi incisi su un monumento. O quella di pochi giorni fa di una donna con la borsa piena di coralli presi alle Maldive. I media internazionali sono più clementi, preoccupati che i cinesi possano offendersi e non spendere più. Un rapporto della Organizzaione Mondiale del turismo delle Nazioni Unite (Unwto), ha evidenziato come i cinesi abbiano superato anche i tedeschi e gli americani, spendendo lo scorso anno 102 miliardi di dollari in viaggi all’estero (contro gli 84 miliardi dei tedeschi), il 41% in più rispetto all’anno precedente.

Insetti alimenti del futuro? I cinesi sono scettici sulle tesi dell’Onu

I cinesi non sono pronti a rispondere positivamente al rapporto dell’Organizzazione per il cibo e l’agricoltura (Fao) delle Nazioni Unite secondo il quale mangiare insetti, ragni e scorpioni fa bene e potrebbe trasformarsi in un fenomeno diffuso, contribuendo a proteggere l’ambiente e a risolvere la crisi alimentare. Il rapporto, diffuso pochi giorni fa, asserisce che gli insetti – avendo un alto contenuto di proteine, vitamine, fibre e sali minerali – diventeranno una nuova tendenza alimentare. Tuttavia, Gao Xiwu, entomologo presso l’università cinese per l’agricoltura, ha detto che la Cina, che pure è tradizionalmente uno dei maggiori consumatori di insetti, non è pronta per il consumo di massa di questi animali. Gao ha inoltre detto al China Daily che alcuni insetti possono contenere tossine, residui di pesticidi e batteri, e non è sicuro che la cottura sia sufficiente a prevenire i rischi potenziali. A Pechino, nella zona di Wangfujing, scorpioni e bachi da seta sono venduti come cibo da asporto, dopo essere stati fritti o arrostiti. Tre scorpioni fritti su uno spiedino sono venduti per 25 yuan (3 euro). Secondo Guo Huanchao, gestore d’un ristorante di Pechino, dove tra le specialità vi sono locuste fritte e vermi, non esistono peraltro linee guida su come cucinare gli insetti. “Purché cotti correttamente – ha detto – bolliti, arrostiti o fritti, non ci sono rischi per la salute”. La contea di Qinyuan, nella provincia dello Shandong, è sede del più grande allevamento di insetti nel paese. Con circa 200 allevatori di insetti, è in grado di produrre 400 tonnellate l’anno. I tentativi di includere gli insetti ufficialmente nella alimentazione sono cominciati nel 1996, quando le autorità di Pechino approvarono una trentina di prodotti sanitari contenenti formiche. Ma da allora non è stato compiuto alcun progresso. Secondo gli esperti cinesi occorre raccogliere maggiori informazioni sul vero valore nutrizionale degli insetti.

Rapito 23 anni fa a cinque anni, ritrova i genitori anche grazie a Google Map

Un cinese che 23 anni fa, quando era bambino, fu rapito e portato in un’altra provincia è riuscito a ritrovare i suoi genitori grazie a Google Map. Luo Gang era nato in un villaggio della città di Guangan, nella provincia del Sichuan. Un giorno, a cinque anni, sparì mentre stava andando all’asilo. I genitori cercarono invano dovunque e dopo qualche anno adottarono una bambina. Nel frattempo Luo fu adottato da una famiglia della provincia del Fujian, a circa 1500 chilometri da dove era stato rapito. Anche se i genitori adottivi lo hanno sempre trattato bene, ha sempre avuto voglia di ritornare a casa, così ha cominciato a disegnare sulla carta i luoghi della sua infanzia. Gli unici posti dei quali si ricordava erano due ponti. Poco tempo fa, ha postato la sua mappa della città di origine su un sito specializzato per bambini scomparsi e un volontario lo ha contattato per segnalargli la notizia della scomparsa, 23 anni prima, di un bambino. I due hanno quindi cercato su Google Map la zona e, grazie alle foto e alla visione satellitare del software, Luo ha riconosciuto i due ponti. Pochi giorni dopo, l’uomo è riuscito a tornare al suo villaggio e a riabbracciare la famiglia d’origine dinanzi alle telecamere di una televisione locale. Ora non è chiaro il futuro della coppia adottiva, che potrebbe essere incriminata per il rapimento del minore.

Dopo proteste cittadini, no a nuova fabbrica Shanghai. Scontri a Kunming contro fabbrica inquinante

A seguito delle pressioni dell’opinione pubblica, un’azienda di Shanghai ha deciso di cancellare i suoi piani di aprire una nuova fabbrica di batterie al litio nel distretto di Songjiang. Secondo quanto ha riferito il China Daily, la Shanghai Guoxuan New Energy ha fatto marcia indietro dopo che centinaia di residenti di Songjiang, alla periferia sud-ovest di Shanghai, erano scesi in strada nei giorni scorsi per manifestare contro la prevista costruzione del nuovo impianto temendo le conseguenze per l’ambiente e per la salute derivanti dalle acque reflue e dalle emissioni. "Siamo molto soddisfatti – ha detto uno degli abitanti della zona – della decisione della societaà perché amiamo Songjiang e vogliamo un ambiente sicuro e pulito". I piani per la costruzione della fabbrica su un terreno di 23 acri nel Songjiang Industrial Park erano stati annunciati in una conferenza stampa dai responsabili della Shanghai Guoxuan New Energy lo scorso mese di agosto e subito la notizia aveva generato preoccupazione e allarme nella gente del luogo. Nelle ultime settimane, alcuni funzionari del governo del distretto di Songjiang avevano cercato di convincere inutilmente i residenti ad accettare il progetto, dicendo che l’impianto sarebbe stato destinato in prevalenza all’assemblaggio finale delle batterie.
Scontri tra polizia e manifestanti nella città cinese di Kunming, capitale della provincia meridionale dello Yunnan. Centinaia di persone sono scese in strada per protestare contro la costruzione di un nuovo impianto chimico che, secondo i residenti, potrebbe essere dannoso per la salute della gente e per l’ambiente. Secondo quanto riferiscono diverse fonti di stampa, nelle strade cittadine sono stati dispiegati moltissimi poliziotti con l’intento di disperdere la folla e ci sarebbero stati scontri. In rete, sui principali siti cinesi, in poche ore si sono diffuse le fotografie dei manifestanti circondati dalle forze dell’ordine. Senza lasciarsi scoraggiare dalla massiccia presenza dei poliziotti, i manifestanti hanno continuato a marciare pacificamente al grido di ”via la raffineria” e issando cartelloni con scritte contro la costruzione dell’impianto. Voci non confermate parlano anche di diversi arresti e di persone mandate via dal luogo delle proteste. Il nuovo impianto petrolchimico dovrebbe sorgere nella città di Anning, a circa 50 chilometri da Kunming. La gente teme soprattutto che la prevista produzione di paraxilene, un agente chimico molto usato nella produzione della plastica, possa avere effetti cancerogeni sulla popolazione che vive nella zona. Lo scorso 4 maggio anche il sindaco di Kunming era intervenuto sull’argomento, dicendo in una conferenza stampa che "il governo avrebbe bloccato il progetto se la maggioranza della popolazione fosse stata contraria". È già la seconda volta che i cittadini di Kunming scendono per strada contro la raffineria.

Governo di Hong Kong obbliga politici ad armonizzare scritti con volere Pechino

Dal primo giugno i politici e gli alti funzionari di Hong Kong dovranno tenere presente delle eventuali reazioni della Cina continentale per ogni nuova politica che dovesse essere messa in essere nell’ex colonia britannica. L’Apple Daily, quotidiano di Hong Kong, è venuto in possesso di un documento riservato diffuso dall’ufficio degli affari costituzionali e della Cina continentale a politici e funzionari, con il quale, dal primo giugno, "sarà obbligatorio tenere in considerazione le reazioni cinesi nell’emissione di tutte le corrispondenze e carte del comitato politico e le richieste del consiglio esecutivo". Nel documento si dice che le idee e le politiche da adottare dovranno essere visionate prima per ‘armonizzarle’ con le idee della Cina continentale. La notizia ha ottenuto in rete molti commenti polemici, soprattutto nei confronti del capo dell’esecutivo, accusato già dalla sua presa di potere di essere asservito a Pechino e di operare in favore della Cina.

Centinaia protestano per morte sospetta ragazza a Pechino

Centinaia di persone hanno protestato a Pechino a seguito della morte di una giovane donna di 22 anni, una lavoratrice migrante nativa della provincia dell’Anhui, precipitata in circostanze sospette, lo scorso 3 maggio, da un palazzo che ospita un mercato dell’abbigliamento. Secondo la polizia, la ragazza si sarebbe suicidata, ma sia la famiglia che il fidanzato hanno da subito contestato la ricostruzione ufficiale delle autorità. Una delle ipotesi è che la giovane potrebbe essere stata molestata sessualmente prima di morire. Secondo quanto ha raccontato la stampa locale, Yuan Liya, questo il nome della ragazza, si era recata a Pechino per lavorare e guadagnare per permettere alla sua povera famiglia di sopravvivere. La polizia ha ripetutamente rifiutato le richieste della famiglia di vedere le registrazioni delle telecamere di sicurezza presenti nel mercato la sera della morte e ha anzi fatto pressione affinché accettassero di cremare il corpo subito e senza fare ulteriori indagini. Circostanze che hanno fatto sorgere molti dubbi e sospetti su come si siano svolti realmente i fatti lo scorso 3 maggio. Il nome della ragazza e del mercato “Jingwen” sono stati censurati su diversi motori di ricerca cinesi e numerosi post on line che discutevano dell’argomento sono stati rimossi. La notizia delle centinaia di persone che hanno protestato a Pechino è stata riportata anche dal Global Times, vicino al partito comunista, sottolineando come proteste del genere non siano comuni a Pechino. La polizia, in un breve comunicato, ha fatto sapere che la donna non ha subìto alcuna molestia e ha arrestato una donna che avrebbe diffuso la notizia della violenza di Yuan. Ma la gente è scesa in strada per protestare, issando foto della ragazza e chiedendo che si faccia luce sull’accaduto e che le indagini vengano fatte in modo trasparente. “La capitale – ha scritto un utente in un commento on line – è quel posto dove le classi privilegiate si incontrano, e dove la gente comune che osa fare resistenza rimane coinvolta in ogni sorta di incidente e i loro casi rimangono irrisolti per mancanza di prove”.

Apre banca del latte per neonati

Aprirà a breve a Guangzhou, la ex Canton, una banca del latte per neonati. Per venire incontro alle esigenze di molte famiglie, che non si fidano della qualità del latte cinese, secondo quanto riporta la stampa locale, è stata decisa l’apertura di una banca dove le neo mamme possono donare il loro latte da destinare a bambini che ne hanno bisogno. La banca aprirà ufficialmente solo ai primi di giugno ma finora sono già ottanta le donne che si sono presentate volontariamente e che hanno iniziato a donare il proprio latte alla banca, che è stato poi dato a sei bambini, compresi alcuni nati prematuramente. ”Lo faccio solo per i bambini – ha detto una donna di 30 anni che si è recata alla banca a donare il proprio latte già quattro volte – vedo in tv o sui giornali casi di bimbi malati o prematuri e ho pena per loro. È questo che mi motiva”. Secondo Liu Xihong, co-fondatore della banca del latte, solo circa il 30% delle madri pratica l’allattamento in Cina, percentuale che scende a meno del 20% nelle aree urbane. Liu ha aggiunto che in media un bambino beve da 200 a 300 millilitri di latte ogni giorno, quindi il quantitativo attuale disponibile nella banca è solo sufficiente a sfamare 10 bambini per un giorno.

Nuovo morto per aviaria, totale vittime sale a 32

Nuova vittima in Cina, la trentaduesima in totale, per il ceppo dell’influenza aviaria H7N9. L’ultimo decesso si è verificato ieri, secondo quanto riferisce la stampa locale, nella città di Zhengzhou, capitale della centrale provincia dell’Henan. La malattia era stata diagnosticata a Cui, un uomo di 56 anni, circa due settimane fa. L’uomo è morto per complicanze cardiache e polmonari. Secondo le prime informazioni disponibili, Cui non sarebbe stato a diretto contatto con polli e volatili ma nel palazzo dove abitava erano stipate alcune gabbie di uccelli. Nella provincia dell’Henan sono finora quattro le persone che si sono ammalate per il virus H7N9, tre delle quali sono però in fase di guarigione. Intanto anche nella provincia del Fujian sono stati indivuduati esemplari di pollame in un mercato che sono risultati positivi al test. Le persone contagiate dal virus, in tutta la Cina, sono finora 129.

Petizione su sito della Casa Bianca: la polizia cinese si scusa per non aver risolto il caso

Ieri la notizia della petizione per la risoluzione del caso sul sito della Casa Bianca. Oggi la polizia cinese ha dichiarato di essere ”estremamente dispiaciuta” per non aver ancora saputo risolvere il tentato omicidio di una ragazza di 19 anni rimasta paralizzata dopo essere stata avvelenata nel 1994. Oltre centomila cinesi, ai quali la censura non permette di inviare denunce o petizioni sui siti ufficiali o sui social network cinesi, hanno sottoscritto una petizione sul sito ufficiale della Casa Bianca, ‘We the People’, chiedendo di far luce sull’episodio e di procedere alla punizione del presunto responsabile. La principale sospettata era stata una compagna di università della vittima, proveniente da una famiglia politicamente influente. Lo zio della sospettata infatti era vice presidente della conferenza consultiva del popolo ed era stato vice sindaco di Pechino. La polizia cinese ora, a distanza di anni, non solo si è scusata per non aver risolto il caso, ma ha anche precisato che non c’è stato ”nessun intervento esterno” per impedire di far luce sulla vicenda. La petizione, pubblicata sul sito americano, ha già raccolto 137.000 firme e quindi, in base alla normativa, avendo superato le 100.000 firme, ora ci si aspetta una risposta dall'amministrazione di Obama. Zhu Ling, la vittima, era una studentessa di chimica. A causa di avvelenamento da tallio, un metallo inodore e insapore, subì  delle lesioni permanenti. È rimasta quasi interamente paralizzata e ha perso la capacità di parlare e la vista. Nonostante avesse effettuato oltre 130 interrogatori la polizia non venne mai a capo delle responsabilità e non si appurò mai con certezza chi e perché avesse avvelenato la ragazza anche se i sospetti erano quasi da subito caduti sulla compagna di stanza all’università di Zhu (che però ha sempre negato qualsiasi suo coinvolgimento) e il motivo individuato, con molta probabilità, in questioni di gelosia e rivalità tra le due donne. Intanto ora, a distanza di molti anni, le semplici scuse della polizia hanno suscitato parecchie polemiche. ”È mai possibile chiudere un caso e permettere al responsabile di un crimine di farla franca solo facendo delle scuse?”, è stato uno dei commenti pubblicati on line sull’argomento.

Sale ad aprile l’inflazione cinese, +2,4%

Sale l’inflazione cinese ad aprile. Secondo i dati diffusi poco fa dall’istituto nazionale di statistica di Pechino, il mese scorso è stato registrato un dato del 2,4%, in aumento dal 2,1% di marzo. Scende l’indice ai prezzi alla produzione del 2,6%, superiore alle stime del 2,2% e superiore della caduta dell’1,9% del mese precedente.

A Shanghai non ha successo il caffè sospeso napoletano
I cinesi di Shanghai non sono come i napoletani e un’associazione caritatevole ha dovuto rinunciare al progetto del ‘caffè sospeso’ per aiutare i bisognosi. Lo scorso 16 aprile Chiato Coffee, una caffetteria che si trova in un angolo della biblioteca di Pudong, il quartiere nuovo di Shanghai, ha accolto l’invito di una associazione caritatevole. Ogni cliente che acquistava un caffé, avrebbe avuto la possibilità di comprarne un altro ‘sospeso’ da donare ad uno studente che affolla la biblioteca e non ha le possibilità per acquistare una bevanda, o per un povero che voglia ripararsi dal freddo. Ma dall’inizio dell’attività benefica, nonostante il caffè sia molto affollato, solo 31 persone hanno acquistato un caffè sospeso, facendo decidere per la cancellazione dell’iniziativa. Lo Shanghai Daily, nel riportare la notizia, ricorda proprio come sia Napoli la città dove questa iniziativa è ormai tradizione. Alcuni giovani intervistati hanno però riconosciuto la bontà dell’iniziativa, chiedendo che venga applicata anche ad altri prodotti.

Scontri nello Xinjiang, 21 morti
Almeno 21 persone sono morte in scontri nella provincia nord occidentale dello Xinjiang, in Cina. Lo riferiscono fonti di stampa cinesi. Secondo le prime informazioni, gli scontri tra polizia e locali sarebbero in corso da ieri sera a Selibuya, nei pressi di Kashgar. Lo Xinjiang è una provincia autonoma dove è forte la presenza musulmana.
Secondo le autorità cinesi, tra le 21 vittime degli scontri nella provincia nord occidentale dello Xinjiang, sei sarebbero sospetti terroristi. Gli incidenti sono cominciati nel pomeriggio a Kashgar, nella contea di Bachu, a circa 1200 chilometri dalla capitale, Urumqi, quando, secondo la versione ufficiale dell’agenzia Nuova Cina, tre operai hanno scoperto delle persone sospette, presunti terroristi, armati di coltelli, che si nascondevano nella casa di un abitante del posto. Gli operai hanno avvisato i loro superiori ma i sospetti li hanno catturati. Nel frattempo è sopraggiunta la polizia. Gli agenti, arrivati sul posto, sono stati però attaccati dai terroristi che hanno ucciso i tre operai che tenevano sequestrati e bruciato la casa. Ne sono scaturiti violenti scontri nei quali, alla fine, hanno perso la vita 21 persone. Otto i presunti terroristi arrestati. La regione dello Xinjiang è una delle più tormentate dai conflitti etnici. Dal 2009 è sotto uno stretto controllo della polizia e dell’esercito cinese, da quando quasi 200 persone persero la vita in scontri tra uighuri e immigrati cinesi nella capitale Urumqi. In seguito sono state inflitte centinaia di condanne a pene detentive e decine di condanne a morte. Le autorità cinesi ritengono che i responsabili delle violenze siano estremisti musulmani legati all’Internazionale islamica del terrore, mentre gli esuli sostengono che Pechino esagera la minaccia del terrorismo islamico per giustificare la repressione contro la popolazione uighura. Pechino, infatti, spesso bolla come terroristi persone che combattono per l’affermazione dell’etnia locale.

Primo caso di contagio per la nuova aviaria H7N9 a Taiwan. E per Oms virus è uno dei peggiori nel suo genere
Taiwan registra il primo caso di contagio del virus dell’influenza aviaria H7N9 che ha già contaminato centinaia di persone in Cina, causando oltre venti decessi. Lo ha annunciato il centro epidemologico taiwanese precisando che un uomo di 53 anni che lavorava nella città cinese di Suzhou ha manifestato sintomi caratteristici della malattia e versa in gravi condizioni.
Il virus dell’influenza H7N9 che ha già ucciso 22 persone in Cina è “uno dei più letali del suo genere”. Lo ha affermato uno degli esperti dell’Oms che sta conducendo un’indagine sull’epidemia in corso. “La situazione rimane complessa, difficile e in evoluzione – ha affermato durante un briefing Keiji Fukuda, assistente del direttore generale per la sicurezza della salute dell’Oms – se parliamo di virus influenzali, questo è particolarmente pericoloso per l’uomo”. Rispetto al virus H5N1, che ha ucciso 30 delle 45 persone che ha colpito in Cina, quello attuale ha un tasso di mortalità più basso, ma per l’esperto “È di sicuro uno dei più letali che abbiamo visto finora. Probabilmente stiamo vedendo solo le infezioni più gravi causate dal virus, e comunque possiamo già dire che l’H7N9 si trasmette più facilmente dagli uccelli all’uomo rispetto all’H5N1″. Una difficoltà aggiuntiva, spiega Fukuda, è che il virus attuale non dà sintomi negli animali, e questo rende l’epidemia molto più difficile da tracciare. L’H5N1 dal 2003 ha colpito nel mondo 622 persone uccidendone 371.

Si cerca il dialogo tra Cina e Giappone, forse domani a Pechino delegazione Tokyo
Giappone e Cina stanno progettando di tenere colloqui tra funzionari della Difesa che, in base a indiscrezioni, potrebbero vedere domani una delegazione di Tokyo partire per Pechino, con al centro il caso delle Senkaku-Diaoyu. Lo riporta l’agenzia Kyodo, a conferma delle dichiarazioni del portavoce del governo nipponico, Yoshihide Suda, che ha fatto intendere che i due Paesi stavano provando ad allentare le tensioni sulla sovranità del piccolo arcipelago, nel controllo di Tokyo e rivendicato da Pechino. "Stiamo lavorando, il Giappone dialoga con la Cina", ha affermato Suga in conferenza stampa, secondo cui Pechino è "un vicino importante" Le otto motovedette cinesi, intanto, hanno lasciato nella serata di ieri le acque delle isole Senkaku/Diaoyu, controllate da Tokyo e rivendicate da Pechino, dopo un blitz durato 12 ore. In base a quanto riferito dalla guardia costiera nipponica, è stata la più grande intrusione finora fatta dalle navi del servizio di sorveglianza marittima cinese intorno al piccolo e disabitato arcipelago, ritenuto essere ricco di risorse naturali, come il gas, oltre ad avere fondali ricchi per la pesca. Tra Tokyo e Pechino c’è stato ieri un duro uno scambio di proteste e prese di posizione.

Nuove vittime per l’aviaria, missione Oms a Shanghai, ma polemiche per poche informazioni
Una nuova vittima in Cina per l’influenza aviaria H7N9 e altri contagiati, uno dei quali in una nuova provincia. È questo il bollettino diramato poco fa dall’agenzia Nuova Cina rispetto alla diffusione del virus influenzale. La ventiduesima vittima per la nuova influenza si è registrata nella provincia orientale dello Zhejiang, dove oggi sono stati riportati altri due casi di infezione, che portano a 108 il numero dei contagiati nel paese. Tra questi, c’è anche il primo caso registrato nella provincia dello Shandong, nella Cina orientale, a nord di tre province che avevano fatto già registrare casi di contagio.
Resta Shanghai il fulcro dell’epidemia, con 33 casi dei quali 12 finiti con la morte. Proprio da qui è cominciata la missione dei tecnici dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dove anche ieri il virus H7N9 è stato riscontrato in polli e piccioni. Keiji Fuda, assistente del direttore generale per la sicurezza sanitaria e dell’ambiente dell’Oms, che guida la delegazione ispettiva in Cina, in conferenza stampa ha ribadito che non ci sono tracce di diffusione della malattia tra gli uomini. Nei due giorni di missione nella capitale economica cinese sono stati visitati ospedali, mercati e centri di ricerca. Alla conferenza stampa si è infiltrata anche la figlia di due contagiati, una delle quali è morta, che lamentava mancanza di informazioni da parte delle autorità. Le è stata tolta la parola da funzionari del governo di Shanghai. Intanto, secondo un ricercatore dell’Università di Hong Kong, ci sarebbero almeno un centinaio di casi di contagiati che non sono stati ancora scoperti in Cina.

Liu Xia esce dopo oltre due anni, “dite a tutti che non sono libera”
“Dite a tutti che non sono libera. Nessuno di noi è libero”. È il grido di Liu Xia, la moglie del premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, che per la prima volta dopo due anni è riuscita a rompere il silenzio forzato al quale è stata costretta da arresti domiciliari blindatissimi. L’occasione è stata un’udienza in tribunale, che le ha permesso di uscire dalla sua ‘prigione’. E lei non se l’è lasciata sfuggire. Il resto lo ha fatto una foto e, soprattutto, twitter. Così le parole della poetessa, rea solo di sostenere e appoggiare le battaglie del marito (di fatto non è accusata di alcun reato) hanno fatto il giro del web. E del mondo. Liu Xia non può lasciare la sua casa di Pechino da quando suo marito, che ha partecipato ai moti di Tiananmen ed è promotore del documento ‘Charta08′ sulla necessità di instaurare in Cina un sistema politico democratico, è stato insignito del Nobel per la Pace nel 2010. Tanto che né lui, agli arresti dal 2009, né lei, sono riusciti a ritirare il prestigioso riconoscimento. Ma contro Liu Xia non esiste alcuna condanna: non è accusata di alcun reato, non è mai stata processata e la sua detenzione è illegale. Oggi il permesso di uscire per partecipare ad un’udienza del processo in corso nei confronti del fratello, finito nelle maglie delle autorità cinesi e arrestato il 31 gennaio scorso per una disputa immobiliare, risolta in realtà da tempo. Un breve istante di libertà che Liu ha deciso di sfruttare fino in fondo. E così quando l’auto sulla quale viaggiava è passata davanti a un gruppetto di giornalisti ha immediatamente abbassato il finestrino e lanciato il suo grido di dolore: “Dite a tutti che non sono libera. Mi mancate tutti tanto. Grazie per il vostro sostegno”. Lo scorso 28 dicembre, quattro attivisti, sfruttando il cambio delle guardie che stazionano dinanzi alla sua casa, sono riusciti ad avvicinarsi alla porta e a parlarle, filmandola. All’inizio di dicembre, due giornaliste sono riuscite a sfruttare un calo nei controlli degli agenti e si sono avvicinate alla porta della donna, riuscendo a scambiare con lei qualche parola, mentre mesi prima altri l’avevano filmata dalla strada. Ma mai il suo messaggio era giunto così forte e chiaro.

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